Capitolo 1

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Sono passati pochi giorni da quando Mattia mi ha rivelato la verità, cioè che sono stati lui e Stephan i primi a dare ad Andrea la droga.
Questa rivelazione per me è stata devastante, perché per me mio cugino era tutto. Era un parente, era un migliore amico. Era tutta la mia famiglia, e la droga me l'aveva portato via, me l'aveva strappato.
Il suono del campanello mi desta dai miei tristi pensieri, per questo mi alzo e corro a rispondere, dato che sono sola in casa.
-Chi è?- nessuna risposta, solo dei fastidiosi rumori di fondo, per questo insisto- Chi è?- ma di nuovo nessuna risposta.
Decido di correre giù e nella cassetta della posta trovo un pacchetto, infilato dentro per metà.
Lo prendo e me lo rigiro tra le mani, confusa.
Dalla forma sembrerebbe un libro, ma prima di aprirlo decido di salire su in casa, per poi mettermi a sedere sul mio letto.
Strappo la carta che lo protegge e mi ritrovo in mano un diario, con sopra un biglietto con su scritto "Per Azzurra", che leggo, riconoscendone all'istante la calligrafia curata di Mattia.

"Qui dentro c'è tutto ciò che devi sapere. Spero che capirai...
M."

I miei occhi si riempiono subito di lacrime ed apro il diario con mani tremanti.
Lo sfoglio lentamente e mi ritrovo davanti a pagine piene, scritte fitte fitte, capendo che il diario di Mattia ripercorre tutto il 2013, l'anno in cui è morto Andrea.
Torno alla prima pagina e comincio a leggere.

"1 Gennaio 2013

Sotto consiglio dello psicologo della squadra ho deciso di iniziare a scrivere questo diario, secondo lui è il miglior modo per sfogare i miei malumori.
Non ho mai tenuto un diario, l'ho sempre considerata una cosa molto femminile. E poi non so, ho molta difficoltà a parlare delle mie cose private, anche se nessuno le leggerà mai.
Dovrei essere felice ed appagato, la vita mi ha dato tutto: il mio lavoro coincide con la mia grande passione e gioco nella squadra che ho sempre amato fin da bambino. Inoltre ho accanto a me una ragazza che mi ama.
Dovrei stare tranquillo, eppure tranquillo non lo sono per niente.
So che non sto dando il massimo di quello che potrei effettivamente dare. Sto male, non tanto fisicamente quanto più psicologicamente, ed il mio rendimento nella squadra ne sta risentendo.
Ieri, la sera dell'ultimo dell'anno, Stephan mi ha invitato ad una festa, organizzata da Ester, la sua fidanzata attuale.
Erika non c'era, aveva deciso di festeggiare il Capodanno con la sua famiglia, e credo che ciò che è successo non lo saprà mai.
Siamo arrivati alle 22, e già la situazione non era delle migliori: gente ubriaca ovunque, persone completamente di fuori che ormai non rispondevano più delle loro azioni.
Ester ci è venuta incontro, non stava bene, ma perlomeno ancora capiva ciò che succedeva.
Ha preso me e Stephan per mano e ci ha trascinati in una stanza al secondo piano, dove c'erano già altri suoi amici. Stavano sniffando cocaina.
Io, che prima di allora quella sostanza l'avevo vista solo in foto, dapprima ero restio a provare, mentre Stephan appariva totalmente a proprio agio, tant'è che si è seduto in cerchio insieme agli altri ed ha tirato.
-Ma tu l'avevi già provata prima di questa sera?-
Quella domanda mi è uscita spontanea, però lo non risposta di Stephan mi ha colpito peggio di un pugno nello stomaco. Si è limitato a fissarmi con sguardo indecifrabile, per poi alzare le spalle e liquidare l'argomento velocemente.
Poi mi ha passato una banconota arrotolata.
-Tira- mi ha detto semplicemente ed io non ho saputo rifiutare.
Sono un debole, lo so, avrei dovuto dire di no, ma tutti quei ragazzi che mi guardavano mi hanno messo sotto pressione.
Era come se si aspettassero che avrei accettato, ed è esattamente ciò che ho fatto.
Mi ha fatto un effetto così strano, ero euforico, mi sentivo come se avessi potuto farmi la Salerno-Reggio Calabria a corsa, ed il mio cuore batteva come un tamburo.
Stephan si è appartato con Ester, ed io sono rimasto insieme alla sua migliore amica, Jessica.
Sarà stata la cocaina, sarà stato il contesto, fatto sta che tutto mi sembrava amplificato.
L'ho guardata, mi ha guardato e ho visto qualcosa nei suoi occhi, una scintilla che non prometteva nulla di buono, ed avrei dovuto capirlo.
Mi ha portato in uno stanzino, mi ha slacciato la cintura ed abbassato i jeans.
Poi si è messa in ginocchio ed ha preso in bocca la mia erezione, per poi cominciare a leccare e succhiare.
Né un bacio, ne qualche strusciatina, niente di tutto ciò.
Era bravissima, ci ha messo pochissimo a farmi venire, ed una volta concluso mi sono ripulito.
Poi siamo usciti e non ci siamo più rivolti la parola.
Solo questa mattina ho realizzato l'enorme stronzata che ho fatto: ho tradito Erika
Ho fatto una cosa che il Mattia di qualche tempo fa non avrebbe mai fatto. Forse non la amo davvero, forse ormai stiamo insieme per abitudine e basta.
Fatto sta che l'ho tradita veramente, ormai il danno è fatto e non si torna più indietro.
So già che questo è l'inizio della fine per me".

È troppo tardi per ricominciare? - SPIN OFFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora