Capitolo 6

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"25 Marzo 2013

Ci sono novità, grosse novità: ho rivisto Andrea, naturalmente al The Club. L'ha invitato Stephan, che naturalmente non sa niente e non deve sapere niente di ciò che è successo dieci giorni fa, non capirebbe di certo.
Il clima era strano, ci guardavamo di nascosto ma non avevamo il coraggio di parlarci.
Poi lui è uscito per fumare una sigaretta, ed allora l'ho raggiunto. Ho l'impressione che Stephan stia iniziando a sospettare qualcosa, non so perché, ma me lo sento.
Comunque sia, dicevo che quando lui è uscito ed è andato nel cortile sul retro, io l'ho seguito ed abbiamo parlato.
Gli ho chiesto come stava e lui mi ha risposto con tono abbastanza scocciato, -Come vuoi che stia? Da cani sto-, ed io mi sono sentito una merda.
Mi ha detto tante cose, ma tra tutte una mi è rimasta in mente più delle altre. Mi è rimasta così impressa nella testa che non posso che riportarne le esatte parole.

-Sto a pensare, ore e ore, a quanto sono belli i tuoi occhi visti da vicino, penso alle tue mani che non sai quante volte avrei voluto sentirle unite alle mie mentre mi parlavi di ciò che inspiegabilmente non sopporti, quante volte avrei voluto baciarti quelle labbra imbronciate perché vuoi ciò che non puoi avere, se ripenso a ciò che siamo stati, a ciò che potevamo essere, se ripenso a quel giorno dove tutto è incominciato, dove da lì penso di averti iniziato ad amare... mi tremano le gambe, non so perché, forse mi sei dentro nel cuore, nei sorrisi, nella mia testa perché quando ti penso, nulla ha più un senso. Ti ho pensato si, e mi è venuto da piangere-.

Rileggo almeno tre volte quelle parole scritte in rosso e sottolineate.
Mi stupisco di quando fosse grande l'amore provato da Andrea nei confronti di Mattia, del mio Mattia, del ragazzo che ora ama me.
Continuo a leggere e mi accorgo che anche il ragazzo che amo non era indifferente a mio cugino, che stava vivendo un periodo di completa confusione.

"Quelle parole mi hanno colpito come un pugno nello stomaco, ed io non ho potuto fare altro che incassare.
Mi sono avvicinato a lui, che nel frattempo aveva finito la sigaretta, e devo averlo intimorito perché istintivamente è andato indietro, fino ad appiattirsi contro il muro.
Ho appoggiato le mani alla parete, ai lati della testa di Andrea e l'ho guardato.
Era imbarazzato e mi ha fatto strano vederlo così, ma in quel momento il gioco in mano l'avevo io.
Mi sono abbassato fino a che le nostre labbra non erano quasi attaccate.
-Anche io ti ho pensato, Andrea, ti ho pensato così forte che faceva quasi male-.
Quegli occhi di ghiaccio mi hanno trafitto e mi sono entrati dentro.
Sembrava così vulnerabile che l'unica cosa che ho saputo fare è stata quella di baciarlo, non riuscivo a resistere un secondo di più.
Sono sensazioni che non si possono descrivere a parole, quelle che ho provato in quel momento.
Non lo so, credo di star imparando per la prima volta il significato della parola amore. No, non è possibile, non posso provare amore nei confronti di un altro ragazzo.
Questa volta ho chiuso gli occhi durante il bacio ed ho sentito il cuore andarmi a mille.
Poi ci siamo staccati.
-Non lo so che cosa mi fai, so solo che ho sempre voglia di vederti, ho sempre voglia di te- alle mie parole è arrossito di colpo ed ha abbassato lo sguardo, per cui gli ho messo due dita sotto al mento, gli ho alzato il viso ed ho continuato a parlare- Hai quelle labbra che non so nemmeno io, che sono belle solo perchè sono tue, che le potrei baciare dalla mattina alla sera.
E poi hai quegli occhi che non si sa come fanno, con uno sguardo da niente, a mandarmi dall'altra parte del mondo.
Per non parlare della tua voce da scemo, che è bellissima.
I tuoi modi di fare. Mi fai impazzire-.
Non so dove avessi trovato tutto quel coraggio, so solo che quelle parole sono uscite proprio dalla mia bocca.
Sono parole che avrei pensato di dire ad Erika, o alla mia ex, o ad una mia futura fidanzata, eppure le ho dette ad un ragazzo. Le parole più forti ed importanti che io abbia mai detto nella mia vita fino ad ora, le ho dette ad Andrea.
Forse era l'alcol a parlare per me, non lo so, ma sicuramente un fondo di verità in quelle parole c'era.
I nostri petti erano così vicini che potevo sentire il battito del suo cuore, che era decisamente accellerato.
Siamo andati via dalla discoteca senza dire niente agli altri, ed abbiamo parlato tutta la notte.
Mi ha spiegato che è stato suo padre a chiedere personalmente di essere trasferito a Milano, perché aveva scoperto l'omosessualità di Andrea e sapeva che stava vedendo un ragazzo, per questo ha voluto troncare la cosa sul nascere, a modo suo.
Abbiamo parlato tanto, abbiamo scherzato, ci siamo baciati.
È salito a casa mia ed abbiamo continuato a baciarci, poi abbiamo esplorato il corpo l'uno dell'altro con le nostre mani.
Lui ha spogliato me, ed io ho spogliato lui.
È stato strano, eppure è successo tutto in modo così naturale e mi ha procurato dei brividi che mai avevo provato prima di quella notte.
-Ti amo, Mati-.
Me l'ha detto davvero, mi ha detto che mi ama con voce quasi rotta dall'emozione.
Me l'ha detto al buio, tra i sospiri eccitati, che contribuivano ad eccitare anche me.
Io non ho risposto, mi sono limitato a sorridergli e ad accarezzargli dolcemente una guancia, ma dentro di me c'era il mare in quel momento.
Il mio primo pensiero è stato Erika. Andrea sapeva e sa benissimo che io ho una ragazza ufficiale, e naturalmente non mi ha chiesto di lasciarla, anche perché probabilmente sa che non lo farei per il momento.
Voglio bene ad Erika, ma ora come ora, il mio cuore ce l'ha Andrea".

È troppo tardi per ricominciare? - SPIN OFFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora