Capitolo 3

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Continuo a sfogliare quel diario, a divorarne le pagine avara di sapere tutto.
Concludo il mese di gennaio, un mese veramente nero per Mattia, che alla fine riuscì a riappacificarsi con Erika, alla quale raccontò tutto.
Non ero gelosa di leggere di loro due, provavo una sorta di simpatia per quella ragazza così perdutamente innamorata di Mattia.

" [...] Se il mondo inizierà a caderti addosso e tu non avrai più forze,
lo sorreggerò io per te, a costo di morire. Ti salverò, fosse l'ultima cosa che faccio, non ti lascio solo".

Così rispose Erika al ragazzo che aveva amato e che adesso amo io, quando lui le chiese aiuto tra le lacrime, la sera di San Valentino.
Lui era andato a casa sua e si era piazzato sotto al balcone della sua camera fino a che lei non gli aveva aperto. Dal racconto di Mattia faceva freddo quella sera, un freddo allucinante, eppure lui non si era mosso di lì.
Continuo a leggere fino a che non arrivo al 1° Marzo 2013, data in cui appare per la prima volta il nome di Andrea, per questo riprendo immediatamente la lettura del diario.

"1 Marzo 2013

Martedì era l'ultimo di Carnevale, ed Erika ha deciso di uscire con il suo gruppo di amiche.
Era restia a lasciarmi da sola, aveva paura che potessi fare cose sbagliate, ma io l'ho rassicurata dicendole che sarei rimasto a casa a guardarmi un film, molto probabilmente.
Alla fine Stephan mi ha convinto ad uscire con lui, voleva andare al The Club, assicurandomi che sarebbe stata una serata tranquilla, solo io e lui.
Non ho avvertito Erika del cambiamento di programma, mi è passato di mente, ma menomale questa volta nessuno l'ha avvertita.
Siamo arrivati al The Club, abbiamo preso qualche drink e, come mi aveva detto Stephan, abbiamo passato una serata abbastanza tranquilla, fino a che non siamo usciti.
Abbiamo deciso di uscire dal retro, per non venire assaliti da orde di tifosi dato che la discoteca in quel momento era veramente piena sia dentro che fuori.
Una volta sul retro abbiamo visto tre ragazzi minacciare un quarto ragazzo, per non so quale motivo, tenendolo attaccato al muro per il collo.
Forti del fatto che io e Stephan fossimo più alti e sicuramente piazzati meglio di loro, ci siamo avvicinati e li abbiamo intimati ad andarsene, dicendogli che in caso contrario avremmo dovuto chiamare i carabinieri.
I tre non se lo sono fatti ripetere due volte in più, si sono guardati e poi si sono allontanati borbottando parole incomprensibili, e girandosi di tanto in tanto a guardarci.
Ho subito chiesto al ragazzo se fosse tutto apposto e poi l'ho osservato bene.
Abbastanza alto, capelli biondicci e un po' mossi. Una canotta bianca, una camicia di jeans, un pantalone nero con dei risvolti sul fondo e delle scarpe che riprendevano il colore dei jeans. Sembrava il solito fighettino, eppure nei suoi occhi chiari c'era qualcosa di più, una storia che voleva solo uscire fuori, essere raccontata, urlata.
Lui mi ha risposto che era tutto apposto, che stava bene, e poi ci ha ringraziati.
L'accento era sicuramente toscano, forse, o meglio sicuramente, fiorentino.
Ha riconosciuto subito me e Stephan, l'ho capito, ma non si è comportato come il solito tifoso, semplicemente si è presentato e noi abbiamo fatto lo stesso.
Ha detto di chiamarsi Andrea, Andrea Salvadori, e che viene da Fiesole, un paese a pochi chilometri da Firenze. Suo padre è carabiniere ed è stato trasferito a Milano, per questo ha portato la sa famiglia con .
Non abbiamo parlato molto, giusto il tempo che i suoi genitori arrivassero per portarlo a casa.
A quanto ho capito ha solo 17 anni e vivendo qui da poco, non conosce bene Milano, quindi sua madre si preoccupa a farlo tornare da solo di notte.
Io e Stephan l'abbiamo invitato a Milanello, ma ancora dopo quattro giorni non è venuto e quindi non l'abbiamo rivisto.
Mi piacerebbe incontrarlo di nuovo, non so perché, a pelle mi sembra un bravo ragazzo, con un vissuto dietro non indifferente.
C'è qualcosa che mi attrae in lui, una sorta calamita, non lo so.
So solo che vorrei parlarci e conoscerlo meglio, per magari capire qualcosa in più su di lui e sulla sua vita".

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