Capitolo 4

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Michela:
Si stava scusando, ovviamente attraverso un messaggio. Ero furiosa in quel momento. Avevo cercato di essere il più delicata possibile nel dirgli ciò che sentivo e lui mi aveva trattata come un animale. Mi aveva respinta e aveva risposto male. Eppure io ci tengo così tanto a lui. Lo detestavo in quel momento. Decisi di non rispondergli o lo avrei certamente insultato.

Andaia sdraiarmi nel letto, volevo vedere la nuova puntata di Pretty little Liars dato che era venerdì e non avevo compiti da fare. Finita la puntata mi addormentai per risvegliarmi poi alle sei a causa di Edoardo che voleva che accendessi le candele sul mio comodino. Le accesi e iniziai a vestire Edo che doveva uscire con i miei che sarebbero tornati solo la sera tardi. Finalmente, dopo le sette e mezza, ero a casa da sola; non c'era mai un attimo di pace in quella casa. Mi feci una maschera per i capelli e poi feci la doccia. Quando uscii bella rilassata mi cucinai una pizza surgelata, siccome non avevo voglia difare da mangiare. Quella sera io, Chiara e Ste ci saremmo dovuti vedere su skype per ripassare insieme fisica, così presi il computere aspettai che gli altri avessero finito di cenare.

Il mio cellulare iniziò a squillare e sullo schermo apparve un nome Ludovico. Perché cavolo mi stava chiamando? Non sapevo se rispondere, così mentre pensavo a cosa fare la chiamata terminò ma riprese pochi minutidopo. Risposi.

-Oh Michela- Non era la voce di Ludovico, ma la sentivo in sottofondo insieme ad altre voci che gridavano -si?- dissi leggermente confusa -Chiede Ludovico se sta sera sei sui navigli- -No- -Potevi venire con noi, cazzo- La voce non era più così divertita e si spense un po'.-No grazie- non mi andava affatto di parlare con uno stupido amico diquello, soprattutto perché lo scopo principale era prendermi ingiro. -come sei scontrosa- si lamentò e io non risposi -vabbè,ciao- salutò e ne fui grata. Volevo scrivere a Ste di iniziare unpo' prima la videochat, senza Chiara, per parlargli della telefonata, ma quando aprii Whatsapp mi si parò davanti la chat di scusa di Andrea. Cazzo, me n'ero quasi dimenticata. Erano passate ormai diverse ore e adesso ero più tranquilla, nonostante non lo sopportassi. Potevo rispondergli con più criterio. "Andre, non mi è piaciuto per niente il modo in cui mi hai trattata oggi e non sono pronta a perdonarti e non credo che lo sarò fino a quando non saprò se tieni a me. Io non vorrei perderti e mi dispiace averti ferito, ma è stato meglio così". Mi sentivo soddisfatta di ciò che avevo scritto. Lui mi visualizzò e non rispose. Perfetto, così non avrei dovuto discutere ancora. "Mi, io sono pronta". Mi scrisse Chiara. Cazzo, non ho parlato con Ste. Non importa, lo dirò adesso a entrambi, tanto anche a Chiara posso dire tutto. Iniziammo la videochiamata e dopo aver risolto i vari problemi tecnici dissi -Raga, vi devo dire due cose: una su Andre e una su Ludovico- mi incitarono a continuare e vollero sapere prima di Andrea. -Nulla,quando sono arrivata a casa da scuola mi ha scritto un messaggio in cui si scusava. Non gli ho risposto fino a poco fa dicendogli che non ero pronta a perdonarlo e che volevo vedere se ci tenesse a me, poi gli ho detto che non volevo perderlo- -Certo che è proprio strano, cinque minuti prima ti urla in faccia di stargli lontano e dopo ti chiede scusa, ovviamente non in faccia- esordì Stefano. -Lo so, infatti non capisco perché sia cambiato così-. -e lui cos'ha detto?- intervenne Chiara. -Niente, ha visualizzato- annuirono all'unisono e Chiara disse solamente -dagli tempo-. -E quell'altro coglione?- Parlò improvvisamente Stefano. -Mi ha chiamata due volte; alla prima non ho risposto, alla seconda si. Era un suo amico che mi chiedeva per conto di Ludo se sta sera sarei stata sui navigli- -Ma che cazzo vuole quello, può andarsene affanculo- ruggì Ste ed io sorrisi -mi aveva chiamata pure sabato, ma non avevo risposto e probabilmente voleva farmi la stessa domanda- -Ma tu cos'hai detto? -come al solito Chiara voleva sapere tutta la conversazione -gli ho detto di no- risi -cosa avrei dovuto dire? Poi mi disse che sarei potuta andare con loro e dato che non rispondevo chiuse la chiamata--Anche lui è strano forte- concluse Chiara e fummo tutti d'accordo. Dopo aver fatto qualche esercizio e svariati discorsi poco inerenti alla fisica si era fatta mezzanotte e ci salutammo. Dopo aver chiuso la chiamata scrissi a Stefano "secondo te tiene ancora a me?" "Ludo intendo" "piccola, se vuoi la verità quello perme è una testa di cazzo che non ha capito quanto tu sia speciale e non lo capirà mai" Mi sa che aveva ragione, non contavo più nulla per lui e forse neanche prima ero così importante. Dovevo farmene una ragione, che stupida. "si, hai ragione" Avevo bisogno di un abbraccio e volevo che Stefano fosse lì con me. "Grazie Ste, buonanotte" "buonanotte piccola, ti voglio tanto bene".

I miei non erano ancora tornati e avevo paura ad andare a letto, così rimasi sul divano a guardare la tele cercando in ogni modo di non addormentarmi.
All'alba dell'una e mezza rincasarono e in un nanosecondo fui sotto le mie coperte a dormire.

Quel sabato lo passai tutto a guardare serie tv, non avevo nulla dafare fino a quando Giorgia non mi chiamò per invitarmi al cinema con lei e Teresa, Mattia e Stefano. Non avevo molta voglia, ma avevo ancora meno voglia di stare a casa quindi accettai. Andammo a vedere Regression e io mi sedetti in mezzo a Stefano e Giorgia. La serata passò tranquilla e io e le ragazze decidemmo che la mattina dopo saremmo andate a vedere la partita di di calcio di Ste contro Mattia.
La partita la vinse la squadra di Stefano e io fui orgogliosa di lui anche se non aveva segnato.

Andai, poi a mangiare da mia nonna e tornata a casa feci i compiti.
Quella sera c'era Braccialetti rossi e solitamente mentre lo guardavo messaggiavo con Andrea e mi assalì un lieve senso di malinconia quando mi resi conto che non sarebbe stato così anche oggi. Finita la puntata preparai lo zaino e i vestiti per il giorno dopo e andai a letto.

Stefano:
Quella mattina avevamo il tema su un libro di Shakespeare che non avevo letto, ma per fortuna Teresa e Michela mi avevo raccontato la storia, in più dovevo essere interrogato in inglese, perché i prof ovviamente si svegliano solo l'ultima settimana prima delle vacanze a mettere i voti.

Quando arrivò Michela mi salutò con un gran sorriso e io ricambiai allo stesso modo. Il giorno prima ero così gasato nel sapere che miavrebbe visto giocare. Volevo segnare per lei, ma non riuscii. Lei sembro comunque essere fiera di me, o almeno era quello che mi aveva detto.

-Posso ripeterti inglese?- Era una delle materie in cui andava meglio e in quell'interrogazione aveva preso otto, quindi sperai che potesse aiutarmi. -Certo- disse mentre si toglieva la giacca e tirava fuori il portafoglio. -Intanto mi accompagni a prendere un thè?- annui eci incamminammo. -Da sabato sera Teresa non fa che fissarti, hai notato?- Mi disse ridendo. Teresa era un po' presuntuosa e a volte era proprio insopportabile, quindi ci capitava di prenderla in giro. -Speravo fosse solo una mia impressione, quindi è vero? Che schifo-

Michela scoppiò a ridere -Sono fidanzato- -Dai dai, che in fondo tipiace- mi prese in giro. -Ma smettila- le dissi dandole un piccola spinta e facendole rovesciare quasi tutto il thè. -Ma imbecille, il mio thè, mi sono scottata pure la mano- tentò di essere arrabbiata ma non riuscii e rise. -Dopo me ne prendi un'altro- minacciandomi con il bicchiere quasi vuoto.
Tornammo in classe e siccome la prof di matematica doveva interrogare ne approfittai per ripetere inglese.

Presi sette e non me l'aspettai neanche io. Michela venne adabbracciarmi entusiasta -In questo momento ti bacerei- cosa? L'avevo detto io e non me n'ero neanche accorto. Anche lei sembrò sorpresa e per un secondo sgranò i suoi enormi occhi marroni, poi scoppiò a ridere e disse -Va bene anche solo un abbraccio- Scoppiai a ridere anche io, poi ci accorgemmo che dietro di noi c'era Andrea e probabilmente aveva sentito tutto. Ci fulmino con uno sguardo, ma lo ignorammo entrambi e lui tornò a farsi i fatti suoi.

Erano le ultime due ore e dovevamo fare il tema. Per tutto l'intervallo mi ero fatto spiegare più volte la storia e tutti i dettagli, il libro era Sogno di una notte di mezza estate, e sembrava carino ma non sono un grande amante della lettura. Il tema non andò malissimo, soprattutto perché al suono dell'ultima campanella la prof era andata perché aveva da fare una sesta ora in un'altra classe e ci aveva lasciati con il bidello. Michi, che aveva già finito e mi stava aspettando per andare e mmi sistemò le frasi e mi suggerì alcune cose da scrivere. Finalmente andammo a casa.

Stavo per iniziare a giocare alla play, quando mi arriva un messaggio. Era di Andrea. "Occhio a ciò che vuoi perché poi si stufa" Si riferiva a quando avevo detto che avrei voluto baciare Michela. Cosa diavolo voleva lui, era colpa sua se lei si era allontanata e in ogni caso non erano affari suoi ciò che facevo o non facevo con lei. "Non sono mica come te" risposi. Infatti, io ci tenevo da morire a lei e non avevo intenzione di perderla e nel caso fosse successo avrei fatto di tutto per farmi perdonare. Lui non mi rispose e decisi di non dire nulla a Michela perché se no si sarebbe infuriata.

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