Hello, I'm Queen of Madness! (One Short Disaster #1 / Part one)

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Allison Adams

Prima di incominciare:
Mia madre é un casino ambulante, io sono semplicemente una sedicenne ancora intenta a scalare la piramide della popolarità.
E, di sicuro, non mi sono mai messa in testa di diventare la più famosa scrittrice dell'Alaska che cade da tutte le parti.
Lizzie Brown qua, Lizzie Brown là.
Sembra il ritorno di Lizzie Taylor.
Be', la differenza tra mia madre e la famosa attrice è che mamma è innamorata così tanto di papà che potrebbe dargli il suo cuore.
Fantastico.
So di non aver preso un bel niente da lei, i suoi capelli neri e i suoi occhi azzurri sono finiti per essere nella genetica di mio fratello Daniel, vent'anni e la testa di uno stupido.
I miei capelli sono castani e gli occhi dello stesso colore di quelli di mio padre.
Un verde scuro che, da quanto dice mia madre, é il colore più bello che ci sia in questo mondo.
Steve Adams é l'uomo più bello, quello che ti lascia senza fiato quando ti guarda.
È così che parla mamma con la sua amica Jen, o con lo zio Brad, quando le chiedono come il matrimonio sta procedendo.
Sarebbe schifoso da dire per la maggior parte degli adolescenti, ma amo come mio padre guarda mia madre e viceversa.
Si amano, si amano così tanto che quasi resto senza fiato quando lei gli sorride.
Scherzano ancora come hanno sempre fatto, almeno é così che dice zia Jennifer.
«Allison! Allison, la scuola sta per incominciare e tu sei ancora a letto.» Dice mia madre entrando dentro la mia camera.
Dimenticavo ancora una cosa:
Mia madre é irritante per un'adolescente come me.
«Mamma, sono solo le sette del mattino.» Urlo sotto il piumone che mi tiene al caldo dal freddo polare di Fairbanks.
Sì, Alaska.
Alaska. Alaska. Alaska.
Le coperte mi vengono tolte di dosso mentre mi sto riaddormentando. Il freddo m'investe e un brivido mi percorre la spina dorsale.
«Mamma!» Urlo incazzata.
Passo la metà della giornata incazzata, per Lizzie Brown non dev'essere strano o preoccupante.
«Forza. Doccia. Trucco. Vestiti caldi ma non troppo: ricordati é estate. Colazione. Portare Maddy all'asilo. Andare a scuola a fare il tuo lavoro.» La mattinata più orrenda che ho passato. Wow.
«Maddy può andare all'asilo con la Zia.» Affermo ricordandomi che Zia Jennifer é più incasinata di noi.
«Jennifer é già a lavoro.» Gli occhi di mia madre, azzurri e grandi, mi guardano critici. «E comunque sei sonnambula.»
Sì.
Aspetta... «Cosa?! Io sonnambula?» Mi metto a sedere di scatto fissandola curiosa.
Sto già pensando di mettere telecamere in tutta la casa per vedere come reagisco.
«Sì... Forza. Alzati.» Mi prende praticamente di peso e mi trascina verso il bagno.
«Mamma, da quanto sai che sono sonnambula?» Chiedo quando sono dentro il bagno e con lei di fronte che mi guarda. I suoi capelli neri sono mischiati a pochi, ma evidenti, capelli che sembrano fatti di argento.
«Abbastanza anni da essermi presa dei doppi infarti e aver impugnato una mazza.» Dice con le sopracciglia inarcate.
«Ma...» Non finisco la frase che mia madre è già scomparsa.
Mio padre passa davanti al bagno e si ferma fissandomi. «Sei già sveglia? Mi sono perso qualcosa?» Chiede.
I suoi occhi verdi mi fissano curiosi, un sorriso s'impossessa delle mie labbra mentre riconosco perfettamente mio padre.
Dannatamente alto e ben piazzato, capelli disordinati e occhi svegli anche quando é appena sveglio.
«Oggi c'è scuola.» Affermo.
«E tua madre ti ha svegliata alle sette del mattino.» Continua lui. Sorride, si avvicina e mi da' un bacio sulla fronte. «Dovrò darle un buongiorno speciale, allora.» Lo allontano da me sbuffando.
«Se vi vedo baciarvi di nuovo me ne vado via di casa.» Lo minaccio. Si scosta e ride divertito prima di andarsene via.
Mi lavo in un quarto d'ora e in venti minuti sono pronta. Quando scendo giù mi meraviglio di trovare mia madre e mio padre staccati.
«Wow, record! Stasera avete consumato bene?» Chiedo sorridendo ai due.
Mia madre alza di scatto lo sguardo dai fornelli con il viso rosso e gli occhi spalancati. «Allison. Santo Cielo! Ti sembra il modo di parlare?»
«No, ma è divertente mettervi a disagio.» Papà tossisce per non strozzarsi con il cibo che sta mangiando.
Mi siedo a tavola e guardo il posto vuoto di Daniel. «Quando tornerà da Seattle?» Chiedo a tutti e due.
«Tra un mese, due.» Afferma mia madre pensierosa. «La vita da medico sembra essere difficile.»
«Crea dipendenza da tutto ciò che si muove, tesoro.» Dice mio padre.
Mangio velocemente e poi prendo al volo lo zaino.
«Be', io vado. Auguratemi buon quarto anno!» Urlo.
«Auguri tesoro!» Urlano entrambi.
Sorrido e con le chiavi della casa della Zia Jen vado a prendere Maddy.
Mi aspetta davanti alla porta con i suoi occhi scuri e i capelli lisci. É uguale alla Zia, ma quest'ultima dice che ha preso tutto da Edward, il mio altro milionesimo zio.
«Ehi, Mad. Oggi a scuola presto, eh?» Chiedo e lei sbuffa prendendo la mia mano con la sua minuscola.
«Non voglio andare.» Si lagna facendomi sorridere.
«Mad, allora siamo in due.» Si appiccica più a me e percorriamo tutto il tragitto dalla casa all'asilo imbacuccate e le parole che si perdono nel silenzio della città che si sta svegliando.
Arrivate davanti all'asilo Mad s'incolla alla mia gamba. «E se mi prendessero la merenda, le gomme, l'astuccio?» Chiede terrorizzata.
Guardo i bambini che urlano e corrono come dei cavalli minuscoli e cicciotti assatanati.
Posso capire la paura di Maddy.
«Allora dagli un pugno in faccia, di solito funziona.» Okay, forse non è la frase più giusta da dire a una bambina di cinque anni, ma lei é Mad...
Ci avviamo sino all'ingresso e qui troviamo la maestra che sorride a Maddy.
«Maddy!» Urla una bambina dall'altra parte del giardino, una piccola bambina con i capelli biondi e gli occhi scuri.
La visione per Maddy diventa la sua più grande distrazione. Mi saluta dandomi un veloce bacio sulla guancia e poi scappa verso l'amica.
Sorrido e, dopo aver salutato la maestra, m'incammino verso la mia, di scuola.

Hello, I'm queen of disaster! (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora