Prologo

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Ero seduta su una panchina, stretta nel mio cappotto nero e impegnata a godermi tenui lampi di sole, per quanto fosse possibile dopo la pioggia che si era scatenata sulla cittadina.
Osservavo solamente il lago. Tutte le mie energie erano focalizzate su quell'elemento fisico del piccolo parco. Nelle ultime settimane avevo imparato a farlo sia per proteggermi dal mondo esterno, dai pensieri che avevo nella mente, ma anche per estraniarmi dal mio stato di confusione e ricordarmi che nonostante tutto, ero ancora umana. Provavo ancora emozioni quali gioia, serenità o rabbia. E nascondevo il silenzio opprimente che era perennemente presente dentro di me.
Osservavo le anatre, che schiamazzavano allegramente, l'acqua cristallina e argentea, il mio riflesso tremolante su di essa. Quello di una giovane donna ormai persa; non mi sentivo bene in quel corpo, come se fossi alienata dalla realtà e da tutto quello che stessi facendo, come se stessi guardando il film della mia vita senza possibilità di intervenire.
E pensavo: cosa sarebbe successo se fossi rimasta con lui, in quell'appartamento che puzzava di muffa, in quel posto così oscuro da far paura anche a me? Che sarebbe accaduto se avessi ignorato i temporali e la neve? Se avessi lasciato che mi baciasse?
Avrei voluto tanto scoprirlo. Caso del destino, espressi il desiderio di, in qualche modo, poterlo fare. Ero curiosa, e oramai la vita non mi dava nient'altro per cui lottare. Mi alzai dalla panchina, pronta a tornare in una vita che non era la mia, basata sul fatto che volevo solamente scappare. Volevo ignorare i sentimenti, non provare più niente, in modo da non soffrire, e non mi rendevo conto che mi stavo autodistruggendo.
E, immersa nei miei pensieri, non mi accorsi che andavo a sbattere contro qualcuno.
"Ehi", gridai.
Guardai chi era l'individuo. E rimasi paralizzata. Quei capelli e quegli occhi che avevano tanto riso con me... Il mio cuore prese a battere all'impazzata mentre mi portavo una mano alla bocca. Tutti i ricordi mi riaffiorarono in mente, ricordi di una vita passata. Il mio sangue prese a scorrere più veloce e respirai affannosamente, cercando di capire se quella davanti a me fosse solo una visione o fosse davvero chi pensavo fosse.
"Tu..." sussurrai. "No, non è possibile."
"Ciao, Sun. Come va?"

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