Capitolo dodici/ Collane di fiori

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Entrai in camera stordita dai fatti appena compiuti. Mike mi aveva baciata, anzi io l'avevo baciato. Chi aveva baciato chi? Ero confusa. Quando ero arrivata, all'inizio della settimana, Mike mi sembrava uno sfrontato manipolatore che aveva tutte le ragazze che voleva e faceva il finto depresso. Ma ora...
Sentii che solo una persona poteva capirmi, ma era lontana. Quella a cui raccontavo sempre le mie cotte e che mi dava sempre consigli, quando ero piccola.
Presi carta e penna e mi sistemai alla scrivania, nonostante l'ora inoltrata e il sonno che si stava facendo spazio in me.

Cara Danalyse,
Sono arrivata da ormai due giorni in questa casa. Mi sono già fatta amica un po' di tutti. Ana è la mia preferita e ci siamo subito capite. Non sono più tanto arrabbiata con te, sai, per un semplice motivo: questo posto mi ha insegnato come essere felice. Avevi ragione, Lyse, qui le cose permeano di vita, e qui posso essere me stessa e intraprendere un percorso nel mondo.
Ho anche visto Mike. Non so se raccontartelo, zia... ma al diavolo. Sei sempre stata l'unica che mi capiva.
Mike è così incredibile. Emana un'aura... non so spiegartelo. So solo che dal primo momento che l'ho visto, ho sentito una stretta allo stomaco così forte che sembravche delle farfalle ci stessero ballando. Ogni cosa era bella, più bella, quando stavo vicino a lui e, stanotte, l'ho trovato ubriaco e ci siamo baciati. So che era ubriaco e non era sua intenzione, ma... quel bacio è stato così bello, zia, che ho pensato di aver riacquistato me stessa. Sono sicura che lui non mi deluderà, vero? Mi piace molto. Mi piacciono i suoi occhi, mi piace il suo viso, mi piace lui. Non so ancora se lo amo, ma di sicuro qualcosa per lui lo provo. Sapevi che sarebbe andata così, ci scommetterei. È la prima persona di cui mi hai parlato, e con una luce negli occhi...
Mi manchi. Ti ricordi le giornate, quand'ero piccola, che passavamo a giocare alle principesse? Ci vestivamo con i tuoi vestiti. Mi ricordo che mettevo sempre quello rosso, che mi era largo sia sul busto che sulle cosce, ma non importava. Mi arrivava fino ai piedi e per te era mini, ma quel vestito mi sapeva molto di felicità. Aveva il tuo profumo, e io ho sempre amato il tuo profumo, Lyse. Mi ricordo che coglievamo anche dei fiori in giardino e li legavamo con lo spago. Li portavamo fiere, come collane. Allora il gioco aveva inizio: fingevamo di essere sofisticate donne che prendevano il tè con il servizio delle bambole, in mezzo ad un salotto ammuffito allestito solo con un divano verde, che tra l'altro aveva qualche buco. Vorrei tanto tornare indietro in quei momenti, Lyse. Con te sono cresciuta e sono felice, perché lo rifarei mille volte.
Mi manca anche la mamma, sai? E mi manca anche Diego, che mi ha tradito con Samyra. A volte lo sogno, con quei suoi boccoli biondi.
Non credo che ti manderò mai questa lettera. È troppo segreta, è una cosa che non posso condividere neanche con te, e ti ho sempre detto tutto, figurati. La conserverò in un cassetto della mia camera e, un giorno, la tirerò fuori e te la darò, quando avrai già bisogno di occhiali per leggere e non ci sentirai più tanto bene. Allora ti ricorderai di quando mi mandasti in quell'appartamento pieno di ragazzi, e segnasti il mio destino.
Grazie, zia. Grazie di esserci. Grazie di averci creduto. Grazie di tutto.
Sempre tua,
Sun Sofia Elizabeth Marshall

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