2 capitolo

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2 Capitolo

Appena entrai nella stanza che mi avevano assegnato, trovai seduta sul letto di spalle una donna bionda. Chiusi piano la porta e mi avvicinai iniziandole a baciare lentamente il collo da dietro. Lei dapprima ansimò ma poi si girò di scatto. Stavo per baciarla sulle labbra quando ad un tratto mi allontanò si alzò dal letto.

"C'è qualcosa che non va?" le chiesi.

"No, solo che...potresti togliere la maschera?" mi domandò.

"No, non posso. Senta possiamo finire quello che ancora non abbiamo iniziato?"

Non capivo perché una donna così bella e giovane come lei venisse qua a trovare piacere. Chiunque l'avrebbe invitata a cena o ci sarebbe andato a letto. Era molto attraente, aveva dei capelli ondulati e biondi che le ricadevano sulle spalle, dei grandi occhi verdi e delle labbra sottili. Fisicamente era nella norma, non troppo alta, ma aveva delle gambe lunghe strette nei suoi skinny jeans.

Non rispose alla domanda che le avevo fatto prima e iniziò a fare avanti e indietro per tutta la stanza.

"Dobbiamo fare così per tutta la serata? Onestamente posso dirle una cosa. Invece di spendere 200 bigliettoni per venire qua e non fare niente,poteva andarsi a comprare no so'...delle nuove scarpe o una nuova borsa!"

"Non ho detto mica che non voglio fare niente!" ammiccò la bionda.

"Allora mi dica, cosa faremo?" mi iniziai ad incavolare.

"Parleremo!" disse.

"Mi prende in giro vero? Allora riformulerò la frase di prima. Invece di spendere i suoi soldi qua, poteva andare dallo psicologo vista la sua frenetica voglia di parlare!" iniziai a ridere.

"Smettila di ridere. Scommetto che tu sei uno di quegli studenti, magari della facoltà d'arte, che si paga gli studi facendo doppi lavori. Come doppio lavoro intento: cameriere di giorno e ragazzo che si fa scopare dalle cinquantenni di notte. Scommetto anche che odi questo lavoro e la giustificazione che dai alle persone quando ti chiedono il perché lo fai è che ti servono soldi. Giusto?" mi provocò soddisfatta.

Cos'era, una specie di maga venuta a farmi una ramanzina? Ad ogni modo rimasi un po' deluso della sua proposta di parlare invece di fare altro. Quella donna mi attraeva molto.

"Touché. Davvero ancora non capisco il perché lei è venuta qui!" risposi incuriosendomi sempre di più.

"La verità è che oggi è il mio trentacinquesimo compleanno e le mie amiche mi hanno fatto questo regalo!" disse un po' delusa.

"Non si usa più fare regali come trucchi, cosmetici o vestiti?" domandai.

"Purtroppo per loro no!" disse ridendo.

Oltre ad essere molto attraente aveva anche un meraviglioso sorriso.

Rimanemmo in silenzio per cinque minuti non sapendo cosa dire.

"Come ti chiami?" fu lei a rompere il silenzio.

"Non posso dirle il mio vero nome, tutti qua mi conoscono come Zac, lei?"

"Intanto puoi smetterla di darmi del lei! Comunque se tu non mi dirai il tuo nome io non ti dirò il mio!"

"Okay" risposi semplicemente.

"Zac hai un accento strano, non sei di queste parti vero?"

"No, sono nato e cresciuto in una piccola città dello Yorkshire nel Regno Unito. Mi sono trasferito a Chicago quattro anni fa circa." risposi e pensai il perché stavo parlando della mia vita privata con una sconosciuta.

"Il Regno Unito è fantastico, sono stata a Londra e in alcuni luoghi della Scozia un paio di volte." sorrise.

"Tu invece sei di Chicago?" le domandai.

"Si. Sono nata, cresciuta e penso che morirò anche qui."

Risi alla sua risposta.

"Chicago è davvero una bella città!" dissi successivamente.

"Comunque il tempo passa velocemente, credo proprio di dover andare. Addio Zac!" mi salutò sorridendomi.

"Ad..." non riuscii a pronunciare l'intera frase perché lei aveva già lasciato la stanza.

Dopo qualche minuto uscii io dalla stanza con l'intenzione di tornare subito a casa.

Questo è il mio secondo angolo autrice nello stesso giorno. Come ho già detto nel precedente spero che qualcuno si interessi alla mia fanfiction, ho così tante idee! Se qualcuno ha voglia di farmi domande o ha bisogno di chiarimenti io sono sempre qua.

A presto,

moonshjne

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