La sveglia suonò troppo presto per i miei gusti.
6.30 : le ingiustizie della vita.
Mi alzai dal letto controvoglia e andai in cucina. Preparai latte e cereali e dopo mi diressi in bagno con i vestiti da indossare. Lavai i denti e mi truccai con eye-liner e mascara, poi indossai leggins neri, felpa nera e vans rosse. Legai i capelli in due trecce e uscii di casa.
Camminavo con la certezza che nessuno mi avrebbe calcolata, perciò misi le cuffie nelle orecchie e mi catapultai fuori dal mondo.
-
L' ora di fisica era stata alquanto noiosa, tanto che il professore mi dovette mettere una nota perché mi beccò a dormire.
Non potevo parlare con nessuno: Federico avevo scoperto che non era quella persona che sembrava e Fabrizio stava con Pamela e non mi ha più parlato dall' uscita in piazza.
Ero sola.
L'unica cosa che mi consolava era la musica, quindi mi correggo : ero sola. Solamente io e la musica.
Camminavo per i corridoi per andare alle macchinette. Selezionai 'cioccolata calda'.
Ero appoggiata al muro mentre sorseggiavo la bevanda, e intanto osservavo la coppietta disgustosa sbaciucchiarsi.
Un attimo, ho detto disgustosa? Mica mi stavo innamorando del mio migliore amico? Speriamo di no altrimenti ero nella merda nel senso letterale.
Scacciai quel brutto pensiero e accartocciai il bicchiere e lo buttai nel cestino. Appena mi voltai, vidi davanti a me Fabrizio, aveva un sorriso enorme stampato in faccia. Io, al contrario, avevo la mia amata espressione da depressa.
" Ei... c'è qualcosa che non mi hai detto?" gli chiesi forzando un sorriso e dandogli un pugno sul braccio.
"Credo che tu abbia capito tutto!" esclamò sorridente.
La amava davvero, e questo mi faceva solo venire la nausea.
Questo sentimento chiamato 'amore' mi fece venire in mente Federico, così, come se fosse un gesto involontario, mi misi una mano davanti la faccia per trattenere le lacrime e per non far capire la tristezza sul mio viso.
"Ehi" sospiró lui, e mi avvolse le braccia intorno al corpo facendomi sentire meglio.
"Io l'ho sempre detto che voi maschi siete stronzi" singhiozzai sulla sua spalla.
"Io no". Ahahaha, che cazzata.
"Tu sarai sempre il più stronzo di tutti" scherzai guadagnandomi una sua risata.
Grazie a dio che c' era lui.
STAI LEGGENDO
Ciao, mi chiamo Musica
General FictionNella casa le é vietato entrare in una stanza; lei, però, é sempre più curiosa di attraversare quella porta.