Era passato un mesetto da quando Federico mi lasciò.
Stavo tornando a scuola con le cuffie nelle orecchie, quando notai appeso ad un albero un foglio con scritto "provini per il concerto che si terrà il 20 maggio. È ammesso ogni strumento musicale" e da lì capii che avrei potuto avere un' opportunità.
I provini si sarebbero dovuti fare domani mattina, così decisi che ,dato che la mattina vedere la faccia di quel coglione non mi faceva alquanto bene, per un giorno avrei potuto saltarla la scuola.
Tornata a casa i miei non c'erano, e mi diressi nel posto a me proibito.
Mi esercitai per non so quante ore sul pezzo "you" dei Petit Biscuit per poterlo suonare a provini.
Sentii la porta aprirsi e subito scappai in camera.
Avevo sonno e così, dopo aver mangiato qualcosa e chiacchierato con i miei, mi infilai sotto le coperte con il pensiero rivolto alla mattina successiva.
-
Mi svegliai normalmente.
Stessa ora, stesse cose.
Quando mi sedetti a tavola per colazione, c'era papà che stava sfogliando il giornale e mamma che stava preparando il caffè.
"Tesoro, ti andrebbe la sera del 20 di venire con me e tua madre ad un concerto?" Mi chiese papà. Per poco non mi strozzai con la fetta biscottata."Papà, veramente sarei impegnata con lo studio. Mi piacerebbe venire ma scusa non posso proprio. Ora però scappo, altrimenti faccio ritardo a scuola" dissi, lasciandoli così.
Non sapevo cosa dire, ma dissi la prima cosa che mi saltò in mente.
Finsi di andare a scuola, quando la mia direzione era totalmente un'altra.
Entrai in un teatro, del quale non sapevo neanche l'esistenza, per fare i provini.
Ero molto nervosa. Mi sudavano le mani, e avevo paura di non suonare bene.
Quando mi chiamarono, stavo per impazzire.
"Come ti chiami?"chiese la giuria.
"Elisa Robert" dissi, e mi chiesero un po' di me e io mi presentai.
"Mettici al corrente di cosa sei capace" disse un uomo del bancone, e io mi accomodai sullo sgabello.
Presi un bel respiro e inizia a suonare i tasti del pianoforte.
Altro che scuola.
Quando finii la giuria rimase in silenzio.
Avevo paura che non gli fosse piaciuto.
"Elisa,-cominció l'uomo- come facciamo a non prenderti?" Disse con un sorriso enorme sulla faccia.
Mi sentivo la ragazza più felice sulla terra.
"Torna qui il 20, ciao Elisa. Sei grande!" Disse la giuria e sentii degli applausi.
Tornando a casa, mi sentivo volare.
Ma c' era una cosa da risolvere ancora: come avrei fatto con i miei genitori?
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Ciao, mi chiamo Musica
General FictionNella casa le é vietato entrare in una stanza; lei, però, é sempre più curiosa di attraversare quella porta.