Capitolo 2

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Emma's Point Of View. 

"È venuto decisamente bene" penso.

Gli occhi, il naso regolare, la bocca piccola ma carnosa; tutto in quel disegno gridava Emma Watson.

Mi stiracchio sulla sedia e mi guardo intorno sorniona. Quante facce anonime in una stanza ancor più anonima.

La professoressa discorre, ormai con sé stessa, di filologia greca, ma tutti a quanto pare, hanno qualcos'altro da fare.

Tutti a parte uno; un ragazzo dai capelli castano ramati sta prendendo appunti dal suo banco appoggiato al muro, si sta mordicchiando l'interno della guancia mentre scrive velocemente ciò che la prof sta dicendo.

È magro e ha la mandibola ben definita; di una bellezza particolare, ma abbagliante.

Sulla sua pelle chiara spiccano delle lentiggini, ha le labbra piene e probabilmente gli occhi verdi.

Distolgo lo sguardo per un momento e riapro il quaderno senza esitazione su una pagina ancora vuota e comincio.

Comincio a ritrarlo, così chinato con la penna in mano e gli occhi che inseguono il tratto d'inchiostro. 

La fronte, il naso, il mento e la bocca dischiusa. 

Tratti così delicati, ma allo stesso tempo così decisi.

 A ogni mio segno di matita il suo profilo prende forma, ora anche le spalle muscolose.

Lo osservo per così tanto che i suoi lineamenti mi restano impressi nella memoria, ho quasi il fiatone.

Alzo finalmente la testa dal foglio e do uno sguardo d'insieme allo schizzo in bianco e nero.

È il disegno più confuso che abbia mai fatto, ma le linee si intrecciano abilmente mostrando il ritratto di un giovane uomo, probabilmente il giovane uomo più bello che io abbia visto fino ad ora.

Quasi mi vergogno della spiccata somiglianza tra lo schizzo e il reale ragazzo a pochi metri da me.

Stacco la pagina strappandola, ma non la butto, la conservo dentro al quaderno, poi mi aggiusto gli occhiali facendoli scivolare dalla punta del naso quasi fino a sfiorare le ciglia.

Suona la campanella e quasi non me ne accorgo, raccolgo il quaderno ed esco dalla classe quasi correndo.

"CAZZO" grido tra me e me entrando in bagno.

Cosa sia appena successo non lo so, ma la curiosità che provo per quel ragazzo mi spinge a riaprire il quaderno.

"CAZZO" grido un po' meno tra me e me, questa volta.

Del disegno nessuna traccia.

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