Capitolo 10

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Emma's Point Of View.

◎Saturday◎

Cazzo!

Sono di nuovo in ritardo, e mentre corro per i corridoi noto le altre persone dietro di me.

Altri ragazzi che si affrettano a raggiungere le proprie classi con le cartelle che sbatacchiano a destra e a sinistra e il fiatone.

Intravedo la mia porta in lontananza e a quel punto rallento il passo, abbasso la maniglia ed entro.

"Waterson, anche oggi in ritardo?"
mi chiede acida la professoressa di Inglese.

Buon sabato anche a lei, insomma.

Eddie's Point Of View.

Ho lo sguardo perso nel vuoto, la voce del professore ormai si è trasformata in un ronzio.

Ma non ci riesco.

Non riesco a non pensare a lei; nemmeno le mie corse mattutine erano riuscite a liberarmi la mente.

Lei che leggeva vecchie favole, probabilmente seduta sul suo letto a gambe incrociate e magari una tazza di tè.

"Redmayne, è tra noi?" chiede il professore con voce alta, ma piatta.

"I-io sì" rispondo in tono poco convincente.
L'uomo mi scruta attentamente, poi, con gli occhi ancora puntati su di me riprende il suo discorso.
La campanella fortunatamente ci salva da un'interrogazione per la quale nessuno aveva studiato.

Sistemo le mie cose nel mio zaino e mi avvio a filologia.

Prima di varcare la soglia, mi fermo  per fare un respiro profondo.

" 'Giorno" sento una voce dietro di me e mi volto.

Emma.

"Buongiorno" rispondo, aprendomi in un sorriso.

Calmati Redmayne.

"Non entri?" mi chiede lei, ricordandomi che sono ancora fermo sulla porta.

"Dopo di te" dico, facendole cenno col braccio di precedermi.

Lei si sistema gli occhiali ed entra.
    
Pantaloni stretti oggi, eh?

La seguo velocemente e vedo che si siede al banco di fianco al mio.

Tento di reprimere il sollievo che provo nel vederla compiere quel gesto e mi affretto a sistemarmi vicino a lei.

Per la prima volta faccio caso al suo profumo.

Un piacevole e caldo odore di cacao, che la rispecchia perfettamente.

Volto leggermente il viso verso destra per poterla osservare meglio.
Ha giusto un filo di trucco e una coda disordinata che le lascia libera la frangia.

"Hai intenzione di fissarmi ancora a lungo?" chiede con tono ironico.

"Mi piacerebbe molto, in realtà" rispondo senza riflettere.

Sento le guance andarmi a fuoco.

Lei si gira di scatto verso di me e sposta lentamente lo sguardo dai mei occhi alla mia bocca.

"Fallo, allora." sussurra con un filo di voce.

Sento il pulsare del mio cuore nelle orecchie e per qualche secondo mi perdo nei suoi occhi nocciola.

Lei mi guarda tanto intensamente che mi sento esposto, quasi lei riesca a leggermi dentro.

Poi la vedo chiudere gli occhi e voltare la testa di nuovo in direzione della lavagna, facendo fluttuare i capelli nell'aria.

Noto che il suo petto si alza e si abbassa velocemente, quasi come se avesse corso talmente veloce da perdere il fiato e proprio in quel momento capisco.

Capisco che non sono l'unico a sentire l'elettricità tra noi.

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