Capitolo 8

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Eddie's Point Of View.

Imprevedibile.

Altro aggettivo da aggiungere alla lunga lista.

Gira il viso verso di me e lo inclina leggermente.

" 'Giorno" dice.

"Hey," rispondo
[come se non avessi notato il fatto che, di punto in bianco, si fosse alzata dal suo posto privilegiato tra gli ultimi banchi per venirsi a sedere in seconda fila] "come va?"

"Bene, tu?" mi chiede.

Poi sorride.

E che sorriso.

Forse dovrei dirle la verità. Dirle che non sono praticamente riuscito a chiudere occhio nelle ultime due notti.

Che non riuscivo a smettere di pensare a lei, al nostro incontro.

"Un po' stanco in realtà" dico, vago.

Meglio una mezza verità che una bugia.

Entra l'insegnante in classe interrompendo il nostro dialogo.

...

Durante la lezione le lancio brevi occhiate fugaci.

Lei non sembra curarsi di prendere appunti; perciò scrivo una nota nell'angolo del mio foglio e glielo avvicino.

"Non prendi appunti?"

Lei lo legge velocemente e scrive un po' più sotto:

"Sei l'unico che lo sta facendo"

Mi volto verso i miei compagni. In effetti ha ragione.

Emma soffoca una risatina e io arrossisco immediatamente.

Abbasso il volto per non farlo notare.

"Allora sono sicuro che sarai contenta di sapere che se mai ne avrai bisogno non te li passerò" scrivo.

Dopo aver letto si volta di scatto verso di me spalancando gli occhi e la sua espressione da sorpresa diventa supplichevole.

Mi mostra il labbruccio poi scrive:

"Non lo farai"

"Eccome se lo farò"

La prof interrompe il suo discorso dicendo:

"Mi raccomando ragazzi, la chiave della verifica della prossima settimana sono gli appunti presi in classe!"

DRIIIIIIIIIN.

Emma's Point Of View.

Lui si alza dalla sedia con un ghigno.

"Ti prego Eddie" lo supplico.

"Li avresti dovuti prendere da te" il suo tono è serio, ma i suoi occhi sono dolci.

È davvero bello.

"Solo per questa volta" continuo.

Lui non risponde.

Allora gli prendo il polso e lo avvicino a me, con una penna inizio a scrivere dei numeri sul suo braccio.

"Cosa stai facendo?" mi chiede divertito e incuriosito insieme.

"Il mio numero. Ti ho scritto il mio numero"  dico non accorgendomi di stare ancora serrando il suo polso tra le dita
"per ma-mandarmi gli appunti, d-dico" balbetto, lasciandogli il polso come se scottasse.

Da quand'è che balbetto?

Solo ora mi rendo conto di quanto suoni stupido quello che ho appena detto.

Lui mi guarda con un'aria sorniona e poi dice:

"Questa è la prima e l'ultima volta".

"Sì, grazie mille" lo ringrazio guardandolo negli occhi.

Ci osserviamo per qualche secondo poi lui aggiunge:

"Te li invio stasera." ed esce dall'aula con passi misurati.

Mi lascio cadere sulla sedia.

Stupida e sfacciata Emma.






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