Capitolo 6

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Emma's Point Of View.

Arrivo a casa, saluto distrattamente Natalie e mi dirigo in camera mia.

Chiudo la porta, tolgo la cartella dalle spalle e mi stendo sul letto.

La mia stanza rispecchia esattamente il mio carattere, le pareti sono tappezzate di disegni e foto in bianco e nero, il letto è disfatto e ci sono libri e vestiti sparsi dappertutto.

Mi metto a sedere e recupero il disegno spiegazzato nella tasca dei miei jeans, lo riapro e cerco di stendere le increspature meglio che posso.

Rimango qualche secondo con gli occhi fissi su quel volto appena abbozzato e deformato a causa delle pieghe, poi lo attacco alla parete con dello scotch.

Perché lui? Perché cazzo proprio lui?

Due ore di lui nella mia vita e già sono un casino, sia dentro sia fuori.

Mi stendo di nuovo sul letto, con la faccia immersa tra il cuscino e grido, grido più forte che posso, ma le piume attutiscono qualsiasi suono.

Ne esce solo un ronzio sordo e così mi addormento.

...

Natalie mi sveglia bussando alla porta.

"Nat, entra" dico con la voce ancora impastata dal sonno. Sono quasi le cinque del pomeriggio.

"Stavi dormendo perciò non ti ho svegliato... Hai mangiato?" mi chiede.

Faccio spallucce.

"Preparati qualcosa perché adesso esco" dice infilandosi degli orecchini.

"U-uh, incontro galante?" chiedo sorridendo e stropicciandomi gli occhi contemporaneamente.

"Può darsi..." risponde arricciando il naso.

"Con chi!?"

"Luke" dice tentando di rimanere impassibile.

"Quel Luke? Naso-rotto-Luke?"

Mia sorella scoppia in una risata cristallina "Sì, quel Luke", si avvicina al letto e mi schiocca un bacio sulla fronte.

"Stai da favola Nat"

"Lo so" mi risponde voltandosi.

Dalle scale sento che mi grida un "MANGIA QUALCOSA!" smorzato e poi il rumore della porta che sbatte.

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