1.

256 10 2
                                    

Non so cosa mi prese quel giorno.

Sinceramente, avevo voglia di un gelato e non ero mai stata molto brava a negarmi i piccoli piaceri della vita. Amavo il gelato. Sopratutto quello all'amarena, ed era una giornata calda. Perfetta per mangiarlo.

Così mi ritrovai al supermercato, a comprare questa stupidissima vaschetta di variegato all'amarena, mentre il freddo polare nella sezione delle celle frigorifere mi gelava il sudore sulla schiena e sulla nuca.

Una signora, vicino a me, era indecisa se prendere il merluzzo surgelato o il branzino. Un bambino, da qualche parte all'incirca nella sezione dei detersivi, piangeva disperatamente.

E fu lì che lo incontrai la prima volta.

Non svenni alla sua vista, e non caddi sul pavimento in preda ad un orgasmo fulminante.

Non feci niente. Lo osservai soltanto rubare un cavolo dal banco in cui era stato messo  insieme ai suoi simili, qualche ora prima.

La prima cosa che pensai fu:

Un cavolo?

Ricordo quel giorno come se fosse ieri.

Il ragazzo che si mette il cavolo in tasca (una tasca enorme, tra l'altro, da vero ladro), io che rimango ferma, con il mio gelato ed i miei capelli appiccicati al collo.

Ancora adesso, se mi sforzo, posso sentire la sensazione di quel momento.

Poi, il ragazzo si voltò nella mia direzione.

Perchè lo fece? Quante volte glielo chiesi, in seguito?

Ma non esiste un motivo, e credo che neanche lui l'abbiamai saputo.

È stato un caso, o forse il destino, che ci ha uniti indissolubilmente.

Ci guardammo negli occhi per un secondo, poi lui distolse lo sguardo e se ne andò.

Ero sbigottita, stupita. Divertita, anche.

Trovavo comico il fatto che avessi appena assistito al furto di un cavolo.

Sul serio, un cavolo?!?!!

Pensai sarebbe finita lì. Che non l'avrei rivisto mai più.

Be'... non sapevo quanto mi stavo sbagliando.

- Ho visto un ragazzo rubare un cavolo. - dissi, entrando in cucina.

Mia sorella, Daniela, smise di masticare il cucchiaio di cereali che si era appena messa in bocca e disse:

- Ma dai. Un cavolo? -

- Si. - dissi, sedendomi accanto a lei e posando il gelato sul tavolo.

- È assurdo, vero? -

Lei annuì, masticando convinta.

Inghiottì.

- E tu che hai fatto? -

- Che dovevo fare? -

Presi un cucchiaio ed aprii la vaschetta. Mi misi in bocca la prima cucchiaiata, e sospirai di piacere.

Che buono, che buono, incredibilmente buono.


- Lo mangi ora? è mezzogiorno. - disse lei, guardandomi.

- Parla quella che si sta mangiando una ciotola di latte e cereali. - la rimbrottai.

In quel periodo ero un po' arrabbiata con lei, perchè passava tutto il tempo con il suo ragazzo e mi sentivo trascurata.

Other meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora