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Si può conoscere una persona veramente, del tutto?

Si può conoscere una persona tanto da poterla salvare da se stessa?

La risposta che io mi sono data, dopo infinito dolore, è NO.

Non si può conoscere qualcuno del tutto.

E, è più di tutto, ci sono cose nei confronti delle cui si è impotenti. Impotenti, impotenti, impotenti.

Every ed io incominciammo a passare tutti i giorni insieme. Le giornate erano insieme infinite e troppo corte, un insieme confuso di ore e pasti, e brevi dormite, troppo brevi , perchè la smania era ciò che permeava quei giorni, più di qualsiasi altra cosa.

A volte mi chiedo come facessi a saperlo, ma il fatto è che io sentivo di non avere molto tempo. Sentivo... la disperazione, l'acqua che saliva e saliva e saliva fino a sommergere entrambi.

Every non mi faceva entrare in casa sua, ma mi permetteva di fare qualsiasi altra cosa, quando ero con lui. Voleva che io facessi tutto tutto quello desideravo e avevo sempre desiderato fare. Che fosse correre scalzi sotto la pioggia, mangiare solo gelato per tutto il giorno, o, come avevo avuto l'occasione di imparare da un maestro in materia, rubare cavoli.

"Odio i cavoli, in realtà. " mi confidò una volta. Si era arrampicato su un albero, cosa in cui era incredibilmente bravo. Non sembrava provare alcun timore di cadere, al contrario di me. Alla fine, io mi ero fermata al primo ramo e lui molto più in alto, ma avevo trovato una nicchia molto comoda in cui potevo restare semi-sdraiata a guardarlo, ed ero abbastanza contenta. Lui fumava.

"Ma sono cose che nessuno ruberebbe, ed è questo l'interessante. "

"E perchè l'hai messo nella mia borsa?"

"Perchè così era più divertente. Dovevo rubare un cavolo, e poi anche andare a cercarlo."

Sorrise, assorto.

"E poi perchè eri incredibilmente carina"

Sorrisi anch'io.

"Grazie."

"Prego."

Restammo in silenzio, poi dissi:

"Perchè non vuoi che venga a casa tua?"

"Perchè sto nascondendo qualcosa che non voglio che tu veda." rispose, semplicemente.

"Non capisco."

"Ed è esattamente quello che voglio. "

Sospirai. Lui mi offrì una sigaretta, come segno di pace. La accettai.

Non volevo infastidirlo. Mio Dio, non volevo infastidirlo in nessun modo, ma come poteva pensare di potermi dire una cosa del genere e non farmi nascere la curiosità?

Semplicemente, non sapevo cosa nascondeva a casa sua.

O meglio, cosa nascondeva dentro di se'.

Ma non passò molto, che ciò che nascondeva venne a scovarlo.

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