capitolo 1

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  A Louis non importava particolarmente del parere degli altri. O meglio, non gli importava in generale dei pareri altrui, a meno che questi non fossero apertamente negativi. Andare ad una conferenza stampa e annuire quando i loro manager avessero detto: "si, sono gay e stanno insieme", ne era certo, avrebbe solo attirato pesanti giudizi e una valanga di gratuiti insulti.
Per cui quel pomeriggio, mentre se ne stava seduto in salotto ad ascoltare Harry raccontare agli altri tre quello che ero successo qualche ora prima, Louis, avrebbe voluto morire.
"Sono dovuto uscire dalla finestra del college" disse Harry ridendo
"Oddio, ma è terribile" iniziò Liam guardandosi attorno per raccogliere consenso. Louis annuì di rimando pienamente d'accordo. Era orribile, osceno, orrendo, inaudito eppure pareva divertire molto sia Harry che Niall...Zayn invece non mostrava alcun segno di interesse.
"Ma và" rispose Harry con un ampio gesto del braccio, come a voler spostare da sé tutta la negatività di Liam.
"No Harry sul serio, è orribile" tentò ancora Liam "sicuro di stare bene?" domando poi studiando la situazione da un altro punto di vista. Se Harry non era arrabbiato come qualsiasi persona normale sarebbe stata, forse era sotto shock, pareva suggerire Liam con quello sguardo indagatore.
"No Liam, Harry sta bene" intervenne Louis "lui sta sempre bene".
Harry si girò a guardarlo.
"Cosa intendi?" domandò
"Che tu non capisci mai la gravità delle cose che succedono intorno a te" gli rispose Louis mettendosi in piedi.
Harry sembrava davvero sconvolto.
"Cosa sarebbe successo di così grave? Ma siete tutti scemi?" chiese poi ai quattro che lo guardavano. Niall smise di sorridere e guardò Zayn, che finalmente mostrava un po' di empatia, verso tutta la questione.
Liam invece, pienamente d'accordo con Louis, cercava di non incrociare lo sguardo di nessuno mentre annuiva impercettibilmente ad ogni parola del più grande.
"Certo Harry" continuò Louis "certo, cosa c'è di grave in un centinaio di persone che urlano slogan omofobi alla porta d'ingresso di un college che ti eri appena chiuso alle spalle?" incrociò teatralmente le braccia e con un sorrisino di sfida invitò Harry a rispondere.
Harry si leccò le labbra e deglutì. Cercava di ordinare i pensieri che aveva in testa in una sorta di ordine logico e sensato. Questa operazione però non gli riuscì granchè bene perché tutto quello che riuscì a rispondere fu: "omofobi in che senso?"
"Omofobi in che senso?" gli fece eco Louis.
Zayn alzò una mano come a voler chiedere il diritto di parola e fece seguire a questa tacita richiesta un leggero tossicchiare fintamente trattenuto. "Posso?" chiese poi, per essere certo che nessuno gli rifiutasse il diritto di esprimersi.
Louis non riusciva a capacitarsi della domanda di Harry, si guardava intorno come in cerca di qualcuno che lo aiutasse a capire che cosa cazzo aveva in testa il suo compagno di band. Per cui, quando notò la manina alzata di Zayn fu ben felice di sapere che forse qualcuno avrebbe potuto aiutarlo a far ragionare quell'idiota.
Liam scosse la testa in direzione di Louis, come a volerlo mettere in guardia da quello che Zayn stava per dire. Niall invece con entrambe le mani dietro la nuca osservava il siparietto.
"Sentiamo" disse Louis
"Urlavano che sei frocio, Harry" spiegò Zayn intingendo ogni parola nella più totale ovvietà.
"Te l'avevo detto" disse Liam a Louis alludendo al impagabile tatto di Zayn.
Harry sbuffò infastidito "questo lo avevo capito" disse "non capisco perché parliate di omofobia".
"Ah beh, amico" disse Zayn a Louis "io ci ho provato, questo proprio non ci arriva" e così dicendo si congedò in camera sua seguito da Niall, che dell'intera discussione aveva capito poco. Si alzò e diede una pacca sulla spalla ad Harry, tra i due gli sembrava quello più bisognoso di conforto.
Si allontanò ma poi tornò indietro e diede una pacca anche a Louis, non gli sembrava giusto confortare solo uno dei due.
Liam invece non sapeva cosa fare.
"Cosa cazzo vuol dire che non capisci perché diciamo omofobi? Harry, dio santo!!!!" riprese Louis iniziando a camminare per il salotto, non riusciva a stare fermo.
"Beh, io vado di là" disse Liam alzandosi.
"NO" gli fece Harry "rimani qui".
Liam guardò Luois che rispose al suo eloquente sguardo "no Liam è inutile che mi guardi, non so che cazzo dirti, fai quello che vuoi, fai quello che dice Harry, non lo so".
Liam si riaccomodò sul pavimento, Harry gli si piazzò davanti e incrociò le braccia "spiegami perché dite omofobi" disse poi.
"Avanti Liam, spiega" lo incalzò Louis sedendosi sul divano "avanti, prova tu"
"Harry, vedi...ti davano del frocio, è grave capisci?" iniziò Liam
"Ma io lo sono" disse Harry voltandosi verso Louis che continuava a scuotere la testa.
"Si, bene ma...Harry, non possono dirlo, non possono urlarlo capisci?...e comunque al limite sei gay, bisessuale, quello che vuoi, ma non si dice frocio" rispose Liam con un tono il più amichevole possibile.
"Il problema allora è di chi urlava quelle frasi, certo non mio, perché dovrei preoccuparmene? Posso fare qualcosa per farli smettere? Posso forse uscire e urlare al mondo che sono etero??? Cambierebbe qualcosa? Louis lo fa ogni giorno e non mi pare che sia un'icona etero" disse Harry.
"Cos'è che faccio ogni giorno?" domandò Louis alzandosi.
Liam capì che era giunto il momento. Doveva andarsene.
Si alzò anche Harry che seguì con lo sguardo Liam sparire dietro la porta della camera.
"Esci con quella cretina per mano" rispose Harry "negalo" disse prendendo un giornale di gossip, uno di quelli da quattro soldi, dove l'immagine di Louis e Eleonor all'aeroporto troneggiava in prima pagina.
Louis non guardò nemmeno la rivista, sapeva bene cosa vi era impresso e non gli andava di rivedere quella foto.
"Sei un povero coglione" rispose invece guardando negli occhi Harry "non hai mai capito niente"
"Sono un coglione perché? Perché a differenza tua ho il coraggio di ammettere a me stesso e al mondo che sono gay?" domandò Harry muovendo un passo verso di lui "per questo?"
"Al mondo? E quando lo avresti annunciato al mondo?" domandò Louis "troppo comodo nascondersi dietro al mio rifiuto di fare outing, io non voglio dirlo e dunque tu sei frenato? Stronzate. Nemmeno tu vuoi".
Harry sorrise in modo triste "è esattamente così invece, io sono frenato da te, non voglio farti del male"
"Ah si?" domandò scettico Louis "non si direbbe, perché non manchi mai di mettermi sotto gli occhi la foto di me e della mia..." fece una pausa e cercò con gli occhi il giornale abbandonato per terra "della mia ragazza" continuò.
Harry non rispose.
"Si Harry, perché c'è una novità, sai? Non sei l'unico a stare di merda per questa situazione, tu almeno non dovevi sorbirti interminabili servizi fotografici con la tua fidanzatina per mano" disse Louis "anche il mio mancato outing è un modo per proteggere te, noi", concluse calciando il giornale lontano da loro, che rimasero a guardarsi immobili.
"Quando finirà tutto questo?" ebbe solo il coraggio di domandare Harry, prima di avvinarsi a Louis e abbracciarlo.
"Finirà?" domandò Louis di rimando, stringendo a se Harry.
Louis adorava abbracciare Harry, era quel tipo di abbraccio che non smette mai di dare affetto, anche quando non si è più intrecciati, anche quando si è lontani. L'abbraccio di Harry ti rimane addosso, come un profumo, come un tatuaggio. Come musica.

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