capitolo 8

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  L'apocalisse. Un paesaggio post atomico. A Louis non veniva in mente altro per descrivere la propria camera. Cosa diamine era successo lì dentro?
Niall, appoggiato allo stipite della porta con le braccia conserte e un'espressione divertita sottolineò il tutto con un "te l'avevo detto io...".

"E cosa stava cercando?" domandò Louis ancora incredulo.
"Una foto, ha detto"
"E l'ha trovata?"
"Si" disse Niall addentando una mela.
Fantastico. Di male in peggio.
"Per quale ragione il mio letto è fradicio?"
"Ehm" inziò Niall ma Louis non gli lasciò il tempo di rispondere perché infatti domandò: "E dov'è ora?"
"La foto o Harry?"
"Harry" Louis ci pensò su un attimo "se ti avessi chiesto dov'era la foto cosa avresti risposto?"
Niall si guardò intorno... "beh" iniziò a parlare con la bocca piena "avrei detto che è un po' lì, un po' lì e un po' giù dalla finestra"
"HA STRAPPATO LA FOTO?" domandò Louis quasi urlando
"No... non esattamente..." rispose Niall con aria colpevole.
Louis gli si avvicinò con sguardo omicida e si fermò solo quando i loro visi furono a pochi centimetri di distanza.
"Cosa intendi con non esattamente, Niall?"
"Beh, prima ha provato a strapparla, ma credo fosse plastificata... allora mi ha chiesto di morderla... MA... ti giuro che mi sono rifiutato... e poi..."
"E poi...?"
"Poi ha provato a tagliarla, e c'è riuscito... ma poi credo gli fosse venuta una mezza idea di fumarla perché l'ha arrotolata e ha cercato di darle fuoco... ed è lì che ci siamo accorti che era plastificata veramente".
"Come ve ne siete accorti, Niall?" chiese Louis prendendo il biondo per il colletto della maglietta.
"Mi metti i brividi quando mi guardi così... dici il mio nome in modo cattivo"
"COME VE NE SIETE ACCORTI, NIALL?"
Niall si liberò e si allontanò di qualche passo e alzando le spalle indicò il soffitto.
"È che sono partiti gli allarmi di fumo e ha iniziato tipo a piovere"
"Oh buon Dio, è per quello che il mio letto è inzuppato d'acqua?"
"Anche"
"ANCHE, Niall...ANCHE???"
"È che poi è arrivato Liam... io non sono sicuro di cosa sia successo dopo".
Louis era assolutamente, totalmente, incredibilmente sconvolto.
"Ti chiamo Liam?" domandò Niall
"No" rispose Louis "Liam lascialo dov'è, sta parlando con Zayn".
Louis si guardò intorno, non sapeva da dove iniziare per mettere a posto.
"Vado a parlare con Harry" disse infine "grazie per aver badato a lui eh, grazie davvero Niall"
"Figurati" sorrise Niall, anche se non era proprio sicuro che lo stesse ringraziando davvero.


"Disturbo?" domandò Louis entrando e sbattendo la porta della stanza di Harry alle proprie spalle.
"Sì" disse Harry, cioè... la voce di Harry.
"Dove diamine sei?" chiese Louis muovendo un passo all'interno della stanza.
"Quassù" disse nuovamente la voce.
"E c'è un particolare motivo per il quale sei sull'armadio?" sospirò Louis.
Non poteva essere vero tutto quello che stava succedendo. Non poteva.
"Non trovavo una cosa e quindi sono salito qui per vedere se dall'altro la vedevo" disse Harry "e comunque non sono cazzi tuoi"
"No infatti, non lo sono" disse Louis sedendosi sul letto di Harry "avrei tanto voluto tornare a casa e mettermi a letto..."
"Con chi?" domandò Harry
"A dormire Harry, da solo, sai nei letti a volte si dorme anche" sibilò Louis di risposta. "Ad ogni modo" proseguì il più grande "sai cosa ha impedito che io me ne andassi tranquillamente a dormire?"
"Non riesco proprio ad immaginarlo, forse i sensi di colpa Louis"
"No. In realtà in camera mia sembra che qualcuno abbia appena intrapreso e perso una partita a Jumangi, e sembra anche che qualche ladruncolo mi abbia rubato una foto. Ne sai niente?"
"No" disse Harry migliorando la propria posizione. Lasciò che le gambe penzolassero dall'armadio e poggiò la schiena al muro.
"Scendi da lì" gli disse Louis
"Non dirmi quello che devo fare"
Louis si alzò in piedi, era davvero stanco di tutta quella situazione.
"Perché hai strappato la foto?"
"Non l'ho strappata, tecnicamente" precisò Harry
"Oh ti prego risparmiami questa storia, l'ho già sentita da Niall e mi è bastata"
"Beh" iniziò Harry "pensavo non ti importasse della foto, credevo ti arrabbiassi di più per la storia della pipì"
"La storia di cosa?"
"Della pipì, Niall non ti ha detto che ho fatto pipì sul tuo letto?"
Louis non sapeva se ridere o piangere
"L'ha omesso... ha detto che è arrivato Liam e che lui non si ricorda cos'è successo dopo gli allarmi anti fumo"
"Liam? Liam è stato a piangere in camera sua quasi tutto il tempo, non è mai entrato in camera tua"
Louis sospirò e poggiò la fronte all'armadio.
"Perché hai fatto pipì sul mio letto Harry, perché fai tutto questo? Perché sembrate tutti imbecilli qui dentro?"
Harry sorrise, gli faceva davvero pena Louis. In effetti perché stava facendo tutte quello stronzate?
Si lasciò scivolare su un fianco e abbandonò una mano verso la testa di Louis ancora appoggiata al legno dell'armadio.
Gli accarezzò i capelli.
"Perché sono arrabbiato Lou" disse
"Era la nostra prima foto, la prima foto insieme... perché l'hai... distrutta...?" chiese Louis, senza sciogliere la propria posizione e senza impedire a Harry di toccargli i capelli.
"Perché vorrei fosse possibile"
"Cosa?" domandò Louis
"Distruggere tutto quello che ti riguarda. Se non posso stare con te... non voglio nemmeno ricordare di esserci stato un tempo. Non voglio svegliarmi ogni mattina e sapere che un tempo eri mio e che ora non lo sei più... non voglio".
Louis alzò la testa verso l'alto, verso Harry acciambellato in modo buffo sull'armadio. Harry ricambiò lo sguardo e tirò sul col naso, mentre con una mano si asciugava alcune lacrime.
Era bello anche così. Era bello anche quando si mostrava bambino, anche quando era talmente fragile da poter essere spezzato anche solo con la forza del pensiero.
Louis alzò un braccio e lo aiutò nell'asciugare le lacrime.
"Scendi" gli disse.
Harry annuì e si mise seduto.
"È che non so come si fa" disse poi guardando verso il basso
"Come ci sei salito?" domandò Louis certo che la risposta non lo avrebbe affatto sorpreso
"Mi ci ha messo Niall... mi ha aiutato insomma"
"Ma Niall che cos'ha? Lo avete drogato?" si informò Louis sinceramente perplesso.
Harry rise.
Il più grande avvicinò una sedia all'armadio, vi salì in piedi e allungò entrambe le braccia verso Harry che sorrise nel modo più dolce e attraente che Louis avesse mai visto in tutta la sua vita.
Harry si aggrappò alle spalle di Louis e si lasciò scivolare verso il basso. I piedi toccarono quasi subito la seduta della sedia e presto la normale differenza di statura tra i due fu ristabilita.
"Io ti amo" sussurrò Harry.
Louis non poteva reggere oltre tutta quella situazione.
"Ti prego" disse appoggiandosi al petto di Harry "ti prego, non farmi questo"
"Questo cosa?"
"Non dirmi che mi ami... io vorrei solo che tu dimenticassi tutto quanto"
Harry mise una mano sotto il mento Louis e gli alzò appena la testa, per permettergli di guardarlo negli occhi.
"Vuoi che lo dimentichi? Tu lo hai dimenticato?"
"No. No ad entrambe le domande ma sarebbe molto meglio... lo sai, per tutti e due"
"Perché?" sospirò Harry, era nuovamente sull'orlo delle lacrime "perché? Non facciamo niente di sbagliato"
"Lo so. Ma io non sono pronto, questo è tutto quello che posso dirti"
Harry sospirò.
"Allora facciamo finta, uscirò con Eleonor, fingerò di essergli amico, farò tutto quello che vuole Jason e non proverò mai più a fare outing ma ti prego, ti prego... stiamo insieme. Non lo saprà nessuno, non lo diciamo nemmeno ai ragazzi, ma non mi lasciare".
Fu come se qualcuno gli avesse tirato una secchiata d'acqua ghiacciata, fu come se un tornado gli fosse appena nato nello stomaco, come se il pavimento cedesse e come se il cielo gli franasse addosso.
Cosa avrebbe dovuto rispondere? Poteva funzionare?
Un bacio può essere frainteso? Un bacio può essere un addio o è sempre e solo una risposta affermativa alla domanda "resterai con me?"
Louis non aveva risposta a nessuna di queste domande, non sapeva cosa fosse giusto e cosa no però lo fece, senza pensare, lasciò che le sue labbra riprendessero posto su quelle di Harry e lasciò che tutte le lacrime che aveva accumulato in quei giorni scendessero senza freno lungo le sue guance.
Lasciò che il suo cuore riprendesse a battere seguendo il ritmo del corpo di Harry e lasciò che la mano del più piccolo lo conducesse giù dalla sedia, verso quel letto tanto famigliare che profumava di lui e del loro amore.

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