Secoli oramai si aggira per le strade di New York, chissà se in cerca della sua vita perduta o di vittime da sacrificare, per portare avanti la sua vita immortale iniziata quattro secoli fa durante una battuta di caccia nelle foreste dell'India.
Era li che viveva, un giovane inglese dall'aria fiera, i capelli fulvi e gli occhi di quel verde smeraldo tipici della Scozia, con il viso leggermente puntinato di lentiggini che ora non erano più visibili, visto che la sua pelle era diventata di porcellana.
La sua bellezza però è rimasta sempre la stessa.
Un viso semplice con dolci lineamenti adolescenziali che hanno conosciuto l'amore in quella terra lontana dove è rimasta sia la sua vita mortale sia il suo unico e più grande amore.Eh sì, una giovane dalla pelle color ebano, le labbra morbide e gli occhi più neri della pece, ma sempre splendenti alla luce del sole.
L'unico amore che abbia mai avuto quell'uomo che ora si aggira nei vicoli bui di questa grande Mela.
Alla ricerca di se stesso.
Forse è proprio questo che lo ha portato ad andare avanti per tutto questo tempo.
Ma quella sera, dopo il tramonto, nel calare delle tenebre sui grattacieli e nelle vie di quell'immensa città ripensò a lei.
La dolce Marien, l'unica donna mai amata e perduta per sempre durante quella notte di caccia.
Portatagli via da quella bestia che ne ha fatto di lui un'immortale.
Ma stanotte non fu una notte come tutte le altre.
Lo sentii chiaramente, quella sera era alla ricerca di qualcosa oppure di qualcuno?
Non lo sapeva bene nemmeno lui ma il suo istinto sapeva che c'era qualcosa che lo attira in quei vicoli abitati da barboni e cani randagi.
Arrivato davanti ad una porta socchiusa da cui scaturiva una fievole luce come se provenisse da una candela, quello scenario gli riportò alla mente il tempo in cui era ancora "vivo."
Il fruscio del suo cappotto nella lieve brezza serale era l'unico rumore che si sentiva quando si ritrovò a guardare al di là della porta, ormai aperta.
Era una piccola porta di servizio che dava al retro di un piccolo negozzietto artigianale, uno di quelli dove si fabbricano piccoli pezzi unici di artigianato orientale, molto simile a quello che lui conosceva.
Da quello che aveva imparato a conoscere nella sua piccola parte di India, durante quei tempi che ora fa male anche solo ricordare.
All'interno del piccolo stabile vi era un vecchio ormai stanco e oppresso dagli anni che alla luce di una candela lavorava su di un piccolo pezzo di ebano.
Lo intagliava e dalle linee create con tanta cura, si capiva la forma di quell'opera.
Le curve di una giovane donna con i lunghi capelli sciolti sulla schiena, seduta soavemente su un tronco d'albergo.
L'immortale continuò ad osservare il vecchio in silenzio, senza che lui se ne accorgesse.
Poi un attimo di silenzio irruppe nella stanza, solo il rumore del traffico fuori dalla porta.
Ad un tratto il vecchio parlò all'uomo dietro di lui come se lo conoscesse da sempre.
"Lo sapevo che saresti venuto di nuovo"
Gli disse l'artigiano.
L'immortale lo guardò impassibile anche se la sua mente era altrove, immersa nei propri pensieri.
Il vecchio allora continuò:
"Lei ti ha aspettato tanto i questi anni. L'hai creduta morta, ma non è così.""Lo so..."
Rispose solamente l'immortale, continuando a guardare il duro lavoro dell'anziano per qualche minuto, poi aggiunse:
"Sono venuto per lei."
Il vecchio, senza staccare gli occhi stanchi e affaticati dal proprio lavoro, allungò la mano verso un piccolo baule accanto al tavolo, lo aprì e gli porse una lettera.
"È sua... mi ha pregato di dartela appena saresti venuto a farmi visita e mi ha anche commissionato questo lavoro da donarti con essa"
L'immortale si avvicinò lentamente senza alcun rumore, prese la lettera la aprì, dopo averla letta, l'unica frase scritta in un inglese vecchio di secoli fa, catturò la sua attenzione entrandoli fin dentro l'anima ormai perduta.
" Ben tornato... Dolce amore "
Prese la lettera con la piccola opera intagliata ed uscì nell'odore pestilenziale del vicolo.
Cercò un posto dove sperava che la sua mente si potesse riposare e pensare a tutto ciò che era appena accaduto.
Ed ecco che arrivano in un parco della città di New York, c'era proprio lei, seduta su un tronco d'albero.
La donna che solo lui aveva amato e che continuerà ad amare per sempre, per l'immensità dei tempi e nell'immortalità della sua vita, concessali da quel mostro.
Quella donna dai lunghi capelli neri sciolti sulla schiena, quelle labbra che non avevano smesso di essere bellissime anche difronte alla splendida luce della luna, quei magnifici occhi scuri come la pece che non avevo perso il loro splendore e che ora era più vivo che mai al risplendere della luna, quella pelle del colore dell'ebano che era rimasta liscia e vellutata nei secoli, che profumava non di morte, ma di immortalità mista a incensi.
Era lei Marien, la ragazza che aveva tentato di separare dall'abbracio mortale di quel vampiro in quella notte lontana.
Che lui aveva creduto morta.
Era lì davanti a lui e lo guarda come la prima volta, perdendosi nei suoi favolosi occhi verdi come smeraldi che hanno ripreso a risplendere davanti a questo miracolo, dell'immortalità.
"Ben tornato... Dolce amore"
Gli disse guardandolo nei sui occhi verdi e profondi
"Ti ho aspettato tanto tempo ed ora possiamo continuare la nostra strada insieme."
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Storie Brevi
Short StoryRacconta di storie brevi dai temi più svariati. Ogni capito, una nuova storia. Temi: Storie di mia inventiva. Leggende esistenti. Personale. Lettere. Trama anime E molto altro ancora...