Prologo

14 3 2
                                    

Quando papà mi chiama dal piano di sotto, sto per chiudere la valigia. Alle cinque ho il volo per New York e sono già in ritardo.

So che non mi mancherà nulla, qui la mia famiglia ormai è solo mio padre ma con lui ci sentiremo per telefono e di amici non ne ho molti, non ne ho mai avuto tempo. Questa città non mi è mai piaciuta anche se non c'è un motivo ben preciso.

Quando sto finalmente scendendo le scale per uscire di casa sento il suono di un clacson che mi fa capire che mio padre mi aspetta in macchina. Chiudo la porta di casa senza salutare la nuova compagna di mio padre e salgo in macchina.

Arrivati in aereoporto scendo dalla macchina e saluto mio padre.
Arrivo in tempo e dopo aver controllato il passaporto e le valige salgo in aereo.

Accanto a me c'è una bambina con le treccie che stringe forte la mano alla sua mamma, mi viene da piangere, ho già la vista appannata, sbatto le palpebre velocemente, cacciando indiretto le lacrime.

Io ho perso mia madre solo un anno fa, è stata investita da un sedicenne alcolizzato. Stava parlando al telefono con mio padre, stavano litigando. Da quando lei è morta in casa è calato il silenzio. Fino a quando conobbe Nicole, la sua nuova segreteria. Da una settimana lei e suo figlio vivono a casa nostra. Io non mi sentivo più a mio agio, in quella casa non esistevo più, anche se mio padre mi voleva bene non mi degnava più di molte attenzioni. Così decisi di trasferirmi a New York dai miei nonni materni. Non perdoneró mai mio padre per aver sostituito mamma, lei al posto suo non lo avrebbe mai fatto. I miei genitori sono la dimostrazione che l'amore non esiste veramente, si sta solo bene con una persona non la si ama.

Sono ormai passate quattro ore e la voce della hostess ci avvisa che l'aereo sta per atterrare. Qualche minuto dopo mi alzo per prendere i bagagli. Fuori piove, yeah, un modo migliore per incominciare settembre? Esco nel parcheggio dell' aeroporto e chiamo un taxi, qui l'aria è totalmente diversa, tutto è diverso da Milano.

Dopo mezz'ora sono davanti a una grande casa, dovrebbe essere quella dei miei nonni. Prendo i bagagli e pago il taxista.

Citofono e poco dopo ad aprire è mia nonna con dietro il nonno. Non vedo i miei nonni da un anno, precisamente dal funerale di mia madre. Mia nonna non è più la donna di prima, i suoi occhi non brillano più come una volta adesso sono tristi.
"Ma guarda chi c'è! Ros, ci sei mancata moltissimo"
"Anche voi mi siete mancati, nonno"
"Vieni entra, abbiamo preparato il pranzo"
Andiamo verso la cucina, dove ci aspetta una tavola perfettamente apparecchiata. Ci sediamo a tavola e io sono particolarmente tesa.
"Allora che mi racconti?"
"Niente di nuovo nonna, la solita noia"
"Vedrai che la tua vita qui avrà una svolta, ti sentirai meglio è per qualsiasi cosa noi ci siamo" mi fa l'occhiolino.
"Grazie" dico sorridendo.

Mia nonna non è mai stata un ottima cuoca, ma la cena non è stata male.
"La tua stanza è al secondo piano, la seconda porta a sinistra"

Prendo le valigie e salgo su per le scale.
La mia stanza è spaziosa e rosa, ha un grande armadio e un comodo letto di una piazza e mezza sistemato accanto al muro. Sistemo le mie cose e quando finalmente mi metto a letto mando un messaggio a mio padre dicendo che sono arrivata e che è tutto apposto.

Salve gente. Spero che questo libro vi piaccia, attendo voti e commenti. Miriam
Ps: il libro è scritto da Alan non da Ros

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 22, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

DiversaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora