Capitolo 32 - Cinema e pop-corn

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Era un sabato sera. Un raro sabato sera in cui ero uscita di casa. Di solito li passavo a casa, sul divano, davanti alla tv, guardandomi un bel film.
Stavolta invece Gabriele era riuscito a convincermi ad andare con lui e i suoi amici al cinema.

Ma me ne stavo pentendo. Era appena iniziata la pausa, e io ne approfittai per fare un bel respiro.
Avevano deciso di vedere un thriller, e la cosa non era esattamente il mio genere. Mi ero praticamente aggrappata al braccio di Gabriele quando le scene si erano fatte più violente. Che ansia!

E sì che leggevo gialli e thriller, e mi piacevano anche. Ma i film erano tutta un'altra cosa. Mi mettevano un'ansia assurda... e a saperlo prima sarei rimasta a casa.
Ma per fortuna avevo lui, che sopportava la mia stretta.

«Stanotte avrò gli incubi» mormorai staccandomi dal braccio del mio ragazzo.
«Un motivo in più per dormire da me» commentò lui.
Mi voltai a guardarlo, inarcando il sopracciglio. Lui rispose al mio sguardo, alzando l'angolo della bocca.
Cavolo, ogni volta che lo guardavo mi sentivo la pancia sottosopra! Era bello. Troppo bello.

Io ogni volta rischiavo seriamente di imbambolarmi a guardarlo, chiedendomi come potesse essere mio. E lui non faceva niente per rendermi le cose più facili. Non avevo ancora capito se fosse consapevole del proprio fascino. Ma sì, doveva esserlo per forza! Tutti gli sguardi che si beccava da parte delle ragazze non lasciavano alternative.

Quegli occhi incredibilmente azzurri che si ritrovava, e i capelli scompigliati al punto giusto, già erano due punti a suo favore.
Per non parlare del suo sorriso, che ti faceva sentire la persona più speciale di questo mondo.
E il carattere! Incredibilmente gentile e premuroso, divertente e un po' bambino a volte, e serio e composto in altre.

Era una persona bella! Il fatto che lo fosse anche esteriormente lo rendeva l'uomo perfetto; ai miei occhi almeno.

«Pop-corn?».
Tornai al presente e alzai gli occhi su Daniel, appena tornato con tre enormi contenitori di pop-corn.
«Grazie». Gabriele ne afferrò uno, appoggiandoselo sulle gambe.
E Daniel tornò a sedersi al mio fianco.
«Guarda che se vuoi cambiare lato per aggrapparti fai pure, mi offro disponibile» fece, stampandosi un sorrisetto in faccia.
«Vuoi una manata in testa?». Eccolo! Lo sapevo...

Alzai gli occhi al cielo, poi li guardai. Prima uno e poi l'altro.
«Voi due siete incorreggibili!».

«Dani, la mia... e sottolineo "mia" ragazza» cominciò Gabriele passandomi un braccio sulle spalle «è off-limits. Punto».
«Lo so, mica le ho proposto di venire a letto con me» rispose l'altro con un'aria fintamente innocente.

«Oddio» mormorai coprendomi il viso con le mani. E sentendo subito dopo il rumore di una sberla.
«Sei uno dei miei migliori amici, ma a volte sei terribilmente idiota» commentò a bassa voce Gabriele.
«O terribilmente divertente?» replicò l'altro.
«Scusa Elisa, lo so che l'unico che può averti nel suo letto è seduto alla tua sinistra».

Mi sentii arrossire.
«Ecco, hai capito!» rispose il diretto interessato.
"Vi prego, fate ricominciare il film. Vi prego, vi prego, vi prego!" pensai sperando che la pausa finisse presto.
Tolsi le mani dal viso. «Ma dovete proprio parlarne qui?» borbottai fulminando Daniel con lo sguardo.

Lui mi guardò, inclinando la testa.
«Sei arrossita?» chiese divertito.
Mi lasciai scappare un gemito di frustrazione, poi gli diedi le spalle girandomi verso Gabriele. E notando Matteo e Tommaso intenti a seguire il nostro discorso.
Tornai con lo sguardo sul ragazzo davanti a me, poi mi risedetti al mio posto sprofondando nella poltrona.
«Non ci vengo più al cinema con voi» annunciai «Siete peggio dei bambini».

In quel momento esatto si spensero le luci della sala e il film riprese.
Rimasi sprofondata nella mia poltrona, allungando ogni tanto la mano fino alla scatola di pop-corn, che finirono molto presto.
Gli occhi incollati allo schermo, fino a quando la mano di Gabriele cercò la mia, stringendola.
Mi girai verso di lui e lo trovai a guardarmi. Mi sorrise, e il mio cuore si sciolse.

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