Capitolo 41 - Qualcosa di inaspettato

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«Buon compleanno fratellone!» esclamai appena vidi Marco uscire dalla sua stanza.
«E buon Natale!» aggiunsi fiondandomi tra le sue braccia. Eh, sì. Era il giorno, o meglio, la mattina di Natale.
«Grazie Eli» rispose ancora mezzo assonnato.

Era tornato a casa una settimana prima. Quanto era bello poterlo vedere ogni giorno!
Mi stritolò in quell'abbraccio, poi io scesi a fare colazione, trovando i miei genitori già seduti a tavola.
Feci gli auguri ad entrambi e mi sedetti con loro.

Era incredibile come stesse passando veloce il tempo... Io e Gabriele eravamo insieme da quasi cinque mesi ormai, anche se c'erano stati quei due/tre giorni neri di mezzo. Ma tutto era passato, si era risolto ed io ero di nuovo felice come prima.

A proposito di Gabriele, gli risposi al messaggio che mi aveva mandato e gli feci gli auguri.
Non ci saremmo visti prima di sera. Io avevo il pranzo con la mia famiglia, e lui con la sua. Era giusto che potesse passare un po' di tempo anche con loro.

Lo amavo.
Rendeva la mia vita migliore anche semplicemente guardandomi e basta.
Era in grado di farmi stare meglio solo con un sorriso, e capiva sempre cosa mi stesse passando per la testa.
Ero fortunata ad avere incontrato lui, fortunata che lui mi amasse così tanto.

Per il resto la vita continuava. Nessuna novità ancora nel campo del lavoro, ma avevo incontrato una famiglia con due bambini che aveva bisogno di una baby-sitter per tre giorni la settimana.
Ci ero già andata, i genitori erano ok, i bambini un po' vivaci, ma niente che non riuscissi a gestire.
Avevano 9 e 7 anni, più grandi di Stefano. Entrambi maschi, amanti della lotta, dei videogiochi e delle corse in bici con gli amici.

Perciò in qualche modo riuscivo a riempirmi i pomeriggi della settimana, rimaneva da trovare qualche lavoretto per la mattina.
Ero sempre con gli occhi aperti in attesa di qualche occasione.

Finii di fare colazione proprio quando Marco scese e ci raggiunse.

Dopo colazione ci sedemmo sul divano e ci scambiammo i regali.
«Il tuo Eli lo avrai stasera» mi disse Marco dopo avermi ringraziato per il suo.
«Perché?» chiesi perplessa di fronte alla sua faccia divertita.
«Perché l'ho preso insieme a Gabs, è da lui» rispose con un'alzata di spalle.
«Oh, ok» risposi, mentre già mi chiedevo cosa potesse essere, e allo stesso tempo sorridevo per quello strano soprannome.

Dopo aver aperto i regali ed esserci messi tutti in ghingheri, come tradizione andammo dai nonni per il pranzo di Natale, trovando tutta la parentela vivace e chiassosa.
Non mancò l'enorme scorta di cibo e la solita partita a tombola, comprendente i premi più disparati.
Alla fine avevo racimolato un piccolo bottino composto di una scatoletta di smarties, un piccolo block notes e una penna.

Rimanemmo lì quasi tutto il pomeriggio, era bello passare de tempo così in famiglia...
Verso le sei tornammo a casa e subito Marco volle portarmi dal mio ragazzo per darmi quel famoso regalo.
Andai a sistemarmi un po', poi tornai in salotto e mi infilai la giacca. Marco, che nel frattempo se n'era rimasto sdraiato sul divano, fece lo stesso. Salutammo mamma e papà, salimmo in macchina e nel giro di una decina di minuti eravamo già lì.

Bussai alla porta, che si aprì dopo qualche secondo mostrandomi il mio angelo. Avessero potuto cambiare forma, i miei occhi sarebbero diventati due cuori...
Era bello, lo ripetevo sempre. Ma lui per me era davvero meraviglioso, specialmente quando si metteva così in tiro. In quei casi faceva fare le capriole al mio cuore, e anche alla mia testa, ammettiamolo.

Mi prese, tirandomi dentro, e non mi lasciò nemmeno salutarlo che le sue labbra si erano già avventate sulle mie.
Sentii mio fratello, dietro di me, schiarirsi la voce. Ci staccammo e Gabriele sorrise imbarazzato.
«Scusa, dovevo farlo. Ciao Marco!» salutò alzando gli occhi su di lui.
«Ciao amore» mormorò poi stringendomi.
«Ciao Gabriele» risposi, godendomi quelle sue attenzioni.

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