Capitolo 22 - Stiamo flirtando?

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«Ciao sorellina!! Sono felice di vederti!» esclamò il fratellone stritolandomi.
Sorrisi e cercai di non soffocare «Anche io!».
«Sabato ce ne andiamo al mare eh!» aggiunse scompigliandomi i capelli.
Protestai e scivolai via dalla sua presa «Lo so».

Era giovedì sera e Marco era appena arrivato a casa.
Perciò io ero estremamente eccitata e su di giri.
Perché: 1, Marco era tornato; 2, saremmo andati al mare; 3, Gabriele.

Sì. La cena, sabato sera, era stata assolutamente perfetta.
Avevo passato circa mezzo pomeriggio a decidere come vestirmi, l'altro mezzo a cercare di farmi passare il nervosismo. E l'ultima ora a vestirmi e a prepararmi sul serio.
Avevo messo il vestitino bianco, quello di Milano, quello che indossavo quando avevo incontrato Mika.
Mi faceva sentire bella, più bella del solito.

Mi era venuto a prendere, e quando i miei occhi si erano posati su di lui ero rimasta senza fiato. Si era messo in tiro, con pantaloni eleganti e camicia bianca. Il colletto sbottonato e le maniche arrotolate fino ai gomiti. Era una visione!

Ovviamente mi aveva aspettata in macchina, e mi aveva salutata con un dolce bacio sulla guancia.
Ero arrossita vistosamente quando mi aveva detto che ero magnifica. Ma lui non era per niente da meno!

Il resto della serata era stato davvero perfetto!
Avevamo cenato in un piccolo ristorante dall'atmosfera tranquilla e intima. Tra un boccone e l'altro avevamo parlato tanto, ma avevamo ancora tante cose da conoscere uno dell'altra.

«Eliii! Terra chiama Elisa, ci sei??».
Mi riscossi all'improvviso dal mio sogno ad occhi aperti. Che in realtà sogno non era, per fortuna.
«Sì, scusa, stavo pensando a una cosa» risposi leggermente imbarazzata.
Mio fratello mi scrutò attentamente, poi fece un sorrisetto «Dev'essere qualcosa di davvero importante per distrarti così!».
Mi strinsi nelle spalle, mordendomi il labbro. Dovevo decisamente stare più attenta!

Lo seguii di sopra e me ne andai in camera mia, finendo di ripercorrere con la testa la serata passata con Gabriele.
Adoravo quel nome, era dolce e musicale, e mi dava l'impressione di una persona gentile, protettiva... di un angelo. Proprio quello che lui era!
E insomma, finita la cena eravamo usciti a fare una passeggiata lì vicino. Lui aveva preso la mia mano, e l'aveva tenuta per tutto il tempo, facendomi sentire la persona più felice del mondo. Mi bastava essere con lui!

Poi ci eravamo fermati a sederci su una panchina. Mi aveva attirata a sé, circondandomi le spalle col braccio e mi aveva dato un bacio sulla tempia, facendomi sciogliere.
Avevamo parlato ancora, scherzando ogni tanto come era diventata abitudine ormai tra noi.
Mi trovavo così a mio agio con lui ormai, che non avevo più paura di dirgli niente. Avevo imparato ad aprirmi a lui, lo avevo fatto fin da subito quando ancora nemmeno lo conoscevo. E diventava sempre più facile e normale.

Prima di rientrare in macchina mi aveva afferrata per la vita, e ci eravamo fermati a guardarci in silenzio.
Poi, nello stesso istante, lui si era chinato verso di me, e io mi ero alzata verso di lui. Le nostre labbra si erano unite, per la prima volta in quella sera, in un bacio lento e dolce.
Avevo sentito il suo piercing freddo posarsi sul mio labbro e scaldarsi grazie al contatto tra le nostre bocche. Alla fine mi ero allontanata controvoglia.
Dopodiché eravamo rimasti per qualche minuto abbracciati, godendoci l'aria fresca che ci solleticava le braccia e i volti.
Prima di staccarmi gli avevo detto che era bellissimo, e in tutta risposta lui aveva alzato un angolo della bocca in un accenno di sorriso.

Mi aveva riaccompagnata a casa, salutandomi con un veloce bacio sulle labbra. E io poi lo avevo ringraziato per la fantastica serata dandogli un bacio sulla guancia, resa leggermente ruvida dalla barba di due giorni.
Lo avevo già visto in passato con un accenno di barba ogni tanto, ma non avevo davvero realizzato quanto di più mi piacesse così. E già senza mi piaceva un casino!

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