La tengo per il braccio mentre fissa a terra come se avesse perso qualcosa. Cazzo, quanto ha bevuto.
«Cosa hai visto Allyson?», si scosta imbronciata toccandosi il braccio per il quale la tenevo. «Sai...», trattiene a stento un sorriso, «sei molto... sì, sei molto bravo... anzi, bravissimo». Gesticola come se fosse a caccia di mosche che vede solo lei e forse è così. Barcolla su quelle orrende scarpe che credevo potessero esistere solo in quegli stupidi balletti che danno a teatro.
«Mi stai stancando, ora, mi spieghi di cosa stai parlando?». Merda, impreco, con la speranza che non sia proprio quello che penso.
«Quando lo t... tenevo fra le mani...», si morde il labbro e inchioda il suo sguardo contro il mio. L'azzurro dei suoi occhi sembra in balia delle onde per come diventano lucidi. «Ero... Felice, non so nemmeno io perché ma v... vedere il mio ritratto...». Cazzo.
«Come ti sei permessa?», ringhio interrompendo il discorso, evitando che possa aggiungere altro.
«Tu come ti permetti?», sbraita coraggiosa avventandosi contro di me.
«H... Hai... hai baciato Joselyn di fronte ai miei occhi», le piccole mani chiuse in due pugni colpiscono il mio petto. «Perché continui a ferirmi...», singhiozza e quando alza lo sguardo contro il mio vedo rivoli neri del trucco disegnare i lineamenti del suo volto. le afferro i polsi e la stringo contro di me. Malgrado la rabbia, il mio corpo si muove da solo senza darmi ascolto, è attirato da questa ragazza come una calamita. Poggio il mento sulla sua testa e cerco di fare ordine fra i pensieri, ma non riesco a proferire parola, sono lì ma non oltrepassano la bocca, un confine invalicabile. È difficile, vorrei dirle.
Il rombo della moto di Alec mi fa voltare. Disinvolto, posteggia al fianco della mia auto e scende mantenendo il suo sguardo su Allyson che staccandosi dall'abbraccio si asciuga il volto con le mani.
«Vedo che ci sei riuscito alla grande, Damon, prima il Masters, poi, aspetta...», fa finta di non ricordare sollevando gli occhi al cielo. «Ah sì, Boston e ora cos'altro ti sei inventato?», batte le mani verso di me. «Hai superato te stesso», aggiunge portando una mano al petto come se fosse colpito.
«Piantala!», l'ammonisco.
«Di cosa state parlando?», chiede Allyson confusa.
«Di nulla, Alec è solo geloso», mi limito a dire e gli scocco un'occhiata che gli dice che se non la smette lo metto col culo per terra.
«Ah, giusto, come potrebbe saperlo Allyson?», continua.
«Sapere cosa?», guarda prima me e poi Alec. Scuoto la testa sapendo che non andrà a finire bene.
«Glielo dici tu, Sanders, o lo faccio io?», mi incalza. Avanzo verso di lui come un treno in corsa, ma il mio non fa fermate, punta dritto l'obiettivo. Pesto il pugno sul cofano della mia auto e lo prendo per il colletto.
«Hai rotto il cazzo!», tuono contro il suo volto che sorride beffandosi di me. Sento dei ragazzi fuori dal pub richiamare l'attenzione di quelli presenti all'interno.
«Non potrai mai averla», sentenzia. Le mani prudono chiamate dalle sue parole e lo colpisco allo stomaco.
«Dici?», domando mentre si piega in due dal dolore e lo osservo sputare quasi la bile.
«Sì ne sono più che convinto», continua e un altro pugno lo colpisce al mento, si solleva e aspetto che mi colpisca, ma non lo fa.
«Damon, fermati!», la sua voce mi richiama ma questa volta non posso ascoltarla.
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UN AMORE PROIBITO Cuori Spezzati
RomanceDamon Sanders, due occhi magnetici e letali che sanno scavarti l'anima, un corpo marchiato, dove i tatuaggi altro non sono che profonde cicatrici che nessuno conosce. Dopo due anni, nei quali ha lasciato perdere le sue tracce, fa ritorno a Medford...