10. Il sogno di Scott

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Scott's pov

"Stamattina mi sono svegliato alquanto contrariato e non appena in piedi ho deciso di andare a farmi una doccia, per rinfrescare la mente e soprattutto il corpo. Mia madre era appena ritornata dal turno di notte e ha deciso di pulire la mia stanza, invece che andare a riposarsi. Ero sotto l'acqua gelida, quando l'ho sentita urlare il mio nome. Così mi sono messo un asciugamano in vita e sono uscito dal bagno. -Questa è tua?- mi ha detto. E a questo punto mi ha dato nelle mani una lettera con su scritto 'Per Scott...'. Lì per lì non sapevo cosa dire, ho subito pensato al benefattore e, per non allarmarla, ho deciso di prenderla e dire che probabilmente era una delle tue vecchie lettere di auguri che mi fai ad ogni compleanno" dico a Stiles non appena arrivato a scuola. 

"E quindi non l'hai ancora aperta, non sai di chi sia, né tanto meno se sia una lettera minatoria o altro? Giusta scelta, quella di non leggerla Scott...no, sul serio sei un idiota? Apriamola adesso, ADESSO!" mi urla contro, con il suo ardito sarcasmo. 

Tuttavia non mi convince, non ho la minima intenzione di leggere quella lettera. Ho il brutto presentimento che si tratti dell'ennesima, cattiva notizia e per ora, il Benefattore mi basta. Riprendo il foglio dalle mani di Stiles e lo ripongo nello zaino. La campanella è ormai suonata e se arrivassi in ritardo, sarebbe la quattordicesima volta in soli pochi mesi di scuola, quindi non posso permettermelo. Soprattutto visto che questa mattina ho chimica. 

Qualche ora dopo in ospedale...

"Ragazzi, quindi siamo ancora convinti del piano?" mi dice Liam nel panico più totale. E' un ragazzo forte e coraggioso, ma da quando è un lupo mannaro è impacciato e insicuro anche nelle cose che prima era convinto di saper fare. E' un beta da poco tempo, ha ancora molto da imparare, ma io credo in lui. Nel frattempo gli confermo la domanda e chiariamo i dettagli. 

"Bene ragazzi, io mi fingerò morto. Beh almeno per 45 minuti lo sarò quasi sul serio. Nel tempo in cui io sarò in trans, voi dovrete far sapere al benefattore della mia morte, affermando tuttavia di non poterne dare prova visiva. A questo punto il benefattore, se è veramente interessato a scoprirlo, dovrà presentarsi qui. Prima che scatti la mia 'ora', il piano dovrà funzionare. Se così non dovesse accadere, svegliatemi" dico al branco, mia madre compresa. 

Sono tutti abbastanza scettici sulla riuscita del piano, ma sono speranzoso ed in momenti come questo, la speranza è l'unica cosa a dover rimanere. Entriamo quindi in azione. 

Tutto è pronto. Sento i miei battiti via via rallentare, fino quasi a fermarsi. Sento la voce dei medici che cercano di rianimarmi e le urla di mia madre, che seppur stia fingendo, ha davvero paura che il piano non funzioni e che perda il suo unico figlio. Quando sono in trans, con la mente, e orientativamente anche con il corpo, mi ritrovo a scuola. E' un viaggio che la mia mente sta facendo mentre non può lavorare come dovrebbe. 

Cado dall'armadietto. Sono a terra e scorgo in lontananza Allison. E' lì, proprio davanti a me. E' lì con la penna che le avevo prestato il primo giorno di scuola, il giorno del nostro primo incontro. Sta venendo a ridarmela, ma non ci riesce. Più si avvicina, più la distanza tra di noi raddoppia. Più cerca di correre, più si rallenta. Così cerco di raggiungerla. Ma quando sono sul punto di prendere la penna e lei, il Muto la uccide con il suo tomahawk. Il sogno finisce. 

Ma mi ritrovo sempre nella cella dell'obitorio. Come prima, cado dall'armadietto, nel corridoio della scuola. Anche questa volta c'è Allison, sempre distante, sempre ostacolata nel suo intento di raggiungermi e di nuovo viene raggiunta prima dal Muto che da me. 

Siamo alla terza volta: il sogno si ripete. Questa volta riesco a raggiungerla, ma quando arrivo devo combattere con il muto per salvarla. Lotto con ogni mia forza, cerco di proteggerla. E' una povera ragazza indifesa, con la mia penna in mano, ignara di quanto stia accadendo. Combatto fino allo sfinimento e quando riesco a mettere k.o. il Muto, lei si è smaterializzata e non è più qui con me. 

Ad un certo punto, vengo svegliato. "ALLISON!" urlo e subito dopo ruggisco. Quando mi rendo conto che i 45 minuti sono passati, chiedo se il piano abbia funzionato e soprattutto dove sia Allison. Io l'ho vista, era più vera che mai. Non poteva essere il frutto della mia immaginazione. Un attimo prima era con me e un attimo dopo era scomparsa. Mi convincono che sia stato solo il risultato della mia debolezza, del mio stare per morire e anche mia madre è d'accordo. 

Nel frattempo carpisco che il piano non ha funzionato. 

Stiles' pov

Ho cercato di rimanere concentrato con tutto me stesso sul piano e ci sono riuscito discretamente. Ora che tutte le attenzioni sono su Scott, mi ritrovo solo in questa stanza d'ospedale, con un pc acceso e accanto il suo zaino. Potrei dire che non mi interessi assolutamente sapere di chi sia quella lettera custodita al suo interno, ma ovviamente non è così. Lo zaino mi sta fissando, ancora più di quanto non lo stia facendo io. Mi sta chiamando, mi sta tentando, cerca in ogni modo di non far funzionare la promessa fatta a Scott di non impicciarmi...e, ahimè riesce nel suo intento. Così lo apro, prendo la lettera e la leggo. 

Ciao ragazzi! Come va? Innanzitutto volevo ringraziarvi per il vostro supporto: arrivare a più di 1000 letture era solo un sogno, quando ho iniziato a scrivere la storia e ora sono assolutamente senza parole. Vi voglio davvero tanto bene e vi chiedo di continuare a supportare il mio lavoro, votarlo e, se vi va, di condividerlo con i vostri amici amanti della serie e della ship. Il capitolo è un po' più lungo del solito e ho deciso di aggiungere anche un po' di trama originale della quarta stagione, seppur con qualche modifica. Sperovi abbia entusiasmato e spero di rivedervi il prossimo week-end. Baci.

trxyesoulmate

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