#34 Thomas

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Mi passo una mano tra i capelli ancora umidi e mi guardo un'ultima volta allo specchio prima di uscire, indossando una camicia a scacchi sopra alla t-shirt e arrotolando le maniche a tre quarti. Scendo salutando Allyson e Bart che sono già pronti per andare a teatro, eleganti come al solito.

"Io vado. Se faccio troppo tardi ti avviso." Prometto ad Allyson con la miglior faccia da bravo ragazzo che riesco a sfoggiare. Ho scritto poco fa ad Audrey, dicendole che andrò a prenderla io e ho sbuffato quando ho visto la sua risposta spocchiosa. "Certo. Volevi forse fare il contrario?" Questa bionda non è proprio il tipo che lascia passare qualcosa inosservato. Rassegnato e pronto a sotterrare questa pericolosa ascia di guerra, parcheggio davanti al vialetto di casa sua puntualissimo. Ovviamente mi fa aspettare un'eternità. Inizio a pensare che non uscirà mai di casa, quando la vedo chiudere la porta e percorrere il vialetto diretta verso di me. Devo sforzarmi di tenere chiusa la bocca, che ho spalancato per lo stupore. Forse per la prima volta in vita mia penso che sia valsa la pena di aspettare così tanto qualcuno.

Nell'insieme è vestita in modo elegante ma anche sportivo, dato che indossa un paio di jeans che le fasciano le gambe in modo perfetto. Sento il ticchettio sensuale dei tacchi mentre mi soffermo ad osservare la camicetta color pesca che le fascia il seno per ricadere fluida sul ventre formando delle morbide onde verticali di tessuto. Wow. Cerco di ricompormi quando apre la portiera e si siede aggraziata al mio fianco.

"Ciao" le dico mangiandola con gli occhi, sperando che non se ne accorga. Il mio vocabolario sembra essersi esaurito. "Ciao. Spero tu non abbia dovuto aspettare troppo." Mi dice fissandomi negli occhi con uno sguardo intenso, sottolineato dal trucco. "Aspettare? No!" mento spudoratamente. "Sei davvero..." mi blocco. Ora non fare lo stupido e parla! Mi sprono mentalmente. "...davvero bella questa sera." Aggiungo prima che passi troppo tempo. Poi mi accorgo che potrebbe prenderla come un'offesa. "Non che voglia dire che di solito non sei... Sì, insomma..." lei ride divertita. "Grazie. Anche tu stai bene." Mi dice, mettendo fine alla mia agonia. "Bene." Dico colpendo il volante come per ritrovare la spigliatezza e uscire dall'imbarazzo. "Dove la porto signorina Logan?" Lei si stringe nelle spalle.
"Decida lei capitano McCarthy, mi fido." Quelle due parole a fine frase mi fanno perdere un battito. So che è un modo di dire, certo, ma la sensazione è stranamente piacevole.

Guido piano, inebriato da quel suo profumo fresco, per godermi appieno questo momento. Infine, giungendo a destinazione, parcheggio e scendo per primo dall'auto, andando ad aprirle lo sportello. Andrà ancora di moda? Me lo chiedo troppo tardi, ma quando vedo il suo sguardo mi sembra piacevolmente stupito. Sorrido iniziando a sentirmi più a mio agio; forse riusciremo a metterci alle spalle tutte le nostre incomprensioni, dopotutto.

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