#59 Audrey

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Le ultime settimane sono state un saliscendi di emozioni forti e contrastanti. Ho fatto del mio meglio per mantenere la mia sanità mentale, ma alla fine ho lasciato perdere.

Stare vicino a Thomas in tutto questo percorso mi ha definitivamente cambiata, in un modo che ancora non so definire. Il momento più bello è stato vedere il suo sguardo che si illuminava quando i medici hanno detto che Bart si sarebbe ripreso.

Quando ha ricominciato a chiamarmi Barbie e a fare le sue battutine insopportabili ho capito che stava meglio e, appunto per confermare che ormai non ho più un briciolo di integrità psichica, mi sono sentita finalmente sollevata.

"Sei completamente, totalmente, irrimediabilmente innamorata, Audrey. Io lo so, sono tuo fratello, ti conosco come le mie tasche." Sentenzia Jamie, appoggiato in posa da fotomodello allo stipite della mia porta. Gli tiro il cuscino, alzandomi dal letto. "Taci!" gli intimo. Non intendo parlare dei miei sentimenti con Jamie, devo distrarlo da questa sciocca idea, prima che inizi a tormentarmi. Ah, giusto, è già troppo tardi. Da due giorni mi insegue per casa ripetendomi questa frase come un mantra. Ridacchia divertito. "Vedi? Te l'avevo detto!" mi prende in giro, raccogliendo il cuscino da terra e appoggiandolo sul letto. "Certo, come no. L'importante è che tu sia convinto! Ora vuoi lasciarmi in pace? È tardi e devo andare a lezione, tu non hai nulla da fare?" Mi vesto velocemente, dopo aver chiuso mio fratello fuori dalla stanza: è un vero rompiscatole quando ci si mette.

Corro trafelata verso l'aula, dove sicuramente la lezione sarà già iniziata e farò una figura tremenda. Mi immagino già la scena, varco la soglia con il fiatone, le guance arrossate per la corsa, e l'aria contrita rivolta al professore, che mi umilierà davanti a tutti. Rimango piacevolmente stupita invece, quando arrivo in aula ed è inaspettatamente vuota. Dove sono finiti tutti? Mi guardo intorno spaesata, alla ricerca di un indizio, ma non c'è niente che mi aiuti, così mi decido a chiamare Kimberly.

"Buongiorno!" dice allegra dall'altro capo del telefono. "Ciao Kim! Non c'è lezione oggi?" le chiedo curiosa. "Lezione annullata per inderogabili impegni istituzionali" sottolinea le ultime tre parole imitando il tono altisonante del professore. "Beh, se erano inderogabili!" ridacchio divertita, ascoltando la mia amica fare la stessa cosa dall'altro capo della linea. "Abbiamo tagliato la corda appena lo abbiamo saputo! Ci raggiungi? Siamo in caffetteria." mi spiega. "Certo, arrivo!" chiudo la telefonata e mi incammino spedita. Quando entro nel locale li avvisto e li raggiungo. 

"Eccola!" esclama Kimberly. Gli altri mi salutano e io ricambio, cercando di capire dove sedermi, sono stipati sulle panche come sardine. Thomas guarda Jace un attimo, poi, come se niente fosse lo apostrofa: "Amico, prendi una sedia e mettiti a capotavola." Facendomi poi segno di sedermi al suo fianco. Io arrossisco e lo trapasso con uno sguardo assassino. Ma è impazzito? "Ma figurati! Mi metto io a capotavola, non c'è bisogno che ti sposti Jace..." gli dico imbarazzata. Thomas replica con uno sguardo innocente, per poi accigliarsi. "È da un'ora che rompe perché stiamo stretti. Finalmente ha una buona scusa per muoversi e mettersi comodo, dico bene?" dice rivolgendosi infine a Jace, che trascina una delle pesanti sedie fino al tavolo. "Sì, sì, non vedevo l'ora di mettermi più comodo." Bofonchia cercando di mascherare la scocciatura. "Mi dispiace..." mi scuso ancora, mettendogli una mano sulla spalla. "Prendila con filosofia, almeno non dovrai stare seduto accanto al tuo amico di gomma!" dico indicando distrattamente Thomas, facendo scoppiare tutti in una risata. Tutti tranne Thomas, ovviamente. 

"Barbie, vedo che sei di buonumore questa mattina..." Commenta fingendosi offeso, poi mi mette un braccio attorno alle spalle con fare da simpaticone. Non sarà mica una scusa per abbracciarmi? Cerco di scacciare quella stupida idea dalla mente, ignorando con un nobile contegno il fatto che sto annegando in quella sciocca speranza.

Scusa ma ti chiamo BarbieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora