#8 Thomas

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Da quando me ne sono andato dal corso di antropologia non sono riuscito a combinare niente. Ho evitato la caffeina, di cui invece avevo un disperato bisogno, per uscire dal campus. Sono nervoso e non ho alcuna voglia di fare quella maledettissima ricerca, eppure ora dovrò mettermi a lavorare se voglio davvero andare avanti con tutta questa storia dell'università. Dovrò anche andare avanti con la farsa del figlio modello che si comporta in modo diligente, dato che ho accettato di farmi pagare gli studi. Vorrei proprio sapere cosa frullava nella mia stupida testa per fare una scelta del genere. Probabilmente avevo dei piani, una bozza di sogno per il futuro o che so io. La verità è che ancora non so nemmeno cosa succederà domani e mi sta bene così, sono sempre andato d'amore e d'accordo con questa filosofia di vita. Io sono il re del famoso detto "affronta un giorno alla volta", quindi dovrei solo concentrarmi sul fatto che oggi invece di divertirmi dovrò mettermi sui libri e farlo anche in modo produttivo, possibilmente. Solo ora mi rendo conto di quanto questa teoria faccia acqua da tutte le parti, così impreco a voce alta nella mia mente, in modo da coprire tutti questi dannati pensieri che non mi porteranno da nessuna parte. 

Quando rientro a casa ben prima dell'ora di pranzo Allyson non si scompone. Non dice nulla quando salgo al piano di sopra e mi chiudo nella mia stanza, ma poco dopo la sento bussare alla porta. "Tom. Va tutto bene?" Alzo gli occhi al cielo. Ma perché mai mi caccio sempre in queste situazioni? Ora dovrò darle qualche spiegazione che non ho. "Sì, tutto bene!" mi affretto a rispondere. A quel punto la vedo entrare nella mia stanza, che è un vero disastro. Non la sistemo da almeno... Beh non mi ricordo da quand'è. Fosse per me non me ne fregherebbe assolutamente nulla di come diavolo ho ridotto questo spazio, ma sapere che Allyson può vedere il mio casino mi fa sentire a disagio. Ora sono ancora più nervoso di quanto non lo fossi prima. Sospiro per buttare fuori l'eccesso di energia negativa che mi sta facendo perdere le staffe. "Ho detto che va tutto bene" ribadisco, cercando di controllare il mio desiderio di urlarle contro. Che poi perché mai dovrei urlarle contro? Non l'ho già fatto abbastanza? Ho passato gli ultimi dieci anni a farlo, dovrei essermi già sfogato. Lei annuisce seria. "C'è stato qualche problema all'università?" mi chiede pazientemente. Anche in questa occasione riesce ad esprimersi senza emettere un giudizio. Se solo potessi odiarla perché mi giudica mi sentirei enormemente sollevato. Invece mi ha solo fatto una domanda, ancora una volta vuole solo capire. Sono stufo che cerchi di analizzarmi come se fossi un batterio al microscopio, è così snervante! Dovevo trovarmi un qualsiasi lavoro sottopagato e andarmene da qui. Avrei dovuto farlo e basta. Mi guarda in silenzio e mi accorgo che non le ho ancora risposto. "No, io..." mi sento privo di energie e non ho idea di cosa risponderle, non posso certo spiegarle le mie reali motivazioni.

Mentre io fisso la scrivania sognando di tuffarmici dentro e scomparire, lei si siede sul bordo del letto come se avesse tutto il tempo del mondo per parlarne. Ecco, ora mi comporterò come un adolescente del cazzo, me lo sento. "No, io... avevo solo... dimenticato una cosa." Non ci credo nemmeno io, non se la berrà mai e poi mai. Ma chi voglio prendere in giro? Immediatamente il suo sguardo cambia, lo sa che mento. Odio quando mi guarda in quel modo, come una che sa leggermi dentro. Riconosco con disgusto quella rabbia che pensavo di aver sepolto una volta per sempre, che invece ora si fa spazio dentro di me e con angoscia mi rendo conto che, proprio come succedeva anni fa, vorrei solo urlare e spaccare tutto. "Insomma, non posso tornare se mi va? Devo giustificare ogni mio cazzo di spostamento?" sbotto. "Thomas, questa è casa tua, puoi tornare ogni volta che vuoi. Ma so che c'è qualcosa che non va, sono giorni che sei agitato, ormai ti conosco e so che hai qualcosa che ti passa per la testa. Voglio solo che tu sappia che puoi parlarne con me, quando ti sentirai pronto." Sa farmi sentire così in colpa a volte. La detesto, anzi, non detesto lei, detesto la mia vita. Improvvisamente mi sento talmente pieno di rabbia da sentirmi paradossalmente svuotato. "Beh.." dico "non mi sento pronto allora." Spero che questo basti per farla desistere ed incredibilmente riesco nel mio intento, visto che lei si alza. "Va bene. Se hai bisogno sono in cucina." Esce dalla stanza ed io rimango lì, nuovamente solo e con un bel po' di cose da elaborare. 

Mi butto sul letto a pensare e so già che non ne verrò a capo. Quando apro gli occhi sono stranito, non pensavo che mi sarei addormentato. Mi tiro su dal letto a fatica e cerco di riprendere la giornata da dove si è interrotta. Mi siedo alla scrivania e mi passo le mani sul viso per scacciare gli ultimi residui di sonno e pensieri, senza ottenere grandi risultati. Devo ammetterlo: il fatto che Melanie abbia tirato fuori quel carattere bisbetico mi ha completamente spiazzato. Certo, sono stato uno stronzo con lei, forse baciarla per poi dirle che scherzavo non è stata una grande mossa. Dovrei essere più ragionevole, ma a volte è più forte di me, non posso farci proprio nulla. Ora dovrò pensare da solo a questa stupida ricerca sugli stupidi aborigeni e devo anche prendere un voto accettabile, altrimenti sarò estromesso dal corso del professor Jenkins. Guardo l'orologio e capisco che ho poco tempo. Tra un'ora inizio il turno al centro diurno. Sfoglio il manuale cercando spunti da cui partire, ma la testa non ne vuole sapere. Dopo alcuni tentativi infruttuosi, chiudo il libro con uno scatto di rabbia e lo lancio a terra. Scendo al piano di sotto come un ladro, non voglio un altro interrogatorio, sarebbe imbarazzante. Sto per uscire quando il mio sguardo cade sul biglietto attaccato alla porta d'ingresso con un pezzetto di nastro adesivo. Sospiro e scuoto la testa: Allyson ha scritto che è dovuta uscire per commissioni urgenti e che mi ha lasciato un sandwich sul bancone della cucina. So benissimo che ha solo anticipato la mia fuga e non voleva che uscissi senza mettere qualcosa sotto i denti. Probabilmente è dietro l'angolo e appena me ne sarò andato tornerà a casa a fare ciò che deve fare, il che mi fa sentire più in colpa di quanto vorrei. Sono così stronzo a volte che mi domando quale sia davvero il mio problema. Ma ora non ho più tempo per autocommiserarmi, devo andare a fare l'unica cosa che mi fa dimenticare tutti i miei casini. 

In perfetto orario varco la soglia dell'edificio, percorro il corridoio e saluto con un cenno alcuni membri dello staff che incontro lungo il mio percorso. Sento la voce alterata della responsabile provenire dal suo ufficio, evidentemente presa da una conversazione importante, quindi decido di non disturbarla e vado a cambiarmi velocemente. La divisa è una semplice maglietta gialla con il logo della Happy Children Association. Faccio un respiro e lascio scorrere via i pensieri, per poi entrare nella sala ricreativa, dove i bambini giocano prima di fare i compiti. Alcuni dei più piccoli mi corrono incontro cercando di attirare la mia attenzione. Saluto tutti e mi metto a giocare con loro rincorrendoli per la stanza e facendo loro il solletico. Non perdiamo tempo e dopo poco ci buttiamo tutti sul grande tappeto colorato e lascio che mi saltino addosso facendo la lotta. Forse dovrei farli calmare, prima che arrivi la responsabile e mi incolpi di averli fatti agitare. Me li scrollo di dosso, anche se qualcuno resiste e rimane arrampicato a me come una scimmietta. "Su, fate i bravi, ora basta.." cerco di ammansirli. Sento dei passi e sono sicuro che Patricia non approverebbe affatto di vedere quanto sono esaltati adesso, ma ovviamente la porta si apre proprio mentre i bambini riescono a farmi crollare di nuovo sul tappeto e a sommergermi facendomi il solletico.



Eccoci qua con un nuovo aggiornamento! Finalmente a poco a poco ci addentriamo nella storia e soprattutto nei personaggi...
Per quanto mi riguarda sono molto emozionata di farvi conoscere meglio Thomas, é un personaggio a cui tengo molto, un tipo pieno di contraddizioni, antipatico e difficile da sopportare, ma anche molto figo! 😍😍😍
Voi cosa ne pensate? Cosa vi suscita questo personaggio? Sono proprio curiosa di sapere le vostre opinioni!!!
Per ora non posso fare altro che ringraziarvi per aver letto fino a qui! ❤

Scusa ma ti chiamo BarbieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora