Episodio 1

34 8 6
                                    


– E così mi ha lasciata cadere.

–Oh – esclamò Pris, ma non sembrava sorpresa. –Ah, sì?

–Sì– Margherita spense il mozzicone arrivato al filtro. –T'immagini? Di fronte alla platea e alla giuria. Mi ero appuntata il numero sulla schiena con uno spillo. Un dolore.

–Con uno spillo? Non avevi paura che Matt si pungesse? Doveva tenerti una mano sulla schiena: era fox-trot, no?

Margherita disperse l'ultima nube di fumo con uno scatto della mano.–Sì, e quindi? Si è punto, ma non è una buona ragione per mollarmi a quel modo. Casché in tutti i sensi.

Pris sorrise. –Nel foxtrot ci va il casché?

–Era foxtrot alfa. Mesi di allenamento.

–Peccato essermelo perso– concluse Pris. Si udì un richiamo dall'interno del bar, oltre il separé che celava il tavolo d'angolo di Margherita. Pris si alzò. –Vado, Mag, ci sono clienti.

–Me lo porti un caffè?–rispose lei.

Pris annuì e oltrepassò il separé, raggiunse il banco e si trovò di fronte un uomo solo, accigliato, di razza asiatica. Casi della vita, il suo viso era stato sui plasma di tutta la città per settimane, prima che il campionato beta di curling colonizzasse ogni trasmissione.

Quell'uomo era Arno Faderno. Il terrorista.

Pris ricorse ai gesti consunti dall'abitudine per riacquistare il controllo di sé: si aggrappò allo strofinaccio e lo passò sulla superficie stralucida del banco. A quell'ora di mattina, la stazione di servizio nella piazzola antistante il bar non aveva ancora aperto e l'uomo era il primo cliente.

–Cosa prendi? –  proferì meccanicamente.

Arno Faderno sembrava giù. – Zuppa di miso, per favore. Una pinta.

–Arriva.– Prima di servirlo, Pris attrezzò la macchina del caffé e attese il tempo che fosse pronto l'espresso. Lo prese, lo mise sul vassoio, si appese al braccio la salvietta e chiamò: –Arriva l'espresso!–Uscì e tornò al separé.

Mag disse: –Non c'era fretta. – Poi la guardò.

La giovane Pris, proprietaria del piccolo e sgangherato Cerchio di Giotto adiacente alla stazione di servizio, era una mutante, composta in parte da materiale sintetico. Materiale non di primissima scelta, cosa dimostrata, tra l'altro, dal modo in cui le emozioni le si manifestavano anche suo malgrado.

In quel momento le sue labbra e la punta delle dita, e anche i piedi compressi negli stivaletti, erano di un intenso colore blu e avorio. Chi la conosceva bene poteva dedurne che era in preda al panico.

–Di là – sussurrò a Marg ammutolita, –c'è Arno Faderno.

Girò i tacchi e tornò al banco.

Girò i tacchi e tornò al banco

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Miranda & MalmDove le storie prendono vita. Scoprilo ora