Giorno 35, lunedì pomeriggio.Dopo il mio ritorno al college, con Kevin fu impossibile anche scambiarsi una parola.
Divenne tutto più complicato di un cubo di Rubik. L'enorme differenza era che il cubo si poteva risolvere dopo averne capito la tattica, mentre quella situazione sembrava invece non avere nessuna via di uscita.
La mattina Kevin cominciò a svegliarsi dieci minuti prima dell'inizio delle lezioni, e aveva l'aspetto un barbone aristocratico – aspettate, esiste?No?
Allora lui fu il primo esemplare sulla terra.
Poco ma sicuro.Jackie ormai non gli permetteva di avvicinarsi nemmeno di un centimetro a me, neanche per sbaglio, cosa che rese molto felice il mio amico Eddy.
"Così c'è più pace!" aveva esclamato, quasi attirando l'attenzione di tutti i ragazzi presenti nel corridoio dove io e lui ci eravamo fermati a parlare, davanti ai nostri rispettivi armadietti.
Infatti Eddy era più calmo e felice del solito, rispetto alle settimane prima dove Kevin sembrava starmi attaccato per ogni singola cosa.
Gli diedi ragione, e poco dopo avevo infilato la testa nell'armadietto senza accorgermene. Non sapevo perché lo feci, ma se non ci fosse stato Eddy in quel momento a ridere di me per il mio improvviso comportamento, avrei girato per scuola con un armadietto in testa.
Per qualche secondo me l'ero immaginato, e non potetti nemmeno scuotere la testa perché sarebbe stato come dare una testata ad un armadio.Tornando a Kevin, cominciò addirittura a studiare in biblioteca - cosa che rese la bibliotecaria molto sorpresa. Seppur fosse un giocatore di football, e i ragazzi pensassero che non studiasse affatto, lui ci teneva veramente allo studio. Non tanto quanto me, ma si impegnava nonostante la voglia scarseggiava col passare delle ore.
Se non ci fossi stato io, avrebbe molte volte rinunciato a svolgere i compiti quando non capiva qualche problema o non gli tornavano i conti.Poi tornava la sera tardi; insomma, potevo vederlo solo alle lezioni, a mensa e la notte. Non potetti contare sulle mani quante volte ero rimasto alzato, sentendomi soffocare per gli incubi o per la sete. Solo in quei piccoli ma interminabili istanti potevo ammirarlo dormire.
Sbavava sì e no qualche volta, e dormiva sempre su un fianco o con la pancia rivolta verso il materasso. Il cuscino lo teneva stretto al petto, diceva che 'gli dava fastidio e voleva qualcosa da stringere'.
Una volta gli consigliai di comprarsi un peluche, ma lui scoppiò a ridere e scosse la testa.I capitani della squadra non hanno cose per femminucce.
Io ero rimasto a guardarlo indifferente, prima di sospirare e battermi una mano sulla fronte.
Che idiota.Solo allora mi resi conto di qualcosa che cercavo disperatamente di allontanare dalla mia mente: la mancanza che avevo di lui.
Se qualcuno mi avesse chiesto "Ti manca?" avrei risposto un "Sì".Anche se non avessero specificato la persona, sarei subito giunto a lui, perché certe mancanze le senti fino a dentro le ossa e ogni tuo pensiero è diretto a lui/lei.
Non c'è cosa più brutta di un pensiero fisso che non va via, è simile ad una prigione.
Fu forse il periodo peggiore della mia vita. Dannato affetto.
Non volevo ammetterlo, ma mi mancava dannatamente.Era fastidioso sentire il cuore battere quando mi veniva in mente ogni singolo ricordo che avevo di lui, come quel momento dove mi aveva preso e portato a ballare, sulle note di 'I Got You' di Bebe Rexha.
Oppure di quando giocavamo divertiti e spensierati sul mio letto ad Uno e mangiavamo schifezze varie con la giustificazione del mio post-sbornia.
Erano poche cose, ma li conservavo gelosamente nella mia mente come se fosse il mio diario segreto.
Tenevo stretto a me ogni sguardo che mi aveva riservato, che fosse contento oppure nervoso sinceramente non mi importava.
Si era preso un pezzo della mia anima e se l'era tenuto con sé. Speravo solo che non lo usasse come una palla da football, calciandolo il più lontano possibile per fare touchdown. Oppure se lo tenesse stretto al petto, prima di scaraventarlo a terra con tutte le sue forze.
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Beautiful Disaster.
Fanfiction⚠️ YAOI ⚠️ BoyxBoy If you don't like it, please go away ~ [Ed, Edd n Eddy] « Mi guardò, i suoi occhi verdi come lo smeraldo che cercavano di leggere nel mio oceano, nella bufera che dentro di me stava distruggendo ogni piccolo frammento di lucidità...