Capitolo 13

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Capitolo 13

Distolsi in fretta lo sguardo.

Non era il momento, a neppure venti metri da me perturbava lo scontro e tre membri del branco, che ci stava attaccando, si stavano muovendo nella nostra direzione.

Il loro pelo ambrato catturava e imprigionava differenti sfumature. La loro massa muscolare era elevata, le loro zampe possenti. Piume e segni tribali rendevano riconoscibile la loro funzione, dentro il branco.

Un Beta e due normali membri.

Le tre cacciatrici si erano, a loro volta, disposte in posizione di attacco. Solo la loro postura, però, era ricca di aperture.

Gli allenamenti non dovevano più essere quelli di una volta, mi dissi.

Trey pareva essere, invece, stato risucchiato in un'altra dimensione. Ancora lo sentivo guardarmi, allo stesso modo in cui avvertivo i passi felpati, sempre meno distanti, degli animali.

Mi schierai davanti al mio fratellastro, tanto che le cameriere si disponevano dinanzi a noi.

<< Cosa stai facendo Amira? >> mi domandò.

Il suo tono di voce era confuso, quanto freddo, come se la mia presenza non fosse in alcun modo gradita... nessuna novità su questo fronte.

<< Non lo vedi?>> lo canzonai, intenta a rigirarmi la lama tra le mani e non perdermi neanche un minimo respiro dell'opponente.

<< è una follia, come quello che è accaduto prima >> sostenette, ma le sue parole avevano già assunto un tono maggiormente apprensivo.

Non risposi e la mia attenzione fu presto calamitata a un lupo che balzò sulla cameriera, davanti a noi.

Sentì il mio fratellastro trattenere il fiato e, poi, imprecare.

Il pungente odore del sangue e del panico mi riempirono le narici. Le altre sembravano aver dimenticato ogni insegnamento, tanto che la loro compagna veniva attaccata e graffiata.

Guardavano impotenti la scena, del tutto incuranti degli altri due Indigeni.

Avanzai di un unico passo, prima che il ragazzo mi richiamasse.

<< Non farlo. Non puoi anche tu...>> cominciò, in quella che aveva la vaga sfumatura di una supplica, << ti ammazzeranno Amira. Prima deve essersi trattata di fortuna, adrenalina, non lo so, ma ti prego, lascia combattere chi è stato addestrato a farlo. >> mi pregò.

Avrei voluto voltarmi, spiegargli o quanto meno tranquillizzarlo che sebbene non ne andassi fiera, non ero io a correre pericoli, con un coltello in mano.

<< Trey non si tratta mai di fortuna, quando impugno un'arma. >> affermai infine, senza troppi preamboli, scattando verso i licantropi.

Pugnalai il primo, quello che aveva attaccato la ragazza, al collo.  Non un colpo mortale, ma neppure un graffietto di poco conto.

Non ebbi modo di pensare alla mossa successiva, che il mio corpo agì da solo.

Mi ritrovai a leccarmi le labbra, macchiate da alcune goccia di sangue, delle nuove ferite inferte.

Avevo preso il secondo lupo di sorpresa, portandomi velocemente affianco a lui e colpendolo alla spalla. Non vi aveva impiegato troppo a reagire, seppur non mi fosse sfuggito il guaito di dolore. Aveva cercato di mordermi, ma per tutta risposta, senza neppure preoccuparmi di bloccarlo, questa volta, ero scivolata fulminea sul pavimento, ritrovandomi al livello del suo addome. Un taglio, veloce e preciso e avrei potuto avere il suo cuore, grondante di ninfa vitale, tra le mie mani.

Amira - A fated relation- [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora