Poesia VI

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Oh, morte!
Invano domando ai lontani astri!
perché a danzar nella tua corte
m'attiri con l'ausilio di modi sinistri...
E sinuosa mi seduci, oh morte!
con le tue grazie m'illudi,
solo per poter poi farmi urlar forte:
"crudele, mi deludi!"

Nel folle tuo gioco sporco di finzione,
Fingi di voler render funebre
l'anim mio colto dalla disperazione,
e fingi di voler tua la mia vita lugubre;
poi, divertita, mi svincoli dall'illusione,
ed io son viva ancora.

Eppure,
sento la vita scivolarmi via dal cuore
il cuore, oh marmoreo! Privo d'amore,
che pensavo di non possedere.

Oh, la gelosia
vibra nelle mie vene disumane
quando rubi un'anima, non mia,
poiché essa contiene gioie umane,
non corrotte dell'altrui bramosia...
Non vuoi posar le tue labbra sulle mie?
Attendo il bacio, e son viva ancora.

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