Rabbrividii. La notte era fresca. Cominciava ad avvicinarsi l'inverno. Mi strinsi addosso il giaccone di Bellamy, grata che non lo avesse voluto indietro. Ne aveva preso uno appartenuto ad un ragazzo morto.
Rivolsi di nuovo lo sguardo al cielo. Le stelle erano diverse viste dalla terra. Certo, ero cresciuta nello spazio; ma fino al mio arrivo sulla terra, non pensavo che potessero essere belle.
E invece lo erano. E la luna... La luna era la cosa che preferivo.
Mi scosse un altro brivido. Mi seppellii ancora di più nel cappotto. Tra poco non mi sarebbe più bastato. Come saremmo sopravvissuti all'inverno? Scossi la testa: non ci volevo pensare. Non oggi.
Sospirai, guardandomi intorno. Clarke e Finn non erano ancora tornati. Mi si formò un piccolo sorriso sulle labbra. Non sapevo dove si trovavano precisamente, anche se avevo in mente un paio di posti; ma avevo un'idea ben precisa di cosa stava succedendo. Mi scappò una risatina. Mi diedi della sciocca: stavo ridendo come una dodicenne alla prima cotta. Ma non smisi comunque di sorridere. Era bello che Clarke e Finn si fossero trovati. Anche a me non sarebbe dispiaciuto non sentirmi così sola.
Ma fui distratta dai miei pensieri. Qualcosa comparve di punto in bianco nel cielo e cominciò a precipitare, lasciandosi dietro una scia.
"Guardate!!" Anche il resto del campo si era accorto della novità. Mi estraniai dal trambusto che cominciava a formarsi intorno a me. Non era una stella cadente.... Era... Oh, cavolo!!
"Bellamy!!" Chiamò qualcuno "Vieni fuori!" Mi avvicinai ad Octavia che era accanto al fuoco. Quando incrociammo lo sguardo lei sorrise felice. Non potei fare altro che imitarla. "Là!!" Mi voltai verso il suono della voce. Bellamy era uscito dalla sua tenda e dietro di lui c'erano due ragazze mezze nude. Una era Roma. Roteai gli occhi. Che schifo... Non sapevo perché mi dava noia la cosa. Forse era per la totale mancanza di rispetto di quelle due nei confronti di loro stesse. O nei confronti del resto del genere femminile. Si, era sicuramente per quello.
Che schifo... Anche Bellamy, però....
"Stanno venendo ad aiutarci!!" Gridò qualcuno di fianco a me. Mi riscossi ed abbandonai i miei pensieri "Adesso prenderemo a calci qualche culo terrestre!!"
Tutto il campo rispose in un ruggito soddisfatto "Si!!"
Sorrisi anche io, ma era improbabile che ci avessero mandato armi. Per cosa? Loro non sapevano dell'esistenza dei terrestri. Era più probabile che ci fossero medicine o provviste.
"Vi prego" sentii Roma lamentarsi dietro di me "ditemi che hanno mandato dello shampoo" sbuffai. Dello shampoo?! Era questa la sua priorità?
Anche Octavia, vicino a me alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa.
"Tuo fratello non ha buon gusto in fatto di ragazze" ridacchiai, continuando a seguire con lo sguardo la navicella che l'Arca aveva lanciato.
"Si invece" rispose lei "ma poi sceglie la via più facile..."
Stavo per chiederle cosa intendeva, ma poi sentimmo lo schianto.
Il campo sprofondò nel silenzio.
I nostri respiri ed il crepitio del fuoco erano gli unici rumori udibili.
La navicella era atterrata.Bellamy aveva chiamato me ed Octavia, insieme ad un paio di ragazzi della guardia, nella sua tenda. Si era liberato in fretta delle sue amiche.
Era ancora a petto nudo comunque. E non sembrava volersi rivestire. Non aveva freddo?
"Probabilmente è vicino al lago!" Disse Octavia, guardando suo fratello. Aspettava solo una sua parola per partire. Io ne avrei fatto a meno, ma non mi sarei tirata indietro. Bellamy comunque rimase in silenzio
"Dovremmo muoverci" aggiunse Jones, impaziente "sono tutti pronti..."
"Nessuno andrà da nessuna parte" lo interruppe Bellamy incrociando le braccia "non finché è buio: non è sicuro... ci muoveremo all'alba. Passate parola"
Jones e gli altri due uscirono dalla tenda senza obiettare.
A me sembrò strano.
"Tutti nel raggio di 100 miglia hanno visto quella cosa venire giù" esclamai, guardando Bellamy con aria interrogativa. Octavia afferrò al volo quello che volevo dire "E se i terrestri ci arrivano prima?!" Chiese subito preoccupata "Bell... dovremmo andare adesso!"
Bellamy guardò prima lei e poi me. C'era qualcosa di strano nel suo sguardo.
"Ho detto" parlò alla fine, la voce calma "che aspetteremo l'alba"
Detto questo ci diede le spalle. Octavia uscì dalla tenda, con fare scocciato. Io la seguii.
Appena uscita, mi trovai davanti Roma; aveva un sorriso sprezzante in faccia. Mi passò di lato sorridendomi, come se avessimo giocato un incontro di boxe ed io avessi perso. Poi entrò nella tenda di Bellamy. Non mi interessava di comprendere il suo comportamento comunque: io avevo capito qualcosa. Se avevo ragione, non sarebbe stata felice ancora a lungo. Mi passai le mani tra i capelli annodati e sporchi. Sospirai. Uno shampoo non sarebbe stata un'idea malvagia in fondo. Nemmeno una spazzola.
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The100 - L'eccezione alla regola
FanfictionBeth è l'eccezione alla regola; lo è sempre stata. Ed è una prigioniera sull'Arca, la stazione spaziale su cui sopravvive il genere umano dopo una guerra nucleare che ha reso la Terra un inferno radioattivo. Quando una volta compiti 18 anni però, ne...