"Cosa ti serve?" Chiesi a Clarke mentre toglievo tutte le cose che potevano starle tra i piedi. Usai le scatole per mettere un perimetro intorno al tavolo. Speravo che gli altri non oltrepassassero quella specie di confine. Il vento ed i tuoni scossero tutta la nave. Respirai profondamente. Era più difficile del solito. La tempesta aveva messo paura a tutti. Anche a me. Era come se avessi un'incudine sul petto. Mi avvicinai di nuovo a Clarke che stava esaminando Finn. La ferita intorno al coltello era veramente brutta...
Controllai fuori, guardando dalla porta della nave "La tempesta sta peggiorando..." Mormorai. Clarke alzò lo sguardo solo un secondo e prese una decisone "Monroe chiudi le porte!"
La ragazza la guardò, indecisa sul da farsi "Ma... c'è ancora gente fuori.."
"Monty e Jasper non sono ancora tornati" spiegò Octavia, mentre disinfettava tutto nell'alcol di Monty "...e neanche Bellamy" aggiunse spostando gli occhi verso il basso. Vergogna. Si vergognava per aver trattato male suo fratello. Clarke le mise una mano sulla spalla, cercando di rassicurarla "Tranquilla: troveranno un posto in cui rifugiarsi..."
"Clarke!" Raven si precipitò verso di lei tenendo qualcosa in mano "guarda: un ago da sutura!" Più che un ago sembrava uno stuzzicadenti di metallo con la punta molto smussata... Non avrei voluto essere in Finn. Mi avvicinai a lui e gli misi una mano sulla fronte. Sembrava scottare, ma le mie mani erano gelide.... Forse era meglio di come la vedevo in quel momento...
"Bene!" Clarke fece il giro di tavolo per andare ad esaminare la lama "mi serve qualcosa per chiudere la ferita..."
"C'è del filo al secondo livello" propose Octavia e senza aspettare risposta, scattò come una molla verso le scale
"Sono tornati!!"
Mi girai verso l'entrata e vidi comparire Bellamy sulla soglia. Tirai un sospiro di sollievo: la tempesta aveva l'aria di essere pericolosa... Octavia lasciò la scala per andare verso il fratello "Bellamy..." Il sorriso sul suo viso scomparve. Dalla porta erano appena entrate altre persone. E trasportavano il terrestre della caverna. I ragazzi tutto intorno a noi scoppiarono in mormorii e gemiti di sorpresa. Esclamazioni ovvie come 'È un terrestre!' Si propagarono per tutta la nave. Octavia, di nuovo ostile, si avvicinò al fratello e parlò a voce bassa "Che stai facendo?"
Bellamy guardò praticamente ovunque tranne che dove si trovava O "Dobbiamo avere qualche risposta..."
"Volevi dire vendetta!" Lo interruppe lei, sibilando. Bellamy la guardò dritta negli occhi "Voglio dire informazioni" poi si rivolse ai ragazzi che lo stavano trasportando "Portatelo di sopra!"
"Bellamy!" Mi avvicinai a lui per parlare piano. Certo non mi sarebbe tornato utile se avessi messo in discussione la sua autorità davanti a tutti "Ha ragione... questo non è ciò che siamo!"
Bellamy mi guardò un istante e poi fissò un punto davanti a sé, come se non esistessi "Adesso si." Esclamò mentre mi sorpassava. Rimasi immobile, mentre cercavo di capire la prossima mossa.
Qualcuno inciampò su una scatola. Clarke perse le staffe "Maledizione!!" Gridò infuriata "tutti di sopra! ...forza, subito! ...via!!!"Salii fino all'ultimo gradino della scala a pioli ed entrai nel terzo livello. Miller mi guardò in cagnesco non appena arrivata. Il terrestre era legato per le braccia, ancora incosciente. Bellamy era seduto su degli scatoloni e lo guardava mentre si passava le dita sulle nocche della mano. Mi avvicinai a lui. Mi sentì e si girò per vedere chi era. Quando mi riconobbe, tornò a guardare il terrestre
"Cosa intendi fare?" Gli chiesi, avvicinandomi ancora. Prima che potesse rispondermi, un gemito attirò la nostra attenzione
"Si è svegliato!!" Miller corse in avanti per stringere bene i nodi. Octavia salì e cercò di far ragionare suo fratello. Inutilmente. Mi appoggiai ad una parete, rimanendo in disparte. Ascoltai in silenzio, mentre osservavo il terrestre. Era forte. Sembrava nato per essere un guerriero. I suoi tatuaggi, il suo sguardo, il fatto che sembrasse una statua... Quello era un tipo diverso di essere umano.
"...non credo che parli la nostra lingua!" La voce di Octavia mi riscosse dai miei pensieri. Mi girai per vedere che stava scendendo "...non può capirti"
Bellamy si avvicinò al terrestre, osservandolo "Oh io credo proprio di sì" Mi detti una spintarella e mi staccai dalla parete, avvicinandomi Bellamy. Lui mi guardò velocemente con la coda dell'occhio "Non sei costretta a guardare, Beth" Scossi la testa, guardando ancora l'uomo legato davanti a noi "Non ti dirà mai niente" mormorai "morirà prima di parlare"
Bellamy si prese qualche secondo per pensare a quello che avevo detto "Allora morirà" rispose alla fine
STAI LEGGENDO
The100 - L'eccezione alla regola
Fiksi PenggemarBeth è l'eccezione alla regola; lo è sempre stata. Ed è una prigioniera sull'Arca, la stazione spaziale su cui sopravvive il genere umano dopo una guerra nucleare che ha reso la Terra un inferno radioattivo. Quando una volta compiti 18 anni però, ne...