Piccola introduzione

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Ti ricordi quando credevamo nei sogni? Ricordi quei lunghi giorni d'estate, così dolci e spensierati, che parevano non avere fine? I pomeriggi di compiti al bar, tra un frullato e una ciambella, cercando di far tornare equazioni che proprio non volevano saperne? E le sere profumate, in cui, su di giri per gli spinelli e la musica, ci lasciavamo andare a giochi innocenti? E allora correvamo nel buio ridendo e tenendoci per mano, e ci baciavamo tra gli alberi, avidi di emozioni, di sentire la nostra pelle scossa dai brividi di freddo e di piacere, la danza delle mani che scorrevano lungo i nostri corpi tremanti di quella gioia un po' colpevole, ricordi tutto questo?

Io lo ricordo molto bene, ogni volto, ogni sensazione. Ho ancora i vecchi spartiti, e quella chitarra scordata che ogni volta ti faceva storcere il naso, e a volte, di nascosto, la suono, per ricordare come ci si sentiva ad essere giovani e sentirsi potenti grazie a uno spinello e un paio di amici più pazzi di te a farti il coro.

Ricordo tutto questo, e molto altro, ma soprattutto ricordo te, e il giorno in cui entrasti per la prima volta, sola e un po' spaesata, al Feather. Ricordo di aver pensato, un po' di tempo dopo, che l'atmosfera speciale del luogo ti avesse investita come una tempesta, ma ora inizio a pensare che sia stato il paese ad essere investito da te...

Credevamo nei sogniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora