Poppy...?

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Ormai tu e Keith Armstrong facevate coppia fissa, e io mi sentivo un'inutile ameba. Non facevo più niente, non andavo neanche più al Feather per paura di vederti con quell'altro e rendermi conto, per l'ennesima volta, che era a lui che sorridevi, mentre me a malapena mi salutavi.

- Rider. Non puoi ridurti così per una ragazza.- Dichiarò di punto in bianco Poppy, un martedì pomeriggio, appena usciti da scuola. Eravamo seduti con Luke e Frank davanti al castello delle torture, aspettando Ridley, come sempre l'ultimo a uscire dal corso di economia domestica.

- Io sto benissimo.

- No, non stai benissimo, stai da schifo, e senza motivo, oltretutto! Senti, lei non ti calcola! Non è la fine del mondo, sai? Hai mezza scuola che ti muore dietro, non resterai solo per il resto della tua vita! Non esiste il vero amore e non sarà lei a completarti, e se non trovi la forza di stare da solo di sicuro non hai neanche la forza di stare con qualcuno.

Luke, Frank ed io restammo ammutoliti a guardarla. Poppy non aveva mai urlato così con nessuno di noi. Infatti, se ne rese conto, e con voce molto più dolce chiese : - Luke, Ridley ha mangiato con te e Halley Greene oggi? Non era con noi a pranzo.

- Credevo foste tutti insieme. Io è da stamattina che non lo vedo.

Poppy e Frank si scambiarono uno sguardo preoccupato. Io non ci feci neanche caso, tanto ero occupato a pensare a te, chiedendomi perchè e come potessi preferire quello scimmione a me.

- Ragazzi... è inutile aspettarlo allora. Andiamo... Andiamo al Feather?- Propose Frank, mordendosi le labbra. Luke inarcò un sopracciglio.

- Per me va bene- disse, con voce interrogativa.
- Ragazzi, io vado a casa, non mi sento bene...- Poppy mi lanciò un'occhiataccia.
- Joe...- iniziò Frank, con voce preoccupata.
- Lascialo fare, Frank. Lascia che vada a casa a piangersi addosso. Abbiamo cose più importanti cui pensare. Lascia che...
- Ciao ragazzi.
Mi girai di scatto verso la fonte di quel suono meraviglioso. Tu ci venivi incontro, sorridente.
- Scusate se vi interrompo, posso rubarvi Joe per un attimo?
- Tranquilla, stavamo per andarcene.- Rispose Poppy, con astio malcelato nella voce.
- Ok, quindi non è un problema se ti chiedo un favore? Sono un po' indietro in matematica rispetto a voi, e mi hanno detto che tu sei il migliore... domani ho una verifica e le equazioni di secondo grado decisamente ce l'hanno con me...
- Ti aiuto volentieri.- La interruppi io, troppo felice per credere a ciò che sentivo ma, soprattutto, per ricordarmi che avevo appena detto ai miei amici che stavo troppo male per uscire con loro.
Infatti Frank, candido e ingenuo come sempre, commentò: - Ma, Joe, hai appena detto che stai male e...
- Andiamo, Frank. Lui non sta male. O meglio, sì. Sta male: il suo cuoricino vuole una ragazza che non può avere e sanguina finché lei non lo degna di uno sguardo. Andiamocene, dai. Lasciamo che si illuda in santa pace.
Se ne andò, senza voltarsi. Frank e Luke la seguirono, lanciandomi un'ultima occhiata sconsolata.

Quello fu uno dei pomeriggi più belli della mia vita. Ricordo lo stupore quando mi chiedesti se mi desse fastidio il freddo. Quando, incerto, risposi di no, con un sorriso mi guidasti in riva al lago, dall'altra parte rispetto a Homefowl Manor, nel punto di Dawson che amo di più in assoluto.
- Come conosci questo posto?
- Mi piace giocare a perdermi- rispondesti, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Non preferisci sapere dove stai andando?
- E il divertimento dove sarebbe, scusa?

Seduti sul molo, facemmo equazioni fino al tramonto. Il cielo era di un bellissimo rosa, più o meno come il colore dell'evidenziatore con cui ti eri fatta un buffo sbaffo sulla guancia. Mentre tu guardavi il cielo, io guardavo te, più bella di qualsiasi tramonto.
- Perché mi guardi così?- Avevi un sorriso stupendo, incerto e ironico al tempo stesso. E io ero innamorato.
- Niente... Pensavo solo a quanto sei bella... e a quanto vorrei baciarti.- Il sorriso sulle tue labbra mi fece sperare, per in folle attimo che la tua risposta sarebbe stata un sì.
- Perché hai detto ai tuoi amici che stavi male?- Questo cambio repentino di discorso mi mise molto a disagio.
- Non avevo voglia di stare con loro, avevo bisogno di una pausa. Loro... loro non mi capiscono, in questo periodo.
- Ne sei sicuro?
- Che Luke e Frank non mi capiscano, è normale. Mi fa strano che anche Poppy... non mi aspettavo una reazione del genere, oggi.
- Secondo te perché ha reagito così?
- È una domanda retorica, vero? Sei abbastanza egocentrica da sapere la risposta.
- Tu invece non ti sei accorto di un dettaglio fondamentale.- Sorridesti, nel vedere la mia espressione interrogativa. - Poppy è innamorata di te.
-...
-....
-.....
Boccheggiavo, non riuscivo ad emettere suoni che avessero un senso. Poppy innamorata di me? No. No, non è possibile. Poppy, la ragazza con cui ero cresciuto come fratelli, non è possibile. Deve esserci uno sbaglio. La mia testa, però, non ammetteva la possibilità che tu ti sbagliassi. E ora che ti conosco so che è un caso molto raro, che tu non abbia ragione.
- Tu... ne sei sicura?
- Non conosco Poppy, ma conosco il genere femminile, e so come si comporta una ragazza gelosa.
- E io cosa dovrei fare? Lei è la mia migliore amica.
- Io ti ho detto come stanno le cose, non ho la presunzione di saperle risolvere.
- Ma...
- Grazie mille dell'aiuto, Joe. Farò in modo di ricambiare. Ora devo andare, devo attraversare tutta la città ed è quasi sera.
Spiazzato com'ero, mi accorsi a malapena che ti stavi alzando per andartene. Anche il bacio distratto che poggiasti sulla mia fronte, lo sentii appena, tanto ero turbato da quella rivelazione improvvisa.










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