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Con un pretesto mandammo la nostra serva più fidata a chiedere dell'acqua santa in una chiesa lì vicino, ed una volta tornata la ringraziammo per poi chiuderci in una delle numerose stanze della casa.

Io andai nel bagno della camera e dopo essermi spogliato, imbevendo un poco un panno nell'acqua, me lo passai sul corpo.

Non sentivo dolore, solo un leggero pizzicore, un fastidio.

Una volta finito e rivestito andai da Sebastian che mi incitò ad aprire una delle tende della stanza; lui si nascose nell'angolo più buio e lontano dalle finestre, riparandosi dall'accecante luce che entrò dalla finestra una volta spalancata.

La luce solare mi arrivò in faccia improvvisamente, obbligandomi a chiudere gli occhi. Lentamente e con gli occhi ancora ben serrati allungai una mano verso la calda luce che entrava nella stanza.

Non sentii nulla, se non il calore che bramavo da secoli.

Quando aprii gli occhi osservai la mia mano sotto la luce del sole, muovendo le dita .

Preso dall'euforia del momento mi affacciai alla finestra, esponendo la testa e parte del busto al calore mortale, ma non mi fece nulla.

Ero felice, finalmente sarei potuto uscire da quella casa, che per me ormai non aveva più segreti talmente tante erano state le volte che l'avevo esplorata.

Con foga scesi le scale che portavano al portone di casa, infilando in fretta e furia il cappotto e mettendo gli stivali, con Sebastian che mi correva dietro urlandomi di fermarmi.

Quello fu uno dei giorni più belli della mia vita; lo passai quasi tutto fuori casa, immerso completamente nelle bellezze della città che mi ospitava.

Mentre passavo o mi capitava di parlare con qualcuno ricevevo sempre occhiate stupite o d'apprezzamento, addirittura d'ammirazione.

Sapevo che noi non del tutto mortali avevamo una bellezza ultraterrena, ma non pensavo di essere fissato senza pudore dalla maggior parte delle persone che mi passavano accanto.

Quando tornai alla villa era quasi mezzogiorno, il sole era alto nel cielo e il caldo opprimeva gli umani attorno a me. Cominciando a sentire un certo fastidio anche io, decisi che era ora di rincasare; dovevo ricordarmi di non strafare.

Trovai Sebastian su una poltrona del salotto, accanto ad un lumino mentre giocava con gli ingranaggi di un orologio.

<< Sono oggetti alquanto affascinanti sai >> mi disse indicando con il capo l'oggetto nelle sue mani << Delicati, precisi; praticamente perfetti. Ma basta anche solo un granello di polvere per distruggerli; un po' come noi, no? >>

La sua non sembrava una domanda, più una constatazione. A volte ancora adesso mi chiedo cosa volesse dire.

Sorridendo a se stesso e posando il piccolo oggetto sul tavolino lì accanto si rivolse poi a me << Allora, fatto il giro turistico? >>

Gli raccontai tutto ciò che avevo visto, tutto quello che avevo sentito: le voci dei bambini che andavano correndo allegri per le strade; i profumi che provenivano da pasticcerie e profumerie; l'odore del Tamigi, che placido scorreva lungo il suo corso.

Passammo tutta la notte a parlare, ma d'altro canto, le passavamo sempre così.

Nei giorni a venire uscimmo di casa molto spesso: siccome mio fratello era già stato in questa meravigliosa città, era curioso di scoprirne i cambiamenti del tempo.

Facevamo spesso gite in barca sul Tamigi, nelle quali Sebastian non perdeva tempo ed ammaliava con le sue doti di conquistatore quelle che lui chiama "splendide donzelle indifese".

Anche a me molte volte si avvicinavano graziose ragazze, ma io declinavo e scusavo i loro inviti per prendere il thè o i loro cosiddetti "maldestri disastri", che facevano per attirare l'attenzione.

Molte volte eravamo invitati dai nobili a balli o cene importanti a cui partecipava solo l'alta aristocrazia londinese. La maggior parte delle quali riuscivo per fortuna a scampare con banali scuse; di rado ero però costretto a presenziarvi, dicevano di voler conoscere entrambi i nipoti di un importante uomo d'affari qual' era stato il nostro fantomatico nonno.

Una sera, dopo che Sebastian tornò dalla casa di quella che era la sua attuale amante, mi informò che avremmo dovuto partecipare ad una serata importante. Non ammetteva repliche da parte mia, così fui costretto a prendervi parte. 

After my Death Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora