VI

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Verso le sette arrivammo alla villa del nobile che ospitava la festa.

Durante le consuete presentazioni ci venne servito l'antipasto, alcuni personaggi della nobiltà avevano l'abitudine di servirlo prima ancora di essere a tavola. Io la trovavo un'insolita usanza.

La cena fu pressoché noiosa: gli invitati erano una cinquantina di persone e furono allestite due lunghe tavolate ad ospitare le sostanziose portate che vennero servite.

Per fortuna che tutto quel cibo non mi faceva nulla, ma se fossi stato umano sarei morto prima di arrivare al secondo!

Io ero seduto nella metà del tavolo, esattamente nel centro del baccano e delle chiacchiere, con alla mia sinistra Sebastian e a destra un'anziana signora.

Molto simpatica devo dire, ma con un poco propenso ed alquanto esagerato amore per l'alcol. Credo che quella sera si fosse finita da sola quasi due bottiglie e mezzo di vino; ed era ancora abbastanza lucida da volerne bere ancora. E non mi stupisce che il marito sia morto per quello che oggi chiamiamo coma etilico.

Davanti a me prendeva posto una ragazza della mia età, o almeno dell'età che dimostro. Posso dire che certe espressioni o occhiatine che mi lanciava erano davvero inquietanti. Di sicuro aveva dietro di sé una scia infinita di cuori spezzati, questo è certo.

Era molto carina, capelli scuri ed occhi chiari. Ma non mi faceva nessun effetto, contrariamente al ragazzino che sedeva poco più in là di me che continuava a fissarla quasi sbavando.

Mio fratello parlò tutto il tempo con un signore in là con gli anni di lavoro, ma da buon donnaiolo quale era, non smise un attimo di guardare la sorella più grande della ragazza seduta davanti a me.

Dopo il dolce ci spostiamo tutti in una grande sala adibita al ballo; dal centro del soffitto pendeva un'elegante ed enorme lampadario di cristallo, e l'orchestra aveva da poco cominciato ad infondere nella stanza una lieve melodia.

Presto arrivò altra gente, persone che non avevano potuto partecipare alla cena.

Come da galateo io e mio fratello venimmo presentati a quelli appena arrivati, in quanto nuovi arrivati nella città ed appena entrati nella società di Londra.

Stavo discutendo svogliatamente con un uomo la cui professione si esibiva nell'ambito economico sociale, quando Sebastian mi chiamò accanto a lui.

<< Siamo i lontani nipoti dell'ormai deceduto signor Chartworse; quando abbiamo saputo della sua tragica morte ci siamo affrettati dall'Italia ed abbiamo preso in custodia i suoi averi, prendendoci cura del suo lascito >>

<< Ma che bravi ragazzi! >> esultò la signora di cui non so ancora il nome.

Davanti a me avevo una famiglia composta da tre persone: il marito, uomo molto garbato ed amichevole che se ho ben capito lavorava in ambito edile; la moglie, dedita alla cura della casa, come del resto facevano tutte le donne; e una figlia della mia età.

<< Vi ringrazio >>

<< Io sono Axelander McGrouver, lei la mia adorata moglie Martha, e lei è nostra figlia: Elinor >> quest'ultima facendo un breve inchino per poi porgere la mano verso di noi.

<< Molto piacere, noi siamo i fratelli Lighwood: Sebastian Thomas >> si presentò mio fratello

<< E Jonathan Christopher. Incantato >> dissi per poi esercitare un elegante baciamano.

Elinor era di una bellezza disarmante, che ti rapiva.

Mentre la fissavo incantato, sul suo delicato viso velocemente si espanse un lieve rossore, imporporando la sua pelle di porcellana.

Lunghi capelli color miele l'incorniciavano il grazioso viso, ed enormi occhi da cerbiatta verde prato mi guardavano ammaliati.

In quel preciso momento decisi che lei aveva la chiave della mia esistenza, sarei potuto morire per lei.

Da quel momento avrebbe custodito il mio cuore, e io speravo di poter custodire il suo.

La mia anima corrotta ed impura, sembrava più pura con lei accanto. Il mio cuore morto e sepolto sotto le macerie che erano i miei sentimenti, riprese impercettibilmente a battere, alimentato da un nuovo stato d'animo.

Ero folgorato da cotanta bellezza, la sua presenza faceva sentire la mia confusa ed in balia di profonde emozioni.

I nostri occhi erano incatenati, e così sarebbe stato per tutta l'eternità. 

I ragazzi di oggi lo chiamano colpo di fulmine.

After my Death Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora