Adrenalina

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Il calore estivo mi stava riscaldando le gambe fuori dalla coperta leggera e morbida. Spostai la mano da sotto la guancia al comodino ma l'unica cosa che sentii era una stoffa morbida e calda. Tastai la mano, e pensai fosse impossibile che dal letto trapelasse tutto quel calore. Aprii gli occhi dopo aver sentito una risata attutita e misi a fuoco ciò che c'era attorno a me: Alexander, il letto, il comodino.. cosa? Alexander? Non se ne era andato durante la notte?
''Gattina vacci piano, sono un po' vulnerabile di mattina'' la sua voce roca e attutita da un cuscino mi arrivò alle orecchie come una dolce melodia, peccato per le parole dette perché aveva rovinato il tutto.
''Montati poco la testa'' gli dissi, avevo intenzione di proseguire però nessuna battuta mi venne in mente, quindi cambiai discorso. ''Ma perché sei ancora qui?'' Gli chiesi sedendomi sul letto e passandomi le mani in faccia, chissà come ero ridotta.
''Ti da fastidio la mia presenza?'' Mi chiese con un sorrisetto strafottente stampato in faccia. Non mi dava affatto fastidio ma mi metteva molto a disagio, mi sembrava di fare sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato ed il suo umore cambiato da un giorno all'altro mi confondeva.
''Mi devo cambiare, quindi perché non te ne torni in camera tua?'' Gli feci un sorrisetto e mi alzai aggiustandomi i vestiti ormai stropicciati. Nonostante sentivo il suo sguardo puntato su di me, decisi di non dargli alcuna soddisfazione quindi mi girai e mi chiusi in bagno; una volta li buttai fuori il fiato trattenuto e sospirai subito dopo. Una doccia fredda era ciò che più mi serviva nei momenti come quello.
Mi guardai allo specchio e rimasi sorpresa nel vedere il mio viso molto riposato e sorridente.

''Chi va ad aprire?'' Le urla di Lexie si sentirono in tutta casa, ma di risposta non ne arrivò alcuna. Sbuffai e risposi che ci sarei andata io, dopodiché scesi velocemente le scale tentando di non inciampare con le ciabatte scomode che indossavo ed aprii. Il sorriso dolce del biondo che avevamo conosciuto al mare, ma di cui non ricordavo il nome fece capolinea non appena aprii la porta.
''Ehi'' disse solo guardandosi attorno, le mani in tasca e un sorriso genuino dipinto sulle labbra.
''Ehi'' esclamai io spostandomi dall'entrata. ''Cosa ci fai qui? Vuoi entrare?'' Chiesi timidamente dondolando con i talloni. Me lo ricordavo meno carino di quanto era in realtà, quindi mi fermai per scrutarlo mentre entrava e mormorava un flebile grazie. ''Hai già fatto colazione?'' Chiesi per gentilezza andando in cucina, lui mi segui e si sedette su uno sgabello.
''Si, si grazie'' rispose poggiando il mento sulla mano. ''Passavo di qui e ho pensato di farvi visita'' rispose tranquillamente guardandosi attorno. ''Oggi non avevo il turno al lavoro ed io ed i miei amici stiamo organizzando una partita di volley al mare, ci sareste voi?'' Si sistemò sulla sedia come fosse a disagio, ma scartai subito quell'opzione; si vedeva lontano un miglio fosse un ragazzo sicuro di se e al contempo gentile e spensierato, era impossibile si sentisse così.
''Ne parlo con Lexie, sfortunatamente non sono al corrente dei programmi che vuole proporci'' risposi dopo aver mandato giù un boccone di dolce che avevo poggiato sul piatto in coccio. ''Ne vuoi un pezzo?'' Chiesi dopo un po' di silenzio che mi metteva a disagio. Non era assolutamente come quando ero con Alexander, cioè, mi sentivo comunque a disagio ma era diverso. Lui aveva sempre la risposta o una battuta pronta, anche se poi finivamo per discutere o prenderci in giro.

Ma perché il mio cervello ritorna sempre su di lui? Mi chiesi scuotendo la testa.

''Buongiorno'' la voce squillante di Lexie, che era sicuramente sveglia già da un po' ci fece entrambi sobbalzare. Aveva già indosso una maglietta a croptop e dei pantaloncini che le fasciavano le forme in modo dolce.
''Buongiorno a te'' rispose il ragazzo squadrandola da capo a piedi. Era palese si piacessero entrambi perché Lexie arrossì e si spostò i capelli dietro le orecchie mentre lui guardò altrove imbarazzato. Dopo pochi minuti di imbarazzo totale sentii i passi di qualcuno avvicinarsi alla cucina, erano più persone infatti arrivarono Maggie, Lucas, Alexander e Nicholas. Tutti ci salutarono chi calorosamente e chi in modo assonnato e si sedettero attorno al bancone in marmo. Era la prima volta da giorni che ci sedevamo quasi tutti insieme per fare colazione e che tutti si svegliavano alla stessa ora, ne ero felice.
La voce di Shawn Mendes uscì attutita dalle casse di una delle ragazze e ognuno di noi si mise a parlare del più e del meno rendendo la mattina piacevole. Cantai a bassa voce le parole di ''Ruin'', una canzone molto rilassante e dolce; all'inizio dell'anno mi ero promessa che quella canzone in sottofondo, prima o poi, l'avrei ballata con il ragazzo di mi sarei innamorata, sempre se lo avessi trovato.

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