Supereremo ogni cosa

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Bussai alla porta di Alexander, erano passati due giorni dalla sua improvvisa scomparsa dopo la serata, non rispondeva al cellulare e la cosa era preoccupante. Solitamente dopo il secondo squillo mi rispondeva, invece gli avevo lasciato dieci chiamate senza risposta.
''Scarlett'' Jamie mi venne incontro con un faccia preoccupata e chiuse la porta dietro di se rigirandosi le chiami in mano, non capivo il suo comportamento. ''Alexander non vuole vedere nessuno'' mi precedette prima che aprissi bocca e deglutii.
''È successo qualcosa?'' Gli chiesi circondandomi le braccia per il freddo, mi ero messa una felpa e i jeans, ero uscita di casa in fretta e non avevo pensato minimamente a cosa indossare.
''No, nulla di cui tu ti debba preoccupare'' mi rispose accennando un sorriso, io l'unica cosa che notai fu preoccupazione.
''Sta bene?'' Gli chiesi pregandolo con gli occhi di dirmi la verità. Dovevo avere una faccia pietosa, non mi ero neanche truccata a parte un po' di mascara.
''Non ti preoccupare Scar, ti chiamerà non appena..'' non finì di terminare la frase che Alexander aprì la porta con forza, guardò oltre la spalla di Matteo e mi fissò con un'espressione indecifrabile, forse di fastidio.
''Mandala a casa, anzi.. portacela tu'' disse freddo prima di chiudere la porta, mi incazzai a bestia e feci un passo in avanti bloccando il movimento con un piede.
''Sono venuta a vedere come stai'' Ammisi facendomi piccola piccola, il suo sguardo di ghiaccio non prometteva niente di buono, eppure rimasi lì. La sensazione che qualcosa era andato storto mi attorcigliava il cuore e non potei fare a meno di restare, sarei rimasta sempre accanto a lui, qualunque cosa potesse essere successa.
''Beh ora lo sai, vattene a casa che fa freddo'' tentò ancora di chiudere la porta ma io rimasi lì.
''Scar andiamo, ti accompagno'' si intromise Matteo facendomi sospirare e distogliere lo sguardo che, casualmente e con sorpresa si posò sulla mano di Alexander. Era oltre la porta, nascosta e tutta segnata da graffi, croste e sangue; lui seguì il mio sguardo e irrigidì la mascella.
''Ti sei fatto male?'' Gli chiesi osservandolo in faccia, larghe e profonde occhiaie gli circondavano gli occhi, da quanto non dormiva?
''Dannazione'' sbatté una mano contro la porta e in pochi secondi fui in casa, la mia schiena attaccata al muro e la mano di Alexander accanto al mio viso. ''Che cazzo vuoi Scar?'' Mi chiese guardandomi dritta negli occhi, io abbassai la testa e lui poggiò la mano sotto al mio mento alzando nuovamente il mio sguardo. ''Ho chiesto che cazzo vuoi'' replicò facendomi sorprendere del suo tono così aspro, messo in confronto al suo tocco dolce.
''Voglio sapere se stai bene e non sembra proprio così'' mormorai cercando il suo sguardo, ora lui lo aveva puntato da qualche altra parte. Mi feci coraggio e alzai il suo mento come aveva fatto lui precedentemente, al mio tocco si perse per un attimo e poi si scostò velocemente da me; mi prese un polso e mi trascinò in camera da letto, chiuse la porta dietro di noi e si andò a sedere sul letto.
''Non ti faccio andare a casa solo perché fa freddo'' ammise facendomi sussultare, erano passati minuti di totale silenzio in cui stavo osservando attentamente i suoi movimenti, la cassetta del pronto soccorso era sul letto e si stava medicando. Mi avvicinai per aiutarlo e non appena mi sedetti sul letto lui alzò gli occhi puntandoli nei miei, mi osservò veramente per la prima volta quel giorno e notai uno sguardo completamente vuoto; niente sorrisetti, niente battutacce alla Alexander, niente di niente.
''Tu aiuto'' mormorai allungando la mano verso di lui.
''Non voglio essere aiutato da te'' mormorò a sua volta guardandomi per ammonirmi. Ritirai la mano e guardai oltre la finestra, il freddo era ormai arrivato, ma niente in confronto al gelo che provavo dentro di me in quel momento.
''Non rispondevi e..'' tentai di iniziare un discorso ma lui mi fermò.
''Non credevi che non volessi rispondere? Non sei al centro della mia attenzione Scarlett'' mi aggredì continuando a spalmarsi una cosa sulla mano, mi irrigidii e mi alzai, mi diressi verso la porta ma venni fermata dalla sua mano stretta al mio polso. ''Vuoi sapere veramente cosa mi è successo?'' Chiese con un tono talmente gelido da farmi accapponare la pelle, annuii e attesi una sua risposta. ''Ho ucciso una persona''.
Tre parole, tre semplici parole che mi fecero mancare la forza per un secondo. Aveva ucciso una persona, per puro divertimento? Per lavoro? Per cosa esattamente? Mi sedetti sul letto sentendo battere il mio cuore ad una velocità elevata e non lo guardai in faccia, avevo capito benissimo il suo gioco: sperava che me ne andassi una volta per tutte dalla sua vita dopo questa ammissione. Probabilmente avrei fatto meglio a farlo, ero improvvisamene spaventata ma non potevo dimenticare cosa avesse fatto per me, i gesti e le altre cose.
''Non ci credo'' sussurrai con la gola secca, a lui uscì una risata amara e secca e si avvicinò a lui.
''L'ho preso a pugni fino a farlo morire, Scarlett'' mi guardò dritto negli occhi e non li avevo mai visti così bui e scuri.
''Per quale motivo?'' Chiesi respirando forte, tentando di far tornare il mio respiro regolare.
''Il mio capo non si fida più di me, dice che sono cambiato, che non mi riconosce più.. ha voluto uno scontro diretto sul ring'' parlò lentamente per far imprimere bene le sue parole nella mia testa. ''Doveva per forza esserci un vincitore, uno doveva morire oppure l'avrebbe fatto fuori lui'' mormorò socchiudendo gli occhi ed in quel momento lessi una cosa, pentimento. Non voleva farlo, non voleva assolutamente farlo ed era stato costretto ad uccidere una persona.
''Faceva parte del.. della tua compagnia?'' Gli chiesi facendogli spalancare gli occhi.
''Perché cazzo non te ne vai?'' Urlò alzandosi e stringendo i pugni. ''Perché diavolo non scappi Scarlett?'' Mi si avvicinò e urlò ancora più forte. ''Scappa! Non sono niente di buono, tantomeno per te, perché vuoi che ti rovini la vita?'' Mi chiese senza fiato facendo uscire in bella vista la vena sul collo, sobbalzai inizialmente ma poi lo osservai e riuscii a vedere solo un ragazzo ferito, a cui erano state tolte tutte le possibilità e non potei fare a meno di piangere come una bambina e fiondarmi tra le sue braccia. All'inizio stette fermo, poi circondò il mio bacino con una mano e la testa con l'altra, le mie lacrime gli bagnarono il petto nudo ma sembrò non importargli, forse stava bene anche lui in quel momento.
''Mi dispiace, mi dispiace tanto per quello che stai passando Alex'' sussurrai stringendolo più forte, lui sospirò forte e poi mi strinse ancora di più. ''Non posso sopportare di saperti sempre in pericolo, non posso sopportare il fatto che tu mi respinga sempre..'' sussurrai poggiando la fronte sul suo petto. ''Non posso stare senza di te nemmeno un'ora, come faccio a scappare da te?'' Alzai la testa e lo guardai negli occhi, sospirò ancora una volta ma non disse niente.
''È stato un mio errore, sapevo potessi metterti in pericolo ma comunque ho fatto l'errore di avvicinarmi troppo a te, mi dispiace'' mi prese il viso tra le mani e tirò leggermente le mie guance, come a constatare che fossi lì con lui veramente.
''L'avrei fatto comunque io'' singhiozzai lasciando ancora una volta che le lacrime mi scivolassero via.
''Come facciamo Scar?'' Mi chiese in modo sconfitto, eravamo sconfitti tutti e due.
''Voglio farti capire che anche tu puoi essere amato'' mormorai aprendomi completamente a lui, chiuse gli occhi e poggiò la fronte sulla mia, si stava avvicinando lentamente alle mie labbra ma qualcuno ci interruppe, qualcuno era appena entrato in stanza.
''Alexander c'è Jamie che chiede di te'' la ragazza che stava spesso con Matteo e Alexander ci guardò e poi sparì in un'altra stanza, potei giurare di aver visto un lampo di gelosia attraversare i suoi occhi.
''Poi ci andiamo a fare un giro, ok?'' Mi chiese accarezzandomi le guance, io annuii e lui mi diede un'ultima occhiata carica di significati prima di uscire, in cui ci lessi tutte le cose che stava provando in quel momento; tutte cose belle.
Mi diressi in salotto seguendolo ma lui poi tirò dritto verso la stanza dell'amico, si era esposto tanto anche quella volta ma non sapevo a che punto saremmo arrivati neanche quella volta. Mi lasciai cadere sul divano e poggiai la nuca sul poggiatesta, osservai attentamente la stanza e guardai l'amica di Alexander prendere una birra dal frigo.
''Ne vuoi un po'?'' Mi chiese tenendo l'anta aperta, scossi la testa e poi le risposi a parole.
''No grazie..'' mi morsi l'unghia del pollice coperta da uno strato di smalto rosso che risaliva alla premier e puntai lo sguardo a terra. Ero spaventata, non sapevo se Alexander si fidasse veramente di me, non sapevo se fosse la volta buona ed avevo paura che fosse solo un suo solito sbalzo d'umore.
L'amica mi si sedette a fianco e armeggiò con il cellulare digitando qualcosa sopra di esso, poi lo posò tra me e lei e portò le gambe al petto. Non appena il telefono si illuminò a causa di una notifica non potei fare a meno di posarci lo sguardo, e volevo non averlo fatto perché sullo sfondo principale si poteva scorgere una foto in bianco e nero di lei sulle spalle di Alexander. Sembravano una vera coppia. Il mio cuore fece una mezza capriola ma pensai subito a me e Leo, probabilmente era così anche per loro. Non sapevo cosa avessero vissuto e non potevo di certo chiederlo, ne a lei ne ad Alexander, sarebbe stata solo una mossa azzardata.
''Allora?'' Iniziò a dire voltando lo sguardo verso di me.
''Cosa?'' Chiedi confusa puntando lo sguardo nel suo, si passò i capelli dietro la schiena e fece un sorriso furbo.
''Come vi siete conosciuti te e Alex?'' Prese un sorso di birra dopo avermi fatto quella domanda e non potei fare a meno di chiedermi il perché lo avesse fatto, poi pensai ai momenti vissuti a Barcellona e sorrisi tra me e me.
''La mia amica Lex conosceva Alexander e altri ragazzi, così ha deciso di partire con loro per Barcellona e includere anche me..'' rilassai le gambe e le poggiai sul tavolino davanti a me. ''Non ne conoscevo nessuno fino al giorno della partenza, io sono sempre stata spaventata dall'aereo e Alex è.. stranamente riuscito a calmarmi'' sorrisi e mi morsi l'interno della guancia prima di continuare. ''Poi siamo atterrati e volevo solo ringraziarlo per averlo fatto, ma i suoi modi bruschi hanno reso le cose complicate'' la guardai e notai che accennava ad un sorriso.
''Difficile non notare i suoi atteggiamenti bruschi'' ridacchiò continuando poi a bere la sua birra. ''E poi?'' Si girò verso di me con il busto, era veramente interessata.
''Abbiamo avuto dei tira e molla per tutta la vacanza ma in cuor mio.. sapevo già di..'' mi morsi il labbro inferiore. ''Sapevo già che avesse ormai occupato un posto importante nel mio cuore.. mi ha completamente stravolta, rotta, aggiustata e rotta ancora.. eppure continuo a non riuscire a stargli distante'' poggiai una mano sulla gamba e giocai con il tessuto dei jeans.
''Fa sempre questo effetto, purtroppo..'' roteò gli occhi al cielo e fui tentata di chiederle cosa volesse dire con quello, ma proseguì. ''E poi?'
''Sono tornata a Roma prima che terminasse la vacanza la mattina dopo che.. ha lasciato anche lui l'appartamento'' riportare a galla quei momenti sicuramente non faceva bene ma riuscivo ancora di più a rendermi conto che, nonostante mi avesse ferita più e più volte ero ancora lì, con lui, era inevitabile come una forza che attrae due magneti di segno opposto.
''Ho capito'' annuì. ''Ho visto che Alexander ha una vostra foto in camera, ne avete fatte tante?'' Mi chiese lasciandomi di stucco. Alexander aveva una nostra foto? Dove? Perché? Ma soprattutto da quanto tempo?
''Si..'' annuii distrattamente. ''Alcune al mare, altre con il gruppo davanti i vari monumenti..'' fissai un punto e mi alzai senza neanche pensarci, non sapevo cosa avesse in mente di fare il mio corpo finché non mi trovai a camminare verso la sua stanza. Venni bloccata dalla mano calda e grande del moro che si chiuse dietro una porta, mi girai a guardarlo con gli occhi spalancati e le labbra socchiuse.
''Dove vai roscia?'' Mi chiese avvicinandomi a se, feci scorrere lo sguardo tra me, lui e la stanza e annaspai alla ricerca di qualcosa da dire. Non potevo di certo ammettere di star per entrare furtivamente in camera sua.
''Hai una mia.. nostra foto?'' Gli chiesi mordendomi il labbro subito dopo, volevo andare dritta al punto.
Spostò lo sguardo sulle mie labbra e poi lo puntò altrove, dietro di me.
''Sì'' rispose secco senza smettere di tenere il mio braccio. Persi un battito e annaspai questa volta alla ricerca di aria, era una bella sensazione, era bello il fatto che avesse voglia di ricordarci. Aprii la bocca per rispondere ma mi sentii trascinare immediatamente verso il punto in cui era fisso il suo sguardo, entrammo in camera e si chiuse la porta dietro. Poi lasciò il mio braccio e accese una piccola luce sulla scrivania, aprì un cassetto e si mise alla ricerca di quella foto.
''Quando l'hai presa?'' Gli chiesi avvicinandomi a lui, non rispose subito, ci mise qualche secondo.
''Prima di uscire da quella casa maledetta, non sono tornato subito a Roma, sono partito la sera dopo essere uscito di lì'' ammise facendomi annuire distrattamente. ''Eccola..'' mormorò aggiustando i lati della foto un po' piegati. Mi avvicinai e lui si avvicinò a me, non sapevo quale effetto potesse regalarmi la vista di quella foto, sapevo solo che sarebbe stato qualcosa di indescrivibile. Infatti non appena me la mise sul palmo che avevo aperto verso di lui, non riuscii a non sorridere a trentadue denti. Eravamo bellissimi, era quando avevamo visto il tramonto al mare, quando stavamo per darci quel fatidico bacio interrotto da Lexie.
Alzai lo sguardo e puntai gli occhi nei suoi, alzai le labbra in un timido sorriso e distolsi lo sguardo non riuscendo a mantenerlo nel suo, era così maledettamente intenso da farmi tremare le gambe. Spostai gli occhi verso gli altri punti della stanza e la trovai pulita, monotona e poco colorata come al solito. Notai però qualcosa di diverso, sul letto c'era una lettera di cui non mi ero accorta prima ma non ci pensai più di tanto, perché Alexander mi circondò il bacino con un braccio e prese la foto dalle mie dita. Mi attirò a se in un momento mentre posava la fotografia sulla scrivania, mi osservò un secondo e poi mi lasciò un bacio sulla testa. Chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dal suo profumo, dal suo respiro così calmo come non lo era mai stato e dal tessuto del suo maglione caldo.
''Posso prendere un tuo maglione?'' Gli chiesi strusciando il naso dolcemente sul suo collo, lui ridacchiò appena e giocò con una ciocca dei miei capelli.
''Non usciamo?'' Me li spostò su una spalla e mi prese a baciare il collo, piccoli baci che volevano assaporare la mia pelle.
''Mmh'' mormorai chiudendo gli occhi. ''Divano e Netflix?'' Circondai il suo collo con le braccia togliendomi dalla sua dolce tortura e lo guardai negli occhi, mi sentii subito prendere da sotto le gambe e urlai istintivamente reggendomi alle sue spalle. ''Avvertimi per favore'' gli diedi una pacca sulla spalla e mi aggrappai a lui con tutte le mie forze, lo stavo facendo veramente, mi stavo affidando completamente e ciecamente a lui ancora una volta. Ma era la volta buona, ne ero sicura. Lo sentii armeggiare con qualcosa nell'armadio e poi mi sentii poggiare con il sedere sul letto, mi passò il maglione che gli avevo chiesto e mi diede un bacio sulla guancia.
''Preparo i pop corn, ti aspetto di la'' mi diede un bacio sulla fronte e si allontanò lentamente, arrivò alla porta senza lasciare il mio sguardo e aggrottò le sopracciglia fermandosi un attimo. Non sapevo a cosa stesse pensando ma un'idea ce l'avevo, e se anche lui aveva paura io me ne potessi andare?
Scosse la testa ed uscì chiudendosi la porta alle spalle, abbassai lo sguardo sul maglione e in poche mosse mi tolsi i vestiti infilando quel tessuto caldo lungo il mio corpo. Mi avvicinai allo specchio verticale e mi circondai le braccia con le mani, era così caldo e soffice da farmi quasi addormentare. Feci scendere lo sguardo sulle gambe un po' scoperte e tentai il più possibile di allungarlo, non volevo mi vedessero tutti così.. mezza nuda.
Mi diressi poi verso il salone e in cucina andai a sbattere contro una figura imponente ma più bassa di Alexander, già lo avevo conosciuto ma non ricordavo il nome.
''Ehi Scarlett'' mi chiamò mostrando la sua dentatura perfetta e bianca come il latte, gli sorrisi a mia volta e mi rilassai, era un bravo ragazzo.
''Ciao..'' tentai di ricordarmi il suo nome ma nulla, potevo uscirmene con un nome sbagliato invece di rimanere così impalata ma mi precedette.
''Matteo'' ridacchiò poggiandosi al muro e facendo una smorfia di dolore.
''Come stai?'' Gli chiesi aggrottando le sopracciglia.
''Meglio del solito sicuramente, tu come stai? Non ti vedo in gran forma..'' mormorò facendomi annaspare. Ero così poco presentabile? ''Senza offesa'' ridacchiò facendolo fare anche a me.
''Nessuna offesa'' risposi tranquillizzandolo. ''Tra lavoro e Alexander non so quale mi stanchi di più'' ridacchiai facendolo annuire e ridere a sua volta.
''Non ti invidio per niente'' prese a camminare verso il salone e lo seguii a ruota, da lì si poteva percepire un odore buonissimo di pop corn e lo stomaco prese a brontolarmi. Era da tanto che non mangiavo qualche schifezza ed ero sicura potessi esplodere da un momento all'altro, nei giorni precedenti ero andata a fare qualche scatto fotografico per un giornale e la direttrice aveva deciso di buttare tutte le foto; secondo lei dovevo dimagrire un po'. Ho avuto una crisi di nervi e mi sono messa a urlare contro tutti, fortunatamente Jacob era lì e mi ha tranquillizzata portandomi a casa. Mi ha rassicurata e mi ha detto che non dovevo perdere alcun chilo, che ero apposto così e non dovevo ascoltare nulla.
''Io e Scarlett vorremmo un po' di privacy'' disse Alexander entrando in salotto due ciotole di pop corn in mano.
''Sei serio?'' Chiese Martina alzando le sopracciglia, buttò la birra vuota nel cestino e attese una risposta di Alex.
''No.. no potete restare'' risposi io lanciando un'occhiataccia al moro.
''Ci togliamo subito'' rispose Matteo ridacchiando, girò i tacchi per andarsene ma lo bloccai delicatamente da un braccio, non volevo fargli male.
''Va bene così, vedete un film con noi per favore'' mormorai sentendomi in colpa, i modi di Alexander erano tutt'altro che dolci ed educati.
''Perché non impari un po' di buona educazione da Scarlett?'' Chiese Jamie mettendosi a ridere.
''Fanculo'' rispose il moro poggiando le ciotole sul tavolino davanti il divano. ''Uscite di qua'' incrociò le braccia al petto e mi infuriai.
''È anche casa loro Alex, decidono loro se andare via oppure no'' lo guardai negli occhi e lui mi fulminò con lo sguardo, incrociai le braccia al petto a mia volta e alzai il viso come segno di sfida.
''Capisco perché ti piace tanto, e bravo Al'' Jamie gli diede una pacca sulla spalla e lo superò, Martina roteò gli occhi al cielo e Matteo rimase fermo.
''Fate come volete'' prese una ciotola e si buttò sul divano, mi voltai verso gli altri e mi morsi un labbro.
''Io sono stanco, torno a dormire'' Matteo prese delle medicine dallo scaffale accanto a se e mi sorrise prima di salutarmi, lo vidi scomparire in corridoio e guardai Martina.
''Io ho da fare'' disse lei prendendo un paio di chiavi e uscendo velocemente dalla porta di ingresso, sbattendola.
''Io anche, ci vediamo Scar'' mi fece l'occhiolino ed io lo salutai andandomi poi a sedere sul divano accanto ad Alex.
''Cosa vediamo?'' Chiesi dopo qualche minuto di completo silenzio.
''Mi è passata la voglia'' sbuffò lasciando cadere il telecomando tra me e lui, roteai gli occhi al cielo e feci qualcosa di diverso. Invece di incazzarmi con lui, mi avvicinai il più possibile e mi accoccolai al suo petto mettendo le gambe sulle sue. Circondai la sua spalla con una mano e poggiai la guancia sul suo petto chiudendo gli occhi, lo sentii trattenere un attimo il fiato e poi lasciò cadere le mani su di me, una dietro la mia schiena e una sulla mia coscia.
''Cosa vediamo?'' Ripetei alzando lo sguardo sul suo, lui lo puntò nel mio dopo qualche minuto di puro silenzio e mi lasciò un bacio sulle labbra. Rimasi ferma e impassibile per un secondo, poi le mie guance si tinsero di rosso, non me lo aspettavo. Prese le mie guance tra due dita e mi osservò ancora puntando gli occhi nei miei, rimase fermo e lo feci anche io, mi persi ancora una volta in lui, in quelle pozze così magnetiche.
''Sarà diverso questa volta'' mormorò lasciando un altro bacio sulle mie labbra.
''Cosa?'' Sussurrai riaprendo gli occhi.
''Questo'' indicò me e lui con una mano e poi mi baciò ancora.
''Giuramelo'' mormorai stringendo la presa sulla sua spalla.
''Te lo giuro'' mi baciò un'altra volta, e poi un'altra.
''Ci saranno alti e bassi ma..'' mormorai.
''Li supereremo'' concluse lui baciandomi come fosse l'ultima volta.

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