Fuori dagli schemi

13. Quando meno te lo aspetti

In questi giorni non faccio altro che studiare, studio giorno e notte senza mai arrestarmi.
A breve devo conseguire l'esame e voglio essere molto più che pronta, miro alla perfezione.

Sconvolgendo nuovamente le mie aspettative, Giorgio mi sta scrivendo quasi tutti i giorni. Vorrei vederlo, ma mi sono auto-rinchiusa in casa.
Inizio a sentirmi in gabbia e l'insopprimibile voglia di vederlo agisce al mio posto per cui gli scrivo
"Hai da fare stasera?"
La sua risposta arriva immediata
"No, cosa vuoi fare?"
Un sorriso involontario compare sul mio volto
"Una volta mi dicesti di volermi vedere ballare, ricordo male?"
Attendo la sua risposta in ansia, la quale non tarda ad arrivare
"Passo a prenderti alle 9"

Trascorro il resto del pomeriggio a studiare con uno stupido sorriso da ebete stampato in viso, possibile che riesca a farmi questo effetto?

Mi accorgo che si è fatto tardi per cui mi lavo e mi vesto velocemente, stranamente lui si fa trovare puntuale sotto casa.

"Hei mi sto emozionando" - dico appena lo vedo.
"Perché?" - un cipiglio confuso compare sul suo meraviglioso viso.
"Sei puntuale, un miracolo!" - gli rivolgo una delle mie migliori linguacce e salgo in macchina, seguita da lui - "Diciamo che stasera voglio evitare di farti arrabbiare"
Inserisco la nostra destinazione nel navigatore e accendo la radio.
"Fa pure come se fossi nella tua macchina eh" - ironizza.
"Oh grazie, non c'era bisogno che me lo dicessi" - detto questo, metto i piedi sul cruscotto e parto con gli allungamenti.
Lui mi guarda divertito - "Sei seria? In macchina?"
"Guarda la strada, non ti distrarre" - lo rimprovero.

"Arrivati" - affermo entusiasta.
Giorgio guarda confuso l'enorme palazzo, per cui lo prendo per mano e lo conduco all'interno.

Il custode, appena mi vede, mi sorride poi lancia uno sguardo sprezzante a Giorgio.
"Buonasera Alberto, come va?" - mi avvicino a lui.
"Bene Aurora, tu come stai? Non ti vedo da qualche giorno, immagino fossi in sua compagnia..." - indica Giorgio con il capo, il quale in risposta gli rivolge uno sguardo minaccioso.
"Nono, ero murata in casa a studiare. Ti dispiace se andiamo su?" - sfoggio un sorriso dolce accompagnato da uno sguardo ruffiano, funziona in quanto lui mi fa un cenno di consenso.

Mentre saliamo le scale Giorgio inizia a farmi domande sul custode e su questo posto, ma io non rispondo a nessuna di queste facendolo infuriare - "Se non mi rispondi non salgo"
Mi fermo e gli rivolgo uno sguardo provocatorio - "Non c'è bisogno che trovi scuse perché non ce la fai più a salire le scale, puoi anche dirlo eh..."

Come immaginavo, lui reagisce salendole più velocemente. Neanche stesse facendo una maratona...

Decido di iniziare ad accennargli qualcosa, il suo broncio è troppo tenero...irresistibile - "Qui ci sono tipo mille uffici e so cosa stai pensando è un luogo orribile, ma ciò che cela ti sorprenderà. Fidati di me"

Una volta arrivati in cima, apro la porta e lo invito ad uscire con un cenno della mano.
Lo osservo e sono compiaciuta della sua espressione estasiata, la stessa che ebbi io la prima volta che venni qui.

Dopo alcuni minuti sovrastati dalla nostra silenziosa ammirazione, si volta e la mia concentrazione passa completamente al suo sguardo euforico - "Da quassù la città è completamente diversa, più luminosa, più viva, più bella. È indecifrabile! Ma come hai scoperto questo posto?"
"Ho conosciuto il custode all'Università e mi ci ha portata lui" - rispondo in modo naturale, poi comprendo dalla sua reazione che ciò che gli ho detto non gli è piaciuto per niente - "Ah davvero, quindi avete fatto tipo un'uscita romantica e ti ha portato qui!?"
Rido e so che così si arrabbierà maggiormente, ma è troppo comico in questo momento - "Allora secondo il tuo ragionamento io ti avrei portato qui per un'uscita romantica? Dai non essere ridicolo, io e lui siamo solo amici anzi conoscenti! Comunque ciò non ti dovrebbe interessare, invece sembri piuttosto agitato... Dai voglio essere buona, farò finta che tu non ti sia appena mostrato piuttosto geloso"