"I tried to be chill but you're so hot that I melted."
-I'm yours, Jason Mraz.
"Mia madre vuole che prenda comunque lezioni dal mio tutor durante la mia sospensione." disse Louis attraverso il telefono, mentre lanciava la palla da rugby alla parete così forte che poi quella ritornava indietro, cosicchè lui potesse ripetere l'azione di nuovo.
"Uh, non so se puoi venire," ammise Harry. "Ci sono delle persone qui con mia madre. Per il lavoro, quindi mi nasconderò qui tutta la sera."
Louis emise una risata. "Puoi venire qui tu se vuoi." offrì, non realizzando cosa stesse proponendo finchè non l'ebbe detto.
"Certo, okay," concordò Harry. "Scrivimi l'indirizzo e sarò lì tra un'ora, okay?"
"O-okay." sussultò Louis. "Ci vediamo dopo, Riccio."
"Ciao."
*
"Ciao." salutò Harry quando Louis aprì la porta. Louis sembrava esausto, indossava dei pantaloni neri e una maglietta nera dei Ramones. Le sue unghie erano dipinte di nero -le aveva rifatte la sera prima probabilmente- e il suo eyeliner risaltava i suoi occhi.
"Ehi, Riccio." salutò Louis, facendo un mezzo sorrisetto al ragazzo più piccolo. Harry indossava una maglietta grigia e nei jeans blu, i suoi boccoli erano ordinati e i suoi occhi verdi splendevano.
"Io um, non ho sistemato.." accennò Louis, facendo un passo indietro in modo che Harry potesse entrare in casa. Era talmente preoccupato a riordinare camera sua che non aveva pensato a riordinare il disastro di sua madre.
Harry entrò in casa, guardando tutte le bottiglie di birra messe da parte e le lattine sul pavimento. Il divano era ricoperto di scatole di tekeaway e tutto il primo piano puzzava di fast food.
Louis arrossì, imbarazzato dal fatto che Harry stesse vedendo la confusione creata da sua madre. "Uh, andiamo di sopra." propose Louis, afferrando subconsciamente la mano di Harry e portandolo di sopra.
Harry si rilassò immediatamente quando entrò nella stanza di Louis. Sapeva di colonia e pino, proprio come Louis. Le pareti erano bianche, ma c'erano disegni scarabocchiati qua e là. La stanza era stata ovviamente riordinata prima che Harry arrivasse -poteva vedere un po' di vestiti sotto il letto e altri che spuntavano dall'armadio- .
"Tua madre è a casa?" chiese Harry, sedendosi con cautela sulla sedia davanti alla scrivania di Louis. Quest'ultimo scosse la testa.
"Non so dove sia," ammise. "Probabilmente è al bar." mormorò sottovoce, pensando che Harry non fosse riuscito a sentirlo.
L'aveva sentito.
"Dovremmo solo stare attenti a quando arriverà a casa." accennò Louis, sedendosi sul suo letto e passandosi le mani fra i capelli tinti di rossastro. La tinta rossa stava svanendo, rivelando il suo colore naturale. Si leccò le labbra, il metallo freddo dell'anello sul suo labbro che colpiva la sua lingua (la quale aveva un piercing a sua volta).
"Perchè?" chiese Harry, piegando la testa di lato come un cucciolo. Louis voleva sussurrargli parole dolci in quel momento e dare un pizzicotto alle sue guance, qualcosa di insolito da parte sua, ma invece si limitò a sospirare e a guardare in basso.
"Vedrai." disse infine, passando la mano tra i capelli nuovamente. Harry annuì piano, non facendo più domande sulla situazione.
"Hai il libro?" chiese Harry. Louis storse la bocca, scuotendo la testa. "Non importa!" lo rassicurò Harry velocemente. "Possiamo condividere il mio, non è un grosso poblema."
Harry tirò fuori il suo libro dallo zaino che si era portato e si alzò dalla sedia, sedendosi sul letto di fianco a Louis. Quest'ultimo si mosse subito più vicino a lui e quindi i loro gomiti si toccarono.
"Okay, capitolo undici." sospirò Harry. "Lo leggerò ad alta voce e poi possiamo vedere le domande su questo capitolo, va bene?"
Louis annuì. "Certo." concordò. Harry cominciò a leggere ad alta voce, la quale era dolce e confortante.
Louis non prestò attenzione alle parole che stava dicendo, ma solo al suono della sua voce. Sentiva il respiro caldo di Harry sul suo collo e i suoi ricci sparsi contro la sua fronte di tanto in tanto, ma non gli dava fastidio, ovviamente. Sollevò una mano e toccò un riccio di Harry, facendolo ridere un po' e successivamente continuare a leggere.
Louis prese lentamente il libro dalle mani di Harry e lo buttò sul pavimento. Prese il viso di Harry fra le sue mani e lo girò lentamente in modo che si potessero guardare negli occhi. Louis non aveva idea di cosa stesse facendo, ma sembrava così giusto e non voleva fermarsi.
La porta sbattè al piano inferiore. Louis sussultò e ritrasse le mani dal viso di Harry. "Cazzo." mormorò, sapendo già che sua madre fosse ubriaca. Afferrò la mano di Harry e lo condusse dentro l'armadio, facendolo sedere nell'angolo e chiudendo la porta dietro di lui.
"Cosa stiamo facendo?" sussurrò Harry piano. Louis continuò a tenere la mano intrecciata a quella di Harry, dandole una stretta quando sentì sua madre gridare qualcosa che non riuscì a capire.
"Mi dispiace." si scusò invece di rispondere alla domanda di Harry. Sentirono un bicchiere rompersi, il rumore che fece saltare e piagnucolare Harry un po'.
"Mi dispiace così tanto, Harry." sussurrò Louis il più piano possibile, avvolgendo il braccio attorno alla vita di Harry e tirandoselo più vicino. Harry si appoggiò a lui, stringendo la mano di Louis nel caso in cui anche lui fosse spaventato.
E lo era.
"Louis?!" urlò Jay dal piano inferiore. Harry riusciva a vedere solo la sagoma di Louis nel buio dell'armadio, ma potè dire che trasalì.
"Al mio tre corriamo fuori e saltiamo dalla finestra." sussurrò Louis. Gli occhi di Harry si spalancarono.
"Cosa?!" squittì. Louis diede una stretta alla sua mano.
"Saltiamo sull'albero e scendiamo giù." spiegò Louis. Harry sussultò e poi annuì, ricordando di aver visto un albero estremamente vicino alla finestra.
"Uno,"
Si sentì un forte fracasso.
"Due,"
Riuscivano a sentire dei passi per le scale. Louis ringraziò Dio di aver chiuso a chiave la sua stanza.
"Tre!"
Aprì la porta e i due ragazzi corsero fuori, Louis che aprì la finestra con una mano. L'altra era intrecciata a quella di Harry.
"Louis?!" urlò Jay, colpendo ripetutamente la porta. Louis si arrampicò fuori dalla finestra aperta e si sedette su un ramo, avvicinandosi lentamente all'albero.
"Riccio, andiamo!" sibilò. Harry sussultò, uscendo lentamente dalla finestra mentre Jay tentava di sfondare la porta chiusa con un tavolino che stava nel corridoio. Questo fece squittire e saltare Harry, che mancò il ramo e atterrò sul sedere.
"Va bene Riccio!" esultò Louis, battendo le mani e scendendo giù dal tronco, aiutando poi Harry ad alzarsi e scoprendo che stesse completamente bene. I due ragazzi si presero per mano e corsero verso la strada, nella notte, insieme.
Buonasera a tutti!
Per prima cosa vorrei ringraziare tutte quelle bellissime persone che sono arrivate fin qui e che hanno votato. Grazie mille, ci tengo veramente a questa storia e mi fa solamente molto piacere! Inoltre spero di star facendo un buon lavoro con la traduzione, se c'è qualcosa che non vi convince ditemelo pure. Le critiche, purchè costruttive, sono ben accette!
Volevo dirvi che fra due capitoli, nella storia originale, c'è un capitolo dedicato alle risposte dei personaggi alle domande dei lettori, e successivamente nel corso della storia ce ne sarà un altro. Volete che li traduca o preferite che vada avanti con la storia e li lasci perdere? Per favore commentate, altrimenti non so che fare!
Detto questo, vi auguro una buona serata, e grazie ancora.
Love y'all.
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His Hazza » L.S. mpreg /Italian Translation/
Fanfiction"Sei così piccolo e fragile, e ho intenzione di trattarti in questo modo." Louis giocò con uno dei ricci di Harry e sorrise. "Il mio ragazzo perfetto. Il mio Hazza." "Loro dicono che cammini come un dio, non possono credere che io ti abbia reso debo...