Non avevo la minima idea di dove dovessi andare, perciò decisi di seguire la massa di studenti che si stava dirigendo nella stessa direzione.
Quando mi accorsi di dove mi trovavo mi venne la nausea: ero nella mensa nella scuola. Mi guardai intorno e vidi ragazzi mangiare i peggiori veleni: snack, patatine, biscotti, barrette energetiche e bibite gasate.
Ognuno di loro aveva impressa sul volto un'espressione soddisfatta. Io da umana non mi sarei mai sognata di rovinarmi la vita in quel modo.
La maggior parte dei tavoli era occupata da gruppi di ragazzi che si erano divisi per categoria: gli sportivi, gli studiosi, le ragazze normali, quelle che sembrano più morte di me e le ragazze "popolari".«Perché gli umani si dividono in sottocategorie?», mi chiesi. «I vampiri non si comportano in questo modo ingrato. Non pensano al fatto che qualcuno si potrebbe offendere? Ecco perché noi vampiri facciamo bene a nutrirci di loro».
Per sembrare normale presi un vassoio e ci misi sopra una fetta di pizza, poi mi sedetti in un tavolo da sola ed iniziai a fissare il vuoto. Ero tentata ad assaggiarne un pezzettino, ma tutto il cibo da umani che avevo assaggiato fino a quel momento faceva schifo.
«Posso sedermi accanto a te?», mi chiese qualcuno risvegliandomi dai miei pensieri.
Quando mi voltai vidi una faccia conosciuta, e indimenticabile più che altro: l'essere soprannaturale.
«No, sto molto meglio da sola».
«Va bene, come preferisci», si allontanò e si sedette dall'altra parte della stanza, da solo.
Vidi delle ragazze avvicinarsi a lui e sentii che gli chiedevano se potevano fargli compagnia ma lui rifiutò.«Perché mai voleva stare con me ma non con delle ragazze che possiedono il doppio della mia bellezza? Forse lui appartiene ad una specie molto stupida», dedussi.
Quando suonò la campanella cercai di buttare via la pizza senza farmi notare troppo, però ci furono comunque dei ragazzi che mi videro e che mi guardarono con un'aria schifata.
Guardai la mappa della scuola per cercare la classe di portoghese, ma finii col perdermi.
Alla fine chiesi aiuto ad un bidello e riuscii a trovarla, ma ero cinque minuti in ritardo.Quando entrai una vocina irritata mi chiese:
«Quem és?».«Sou Charlotte», le risposi con una pronuncia perfetta. Avevo vissuto per dieci anni a Obidos nel 1700, per cui parlavo quella lingua in modo molto fluente.
La professoressa era molto giovane e dedussi che avesse origini brasiliane.
Fortunatamente non mi presentò alla classe e mi invitò ad occupare l'unico posto vuoto, di nuovo.
Mi guardai attorno e vidi che qualche metro distante da me c'era Tyson, lui mi fece un cenno con la mano e accennò un sorriso, io in cambio alzai gli occhi al cielo. Poi notai anche la strega, Dayla, che era seduta in primo banco. Ma una classe peggiore non mi poteva capitare?
E poi che cos'era? La riunione degli esseri soprannaturali per caso?
Il resto della lezione fu noiosissimo, come tutte fino ad allora.
Ci sarebbe mai stato un professore che ci avrebbe fatto fare cose divertenti?
Io sperai che le cose sarebbero cambiate nella lezione successiva: educazione fisica; ma essendo un vampiro avrei di sicuro trovato tutti gli esercizi estremamente noiosi e non all'altezza delle mie capacità fisiche.Al suono della campanella mi fiondai dritta in spogliatoio, che si trovava nella parte opposta dell'edificio, e mi cambiai in due minuti.
Attorno a me c'erano ragazze che ridevano e scherzavano, alcune si spruzzavano ondate di deodorante addosso, mentre altre cantavano a squarciagola.
Tutte si divertivano, invece io, al contrario, non vedevo l'ora di allontanarmi da loro.
Le ragazze del ventunesimo secolo se la spassavano con così poco, a me invece serviva almeno una dozzina di corpi disposti a cedermi il proprio sangue.Quando uscii vidi un gruppo di ragazzi che accerchiavano il professore, perciò mi unii a loro.
«Allora, come ben sapete anche quest'anno ci saranno una squadra di basket e un gruppo di cheerleader. E oggi faremo le audizioni per chi vuole aggiungersi ai rispettivi gruppi.
Per entrare nelle cheerleader le ragazze dovranno parlare con Chantal, la capitana», indicò una ragazza castana dai lunghi capelli mossi, sperai solo che fosse sopportabile. Io non mi sarei mai fatta comandare da una gallina. «E i ragazzi da Mason».«Mason? Quel Mason? Quello con cui andrò al ballo? Perché non mi ha detto di essere il capitano della squadra di basket?», mi chiesi.
Tutte le ragazze si avvicinarono alla castana, perciò mi unii a loro.
«Allora, il gruppo di cheerleader non è accessibile a tutti. Le regole sono semplici: dovete mostrarmi tutto ciò che siete in grado di fare e, se riuscirete ad entrare, dovrete ascoltare tutto ciò che dico io».
••• 🥀 •••
La prima ragazza fece un'audizione penosa: oltre a non essere riuscita per niente a muoversi fluentemente era caduta e si era sbucciata il ginocchio, il quale aveva iniziato a sanguinare, per cui io ero stata costretta ad andare in bagno per evitare di dare uno spettacolo davanti a tutti.
La seconda assomigliava di più ad un pezzo di legno e per pochissimo non cadde sulle scalinate rischiando di rompersi il cranio.
La terza possedeva la stessa grazia di un orango tango, di sicuro sarebbe stata molto più adatta ad entrare in una squadra di football.
Un'altra ragazza sembrava una gallina quando si muoveva, ma venne ammessa comunque per via di come era vestita: i pantaloncini saranno stati almeno due taglie in meno di ciò che le sarebbe servito, mentre la sua maglietta era totalmente inutile, sarebbe stata molto meglio con solamente il reggiseno.
Appena finì la sua audizione saltò addosso alla capitana, perciò dedussi che fossero amiche.
E poi toccò a me. Era ovvio che avrei stupito tutti: ero un vampiro e fare acrobazie per me era all'ordine del giorno.
E infatti andò così, mi girai e vidi la maggior parte delle ragazze con la bocca aperta, tranne alcune che mi guardavano con invidia.
Poi la capitana di cui non ricordavo il nome corse verso di me e mi abbracciò, dicendomi che avevo superato la prova e che sarei sicuramente stata una delle sue migliori ragazze.Quando avemmo finito mi sedetti su una panchina e osservai i ragazzi giocare a basket. Notai che si era aggiunto anche Tyson, e a giudicare dal modo in cui correva e dalla sua scioltezza i miei sospetti sulla sua
non-umanità si rafforzarono ancora di più.
Notai qualcosa di strano anche in Mason: anche i suoi modi di muoversi e di giocare mi ricordavano qualcuno, oltre al suo aspetto fisico.
Avrei finito per diventare ossessionata da quella faccenda, perciò dovevo concentrarmi su qualcos'altro.
Non sapevo come avrei fatto a passare tutta la serata al ballo insieme a lui, sicuramente avrei passato il tempo a fissarlo e a fare delle ipotesi assurde.
Fino ad allora l'unica supposizione possibile era che io avessi incontrato un suo sosia in giro per il mondo e che lo avessi ucciso, perciò mi era rimasto impresso il suo volto.
Però io credevo che ci fosse molto di più sotto.
Provai a concentrarmi sugli altri ragazzi, alcuni erano davvero carini e speravo vivamente che Mason me li avesse fatti conoscere sabato sera. Ad un certo punto si tolsero la maglietta e io iniziai a mordermi il labbro. Una ragazza normale si sarebbe concentrata sui loro muscoli, io pensavo solo a che sapore avesse il loro sangue.Dopo un po' realizzai che era giunta l'ora di andare per cui tornai in spogliatoio per farmi una doccia e andarmene da quella prigione. Ma mentre mi stavo dirigendo verso la mia meta vidi qualcuno spostarsi a velocità inumana nel bosco.
Speravo vivamente che fosse mio fratello, però la vedevo difficile dal momento che lui non aveva i capelli lunghi e rosa ed era molto più alto di uno scarso metro e sessanta. Decisi di non seguirla e di non sprecare tempo inutilmente.
Credevo di essermi finalmente trasferita in una città tranquilla, e invece i vampiri mi perseguitavano anche lì.Quando aprii lo zaino trovai una piccola busta, così la aprii e lessi il messaggio che c'era al suo interno:
"Ti pentirai di tutto ciò che mi hai fatto passare, la mia vendetta ti sarà servita su un piatto d'argento.
Un bacio, il tuo D".E quello che cosa significava?
STAI LEGGENDO
Blood improved me
VampireCharlotte è una vampira, trasformata per errore nel 1530. Dopo aver vissuto per quasi cinquecento anni al buio, finalmente ottiene il suo primo anello solare che le permetterà di camminare sotto la luce del sole. Quando si trasferisce nel paese na...