20.

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Il giorno dopo, Jimin non parlò molto con Hoseok. Quest'ultimo gli consigliò di restare a letto tutto il giorno, ma non gli diede ascolto. Uscì, voleva prendere un po' d'aria.
Si chiese se la sua trasformazione potesse avere aspetti positivi. Tornò da Hoseok con l'intenzione di fargli delle domande, però aspettò fino a sera per chiedergli ciò che aveva in mente.
Aveva notato di non essere affamato. Di solito, camminando per strada, i vari odori gli facevano sempre venir voglia di mangiare. Quel giorno non fu così. Non aveva fame, per nulla.
Non mangiò infatti, né a pranzo né a cena.
Verso le 9, ormai stanco e spinto dalla curiosità, decise di parlare a Hoseok.
«hyu- ehm, ho il diritto di fare delle domande, giusto?» chiese, non voleva sembrare troppo debole.
«Certo, dimmi.» Hoseok si offrì molto disponibile, si sedette sul letto e gli fece segno di fare lo stesso.
«E-essere... essere così, ti rende forte?» chiese, un po' titubante.
«Si, tantissimo. Ti rende forte sia fisicamente che caratterialmente. Nel giro di un mese sarai un'altra persona, Park Jimin.»
«C'è il rischio che io perda il controllo?» era molto spaventato, ma la forza gli serviva.
Fin dalla prima volta che vide Yoongi avrebbe voluto proteggerlo ma non era mai successo. Era sempre il maggiore a proteggere lui. Si era stancato.
«Beh, ora si... è solo l'inizio...» gli spiegò Hoseok.
«Tu puo- devi aiutarmi.» impose Jimin.
«Ovviamente lo farò.»
«Ho un'altra domanda.» continuò il minore.
«Dimmi.»
«Vivrò per sempre?» chiese.
«Non lo so...» rispose Hoseok.
«Che significa? Non imbrogliarmi.»
«Davvero, Jimin. Non lo so. Sono sicuro che quelli come noi vivano più a lungo ma non so se vivremo per sempre. Non lo so.»
«Va bene...» si rassegnò Jimin.

In tutto ciò, Yoongi era a casa disperato. Il suo Jiminie gli mancava da impazzire, non sapeva come vivere senza di lui. Gli mancavano i suoi occhi, il suo sorriso, la sua risata. Gli mancava la sua voce.
Gli mancava tutto di lui.
Era preoccupato, non sapeva più cosa fare per trovarlo.
Quando, dopo una settimana, Jimin tornò, Yoongi scoppiò a piangere.
«Park Jimin, eccoti qua.» lo abbracciò forte, fortissimo. Ad un certo punto ebbe paura di romperlo.
Anche Jimin piangeva.
Yoongi però lo trovò diverso. Era più magro ed il suo viso era più triste.
«Hyung, sono qui.» anche la sua voce sembrava diversa alle orecchie di Yoongi.
«Ma cosa hai fatto? Sai quanto ti ho aspettato? Sai quanto mi sono preo-» Yoongi si bloccò, non voleva farlo sentire in colpa.  «Scusami, Jiminie. È che sono sconvolto.» continuò.
«Non ti preoccupare, sto bene.» disse Jimin.
«Sei sicuro?»
«Si, sto bene.» Yoongi però lo vedeva cambiato. Era completamente diverso. Quello non era il suo Jimin.
Nonostante ciò, lo strinse ancora a sé, in lacrime. Gli accarezzò i capelli e gli sussurrò più e più volte quanto gli fosse mancato.
Nonostante ciò, decise di scoprire ad ogni costo quello che gli era accaduto. Lo promise a se stesso. Avrebbe ritrovato Park Jimin.

red eyes ♛ yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora