1.2. Namjoon

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Namjoon stava finendo il suo turno di lavoro, alla pompa della benzina al centro della città, compiendo tutte le sue mansioni in automatico.
In realtà non voleva ammettere che la notizia lo aveva scioccato più di quanto avesse dimostrato. Si diceva che lo aveva fatto per gli altri, perché doveva essere il più forte e un sostegno per loro, che sembravano essere crollati completamente da quel giorno.
In realtà si comportava così perché non aveva ancora razionalmente realizzato ciò che era successo. Razionalmente aveva capito ma il suo inconscio non aveva ancora interiorizzato la notizia e per questo lui appariva come quello più tranquillo, quello che aveva preso meglio la situazione.
Niente di più falso, pensò il ragazzo, mentre riempiva il serbatoio di un cliente.
Namjoon non sapeva come affrontare la situazione.
Avrebbe voluto piangere, ma le lacrime non abbandonavano i suoi occhi.
Avrebbe voluto allora urlare, ma la voce non usciva fuori, come se fosse spaventata.
Aveva provato a prendere a calci qualcosa allora, per sfogare la frustrazione, ma ciò non fece altro che procurargli una mano martoriata e un piede gonfio.
Cosa avrebbe dovuto fare? Cosa faceva la gente in una situazione di questo genere?
Namjoon non riusciva a rispondersi a questi semplici quesiti. La sua testa era piena di pensieri che si accavallavano gli uni sugli altri e non gli permettevano di riflettere.
Il ragazzo così aveva fatto finta di nulla. Aveva ripreso la sua precedente vita come se tutto ciò non lo avesse toccato più di tanto. Ma nonostante a tutti mostrasse questo atteggiamento indifferente lui non faceva altro che pensare a quel maledetto giorno. La notte non dormiva e se si addormentava riviveva quel momento ancora e ancora e ancora; il giorno era sempre sovrappensiero e ormai svolgeva tutte le sue mansioni solo perché doveva farle.
Anche in quel momento, mentre stava servendo un cliente, non poteva fare a meno di pensare al suo viso sorridente e sentì un vuoto allo stomaco.
Deglutì rumorosamente per ricacciare indietro il ricordo e quando fece per avvicinarsi al conducente dell'auto per farsi pagare, quello - molto maleducatamente - fece cadere a terra una banconota sull'asfalto e sfrecciò via, lasciando Namjoon solo con i suoi demoni.
Il ragazzo non seppe perché reagì così ma il comportamento rude di quel cliente innescò la goccia che fece traboccare il fragile vaso che era Namjoon in quel momento.
Una lacrima solitaria si posò sulla sua guancia, bagnandola, per proseguire la sua corsa verso il mento.
"Perchè?" sussurrò per poi abbandonarsi finalmente ad un pianto disperato.

Namjoon era disteso sull'asfalto, in attesa dell'arrivo dei suoi amici.
Il suo volto era disteso da un sorriso e gli occhi erano socchiusi.
Ad un certo punto il ragazzo sentì un rumore ovattato accanto a lui e poi sentì una mano sfiorare delicatamente il suo polso.
Avrebbe potuto riconoscere il suo tocco ovunque, era Taehyung.
Namjoon si trovava bene con tutti nella sua compagnia, sul serio voleva molto bene ad ognuno di loro ma forse Taehyung era quello con cui si trovava più in sintonia.
Non sapeva neppure spiegarsi il perché, loro due avevano dei caratteri molto diversi, eppure quando il ragazzo era giù di morale il primo ad accorgersene era sempre Taehyung che puntualmente tentava di aiutarlo o consolarlo.
"Gli altri dovrebbero arrivare a momenti." disse lui.
Namjoon si limitò a mormorare una risposta e poi circondò le spalle dell'amico con un braccio, avvicinandolo di più a lui.
Taehyung a quel contatto approfondito sorrise.
Il ragazzo era un tipo molto affettuoso con i suoi amici e Namjoon non si sentiva imbarazzato a quelle manifestazioni d'affetto. Ogni tanto un abbraccio poteva essere la risposta a tutto e poteva aiutare più di quanto si potesse pensare.
I due amici rimasero stesi l'uno accanto all'altro, semplicemente facendosi compagnia a vicenda per chissà quanto tempo. Vennero riportati alla realtà dal rumore di gomme sull'asfalto.
Qualche attimo dopo infatti vennero raggiunti da tutti gli altri ragazzi e diedero inizio alla loro semplice ma divertente serata.
Passarono il tempo in quel parcheggio, bevendo birra e ridendo.
Jin alla guida dell'auto fece salire Jimin e Yoongi che affacciati ai finestrini urlavano di gioia e alzavano le braccia verso il cielo. Jin rideva sentendo gli schiamazzi e l'allegria che provavano i suoi amici e Namjoon adorava sentire quella risata che metteva sempre molta allegria.
L'aria che si respirava quella sera era serena, calma ed eccitata.
Nessuno di loro, men che meno Namjoon, avrebbe potuto immaginare che un giorno quella spensieratezza sarebbe stata solo un miraggio.

Memories Of YOU // BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora