capitolo 2

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Arrivata a scuola mi sedetti sulla scrivania, aspettando che quello svitato del mio adorato professore di matematica arrivi.

Adoro la matematica, mi fa smettere di pensare, devo solo concentrarmi sui numeri, niente giri di parole o pensieri che frullano nella testa.

Ed eccolo.

-Giorno prof-
-Giorno bimba, anche oggi felice di fare matematica?-
-Sempre fedele alla sua materia-
-Lecchina- mi aveva derisa.

I miei compagni, come sempre in ritardo, approfittarono dei secondi di chiaccherata tra di noi per sgusciare tra i banchi senza essere notati.

Purtoppo le ore volarono e dopo due ore della sua lezione mi toccò fare inglese e altre materie noiose. Per fortuna in mezzo c'era l'intervallo, e già solo questa idea mi mise leggermente di umore migliore.

Uscì con le mie compagne dalla classe e mi ritrovai in corridoio ed è li che vidi un ragazzo mai notato, era davanti alla sua classe che ascoltava la musica con le cuffiette. Dopo qualche secondo lo raggiunse un suo compagno di classe (mio amico peraltro) e lo abbracciò, lo prese in braccio nonostante sia 20 centimetri più basso di lui e lo portò per metà corridoio a mo' di sposa.

Io e le mie amiche ridemmo come delle cretine facendo commentini sul fatto che siano gay, che noi adoriamo.

Rientrai in classe sorridendo, nonostante mi sarebbe aspettato inglese e geografia. Le due ore passarono mentre io feci il conto alla rovescia per il secondo intervallo.

Uscì dalla classe senza lasciar finire la prof e scattai verso la loro classe ma con delusione mi accorsi che non c'era nessuno, erano usciti alle 12.

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