Capitolo quattro.

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Ginny's pov.                    20/05/1998
Harry è a casa nostra da ieri. Mezzo morto ma è arrivato.
Mi è sceso un colpo quando l'ho visto sul divano.
Ho pensato di averlo perso, di nuovo.
Di non poterlo più vedere  sorridere, ancora.
Di non potergli stare vicino, un'altra volta.
E sarò anche ripetitiva ma non riesco a stare bene senza di lui.

Mi sveglio e guardo la sveglia, le 10. È più tardi del solito.
Mi preparo e scendo giù. Mentre scendo gli ultimi gradini davanti a me vedo Harry.
La maglietta che indossa gli sta larga e corta, segno che è magro e più alto di prima.
Come prende il giornale la maglia si solleva mostrando il fianco che è attraversato da un lungo taglio.
Lui si gira e si accorge del mio sguardo, cerca di sistemare il pigiama ma io ormai l'ho visto.
- Che cos'è quello?- chiedo indicando il fianco.
- Nulla.- risponde lui indifferente.
- Okay.-
Lui mi rivolge uno sguardo veloce per poi riprendere a fare colazione.
Io mangio un biscotto e salgo da Hermione.
Arrivo alla porta di Ron e busso:
- È permesso?- chiedo chiaramente.
- Si Ginny , entra.- mi risponde la voce di Hermione.
Entro e la trovo sola sul letto.
- Cosa succede?- chiese lei prima ancora che mi sia seduta.
- Ho visto un taglio lungo sul fianco di Harry; e questo mi preoccupa. È molto magro e sembra debole, come prendeva il giornale gli tremavano le braccia!-
- Aiuto, allora è peggio di quello che pensavo.- dice lei, poi, accorgendosi del mio sguardo continua:- Conoscendolo non avrà mangiato e tanto meno avrà dormito. -
-Ma lui non lo ammetterà mai.-
- Dobbiamo mostrarglielo, molte volte non ci si rende conto di come si sta.-
- Già..., si. Ti sei un genio!-
- Grazie.- rispose lei arrossendo un po'.- Dai scendiamo in salotto.-
Ci alziamo e ci dirigiamo nella Sala e pranzo.
Sul divano noto uno zaino che di sicuro non appartiene ad un Weasley.
- Herm, è tuo quello?- chiedo sussurrando.
- No.- risponde lei - Aspetta quello è di Harry!- esclama sussurando.
- Hey Harry, una partita a Quidditch?- chiedo.
- Cosa? Si.- risponde lui esitante.
Si avvicina allo zaino e tira fuori la firebolt e un boccino.
- Andiamo? - chiese girandosi verso me e Hermione che siamo sulla scala
- Incantesimo di estensione irriconoscibile?- chiedemmo in coro.
- Ehm, si.- disse lui quasi spaventato da quella reazione.
- Dai andiamo.- dice Ron che è sbucato dalla cucina.
Ci avviamo tutti in giardino e cavalchiamo tutti le scope.
Tempo due minuti e Harry è alla rincorsa del boccino ma sembra strano, titubante. Dopo un po' che lo osservo capisco che non è titubante ma debolissimo.
Sta calando di quota, è svenuto.Ok Senza esitazione tiro fuori la bacchetta e grido:- Aresto momentum!-
Harry rallenta la caduta e lo posò a terra. Dove viene raggiunto da Ron e Hermione. Mentre io tiro un sospiro di sollievo e scendo lentamente a terra.
- Ginny vai a dire alla mamma di preparare un divano, spiegagli la situazione e calmala.-
- Agli ordini Ron.- rispondo sarcasticamente.
Vado a casa e avviso mamma, che come al solito non controlla la sua agitazione.
Dopo poco arriva Ron che ha la bacchetta puntata sul corpo immobile del ragazzo dai capelli corvini.

                                          22/05/1998
Sono preoccupata, Harry non si è ancora svegliato.
Ho paura di perderlo.
Ieri è venuto in medimago e ha detto che è una situazione completamente nuova a lui.
Ha detto che è vivo e che questo "coma" è dovuto all'assenza troppo prolungata di sonno e cibo.
Ci ha dato delle iniezioni  da fargli.
Potrebbe anche non svegliarsi ma ci tranquillizzati dicendo che è molto improbabile.
Ron è diventato molto suscettibile e nervoso, neanche Hermione riesce a calmarlo.
Lei in tutta risposta du sta mangiando le unghie per l'ansia.

Adesso sono le sei del mattino e io non ho niente di meglio da fare che guardare fuori dalla finestra.
Vicino alla tomba c'è George.
Istintivamente mi scende una lacrima.
Tempo due minuti e sto piangendo in silenzio.
- George...- sussurro tra le lacrime.- Oh George, mi dispiace.-
Lui in quel momento, come se avesse sentito alza la testa verso di me. Non so se stia guardando, ma sorride.
Si, sta guardando me.
E io guardo lui.
Dietro lui vedo un'ombra. Un'ombra alta e scura, con un mantello e le putride.

George's pov.
Ginny è alla finestra e mi guarda.
A un certo punto il suo sorriso bagnato di trasforma in un'espressione di paura pura.
Guardo alle mie spalle e vado un dissenatore.
Cerco la bacchetta e la impugno.
- Expecto Patronum!- gridò, ma non succede niente.
È come se qualcuno mi avesse svuotato.
Non riesco a produrre un patronus.
Non ricordo niente di felice.
La mia parte felice è morta con lui. Mi giro verso la finestra ma Ginny non c'è.
Nel frattempo il dissenatore è difronte a me, vicinissimo.
Mi raggiunge e mi butta a terra. Non oppongo resistenza.
Non serve a niente.
Il dissenatore mi mette le mani sulle spalle.
Mi giro a guardare la tomba di Fred:
- Sarò un po' più a te adesso.- sussurro.
Guardo il cappuccio del dissenatore e aspetto.
Mancano pochi secondi, le fauci del dissenatore spalancate a risucchiare l'anima.
- Expecto Patronum!-
Gridò qualcuno davanti a me, che io non potevo vedere per il dissenatore che era stato spazzato via dal patronus.
Mi alzo e vedo chi lo ha evocato.
Chi mi ha salvato.
E sinceramente non so cosa pensare...

Spazio autrice.
Scusate se il capitolo è più corto del solito.

Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.😘😘

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