Capitolo tre

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Hermione's pov. 19/05/1998
Un rumore forte mi svegliò spaventandomi, poi ricordo che fuori infuria la tempesta e mi rilasso. Mi giro verso Ron. Dorme.
Strano che il rumore non l'abbia svegliato. Certo, qualche anno fa se stava dormendo neanche le bombe lo svegliavano ma negli ultimi tempi è sempre all'erta anche di notte.
L'altro giorno mi sono svegliata perché volevo bere e alzandomi per andare in bagno ho fatto cadere, per sbaglio, una cornice che era sul comodino e un raggio di luce rosso mi ha quasi schiantata, allora ho fatto un expelliarmus e in mano mi è finita la bacchetta di Ron. Ma in sette anni ho imparato a non fidarmi troppo e quindi ho legato chiunque avesse lanciato lo schiantesimo.
- Ehi! - disse Ron.
- Ron!- esclamò sorpresa nello stesso momento in cui lui esclama in mio nome.
A questo punto iniziò a ridere e lui mi segue.
Ancora ridendo accendo la luce e slego Ron.
- Grazie, ma perché lo hai fatto ?- chiese.
- Scherzi vero?! - gli risposi sorpresa -Mi hai quasi schiantata!-
- Ah, giusto.- fa lui come se fosse uno sbaglio da nulla e meritandosi un pugno sul braccio.
- Ehi, fai male.- dice lui
- Ah, giusto.- gli rispondo ripetendo le stesse sue parole e sorridendo.
Al che sorrise anche lui e ci riaddormentammo abbracciati.

Mi infilo la sua felpa, che mi arriva alle ginocchia, mi lego la massa sui capelli che mi ritrovo e, mentre cercavo le scarpe, sentii dei rumori al piano di sotto. Afferrai la bacchetta e scesi, sentivo il legno duro e freddo sotto ai piedi scalzi. Aguzzai la costa, cercando di vedere la fonte del rumore nel salotto illuminato dalla luce chiara della luna.
Quando, alla terza volta, esamino la stanza, noto una sagoma scura raggomitolata di se stessa, scossa , ogni tanto, come da singhiozzi silenziosi.
Nel momento in cui una nuvola scoprì la luna, che inondò di luce il salotto, riconobbi i capelli lunghi e rossi che potevano appartenere solo Ginny.
Mi avvicinai e la chiamai in un sussurro, lei sussultò quando sentì il suo nome ma si rilassò quando riconobbe la mia voce.
Mi avvicinai ancora un po' e con un braccio le circondai le spalle mentre con l'altro l'aiutai ad alzarsi. La feci sapere sul divano e poi accesi il fuoco davanti a esso.
- Ginny?- chiesi piano accarezandogli il braccio freddo.- Tutto bene? Che facevi qua al freddo?-
- Herm, puoi farlo diventare come i s- non la lasciai finire e con un colpo di bacchetta faccio diventare il fuoco verde smeraldo.
- Grazie.-
- Perché eri qui?-
-Avevo bisogno di allontarmi da quella camera.-
- Mi vuoi dire perché?-
- Ho fatto un sogno, un incubo, non so cosa fosse...- disse lei con gli occhi ancora arrossati dal pianto fissi sul caminetto che gli illuminava la faccia rigata dalle lacrime.
- Ti va di parlamermene ?- chiesi dolcimente.
Ginny respirò profondamente e si stroppiccio gli occhi come fanno i bambini appena svegli.
- Ero sul letto, quando ho sentito un rumore che veniva da fuori, era un colpo sordo come se qualcuno fosse caduto. Allora mi sono alzata e sono uscita e..e- a questo punto la voce di Ginny di spezzò e una lacrima le scese sulla guancia. Le stavo per dire che se non se la sentiva poteva anche non continuare ma lei mi anticipò con un lieve gesto della testa. Tirò sù col naso e inspiró, poi continuò :
- Sono uscita da camera mia e ho visto una sagoma scura stesa sul pavimento, mi sono avvicinata di più e l'ho riconosciuto. Era circondato da una pozza di sangue e sembrava svenuto. Era davanti alla porta degli ospiti e aveva in mano la bacchetta. - le lacrime ormai stavano scendendo sul viso di Ginny e io non sapevo come consolarla. Stavo per dirle che andava tutto bene, che era stato solo un sogno ma lei riprese:
- ho sentito un rumore dietro di me, veniva dalla scale, quando mi sono voltata ho visto solo una testa rossa che correva su per i gradini.-
Ginny terminò il suo racconto e io la stringo in un abbraccio. Dopo un po' che eravamo in questa posizione ci addormentammo.

Mi svegliai accanto a Ron come tutte le mattine, senza però dimenticare cosa era successo quella notte.
Pensai che qualcuno aveva visto me è Ginny addormentate e ci abbia portate in camera.
Mi alzo dal letto e vado verso la cassettiera. Sciolgo la coda fatta in precedenza e pettino i capelli, per poi rifare la coda. Fatto ciò scendo in salotto e trovo Ginny sul divano, che legge un libro. Sembra appena sveglia ma dì per certo che non è restata qui per tutto il tempo, sono le sei e a parte noi due non c'è nessuno sveglio. Per ora, tra poco ci sarà il Signor Weasley che dovrà andare al ministero.
Vado in bagno a sciacquarmi la faccia ed entro in cucina con ancora le mani in viso, mentre cerco di svegliarmi del tutto.
- Stanca dalla chiacchierata di stanotte, eh Hermione?- chiese una voce facendomi sobbalzare.
- Oh George sei tu. Comunque grazie per stanotte.-
- Di niente.- rispose lui moggio. - Sai, stavo pensando di chiudere definitivamente il negozio.-
- Oh,no.- sussurrai più a me stessa che a lei.
- Come?- chiese George
- Ti ho detto che non chiuderai. Non cancellerai l'unica cosa che tiene uniti te e Fred. E si, so che lui non c'è ma non credo che lui avrebbe voluto questo. Lui è morto con il sorriso ancora sulle labbra, perché ha vissuto i suoi ultimi attimi ridendo con te.
E merita che quel sorriso duri per tutta l'eternità.-
Non mi ero mai rivolta così a George e sinceramente avevo paura della sua reazione. Si alzò di scatto ed io, intimorita , feci un passo indietro. Poi fece una cosa che mi stupì non poco, mi abbracciò. Ed io ricambiai.
- Grazie.- mi sussurrò all'orecchio.
- Non c'è di che.- risposi sempre sussurando.
- Dovrei essere geloso?- chiese ad un tratto la voce di Ron.
- Ron mi hai spaventata!- dissi. - E in ogni caso no. È solo un abbraccio. E poi lui è tuo fratello.-continuai indicando il petto di George che ora è affianco a me.
- Ok scusa- disse avanzando per arrivare fino a dove sono io per poi baciarmi.
- Ok io vado.- disse George prima di smaterializzarsi fuori.
Io e Ron di guardammo, scoppiando a ridere.

                           *****
- Un giorno mi aggiravo nei resti di Hogwarts e al settimo piano ho ritrovato la stanza delle necessità, sono entrato ma...- stava raccontando Harry.
Harry? Si, Harry. È "arrivato" stamattina.
Il signor Weasley era appena uscito quando il suo patronus entrò dalla finestra annunciando che stava arrivando insieme a qualcuno. Quel qualcuno si scoprì essere Harry senza sensi.
Dopo un po' si svegliò e iniziò a raccontarci come era arrivato qui.
- Ma?- ripetei in modo da farlo continuare.
- Ma dentro c'era qualcuno. Un mangiamorte. Provò a schiantarmi ma fallì, l'incantesimo però andò a finire la sua corsa sulla caverna che crollò con la mia roba all'interno.- a questo punto du interruppe per riprendere fiato e continuare.- Ero troppo debole così mi smaterializzai vicino all'ammasso di roccia che ormai era la caverna e lì mi addormentai. Il giorno dopo feci quello che facevo tutti i giorni. E poi tornai a dormire nell'entrata della grotta. Così fin che non sono arrivato qui.- concluse lui. Ma io sapevo che c'era dell'altro, a partire dal perché ci stesse cercando.
Ma per il momento lasciai perdere, Harry era stanco ma non avrei rinunciato su dettagli. Lo guardai come a dire "poi parliamo" che lui capì al volo e a cui rispose alzando gli occhi al cielo e sorridendo.
Si, mi era mancato molto.

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