Capitolo 5: Ricordi

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POV DIAM

Sono le dieci. E di Mido nemmeno l'ombra. Al cellulare non risponde e quindi non ho la minima idea di dove possa essere, ne cosa stia facendo...gli sarà successo qualcosa? Ho il timore che possa essere stato attaccato dai sanguinari. E anche a causa di questo, che abbiamo lasciato Okinawa...non solo per il mio lavoro...maledetti! Non potrei mai perdonarmi se si gli venisse fatto del male, è mio dovere proteggerlo, lo promisi al padre e poi sono troppo affezionato a lui. Per anni abbiamo vissuto insieme all'orfanotrofio,- come ancora oggi viviamo sotto lo stesso tetto-e dato che entrambi eravamo senza genitori, si è creato subito un rapporto speciale. Complici la sua pura sincerità e la mia spontanea mania di protezione, immediatamente nacque una cosa del genere fra noi: se gli fai del male ti ammazzo! Malgrado io fossi più grande, nessuno dei due si è posto il problema, siamo diventati la forza l'uno dell'altro. Lui correva nel mio letto quando c'erano i temporali e io piangevo sulla sua spalla, quando gli incubi riguardanti la morte dei miei genitori, venivano a  perseguitarmi. L'ho sempre trattato come un fratellino, solo che da qualche tempo, non riesco ad ignorare la passione che sgorga nel mio cuore, ogni volta che lo guardo. Tutto è accaduto, contro il mio volere, insomma non ho deciso io di innamorarmi ...però questo sentimento può nascere anche dopo una lunga amicizia, no? Spesso mi sono rimproverato e continuo a farlo per aver ceduto così facilmente all'affetto smisurato che sento nei suoi confronti, spesso mi sono detto" è troppo piccolo Diam, e poi siete sempre stati come fratelli...perché rovinare questo legame per il tuo assurdo egoismo? Perché procurargli uno shock?" Ed infatti ogni volta che i cuore mi comanda di confessargli i miei sentimenti, il cervello mi frena...portandomi al punto di partenza. Tantissime volte sono stato sul punto di dirgli tutto, ma poi inevitabilmente penso a tutto i nostri ricordi; soprattutto alla  promessa che ho fatto a Shion...suo padre. Tradirei la sua fiducia, mi ha praticamente posto l'esistenza del figlio nelle mani, come potrei fargli un torto simile? Molti mi direbbero che mi creo troppi problemi, che mi fascio la testa prima di cadere... ma cos'altro potrei fare? Per me la sua vita è più importante di qualsiasi altra cosa, infatti non esiterei un secondo a morire per lui. Desidero la sua felicità e quella devo donargli, anche se un giorno si innamorerà di qualcuno e quel qualcuno me lo porterà via. Perché prima o poi accadrà, è veramente un ragazzo d'oro, davvero splendido. Spero più poi che prima ovviamente, in parole povere devo prepararmi psicologicamente a ciò che accadrà. Non sarò mai pronto! Nel mentre io rimugino  e mi faccio divorare dall'ansia, squilla il telefono di casa. Rimango paralizzato come una statua per più di trenta secondi; poi scatto come una molla ed afferro il cordles<Midorikawa> esclamo sperando che sia lui, <Diam...sono Mido>gli sento sussurrare. Perché ha questo tono angosciato? Forse sta pensando ancora ai suoi genitori.<hei piccolo, cos'hai? Ti senti bene? Cos è successo? Dove sei? Da dove stai chiama->< hei calma calma fratellone. Non preoccuparti- frena la mia raffica di parole lui- ho avuto uno svenimento, ma ora sto bene. Il mio prof di lettere antiche mi ha portato a casa sua perché pioveva, e mi ha proposto di restare qui stanotte, le strade sono allagate, è impossibile muoversi...quindi torno domani a casa ok?> Grazie al cielo non è successo niente di grave...eppure sarei dovuto essere li durante il suo malore. Sono una pessima guardia del corpo...a proposito, dovrò fidarmi o no di questo professore? Che io ricordi, quando lo iscrissi alla nuovo scuola mi informarono che alcuni di loro erano vampiri...che lo sia anche costui? Spero tanto di no, altrimenti il mio lupetto sarebbe in pericolo  <ma Mido...sei sicuro? Non lo conosci nemmeno! Chi è quest'uomo? Non mi sento sicuro. Dammi subito l'indirizzo ti vengo a prendere> dico risoluto. <No Diam, ti ripeto che devi stare tranquillo, e poi io conosco il prof, quindi dato che ormai sono un adulto...> <quasi.. mancano tre mesi al tuo diciotesimo compleanno> lo interrompo piccato, al che lui sbuffa e continua < so di prendere la decisione giusta. Vabbene? Allora a domani. Notte non pensare a me, starò bene. Ora vai a dormire!>  bisbiglia sbrigativo prima di riattaccare. Resto con l'apparecchio in mano, come uno stoccafisso, le parole rimaste in sospeso sulle mie labbra ancora aperte, stroncate dal suo discorso< notte...stai attento> rispondo al nulla, facendo un sospiro. Ho il sospetto che io e questo prof, ci incontreremo presto.

Hai fatto battere il mio cuore come un tempo (in restaurazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora