Capitolo 17

46 4 0
                                    

Tre mesi dopo:

"Non puoi lasciarmi qui" dico a Dylan disperata "ma devo mia madre sta che sono andato via per uno scambio culturale" risponde "ma io quanto dovrò restare ancora voglio tornare anch'io!" dico "ancora un po non è sicura Los Angeles ancora. Finché non catturano Tom non puoi tornare" dice "ma non me ne frega un cazzo di Tom, di Los Angeles io voglio stare con te" mi scende una lacrima, in questi tre mesi non ho fatto che pensare alla mia vita a LA, ad Hayes, ad Allison, cazzo quanto mi mancano e non ho potuto nemmeno salutarli, e ora come se non bastasse Dylan deve ritornare a casa sua, lasciandomi qui, in questa scuola che ci insegna a diventare macchine da guerra, questo tutto per colpa di Tom, quanto lo odio, voglio vedere il suo corpo defunto! Da quando sono qui però gli incubi non si sono fatti più vedere, ed è una delle tante cose positive. "Ci vediamo presto, ogni sera prometto di chiamarti con Skype, OK?" dice Dylan mentre una lacrima gli bagna la guancia, io annuisco soltanto con gli occhi lucidi "mi mancherai tantissimo Dyl" dico tra i singhiozzi "anche tu principessa" dice abbracciandomi, stiamo insieme da circa tre mesi ed è una cosa davvero dolcissima ma....molte volte penso ad Hayes, a come si stia divertendo senza di me, con Loren."Ciao a presto" mi saluta Dylan mentre sale sull'aereo diretto all'aeroporto di Los Angeles. Guardo l'aereo partire e volare in alto, poi torno a scuola.

Un anno dopo:

Sono sull'aereo di ritorno a Los Angeles, in questo anno sono cambiata io, caratterialmente ed esteriormente, con il sole caldo delle Hawaii i miei capelli si sono schiariti tantissimo fino a diventare biondi, gli occhi stranamente schiariti e sono di un color nocciola ora, sono diventata una vera macchina da guerra, metto al tappeto chiunque ora, Tom è stato catturato e finalmente potrò ritornare a Los Angeles "mi raccomando fa la brava a Los Angeles" mi raccomanda la mia amica Maya prima di scendere dall'aereo, finalmente potrò rivedere la zia Grace e lo zio Simon che per fortuna si sono ripresi dallo shock del rapimento, potrò rivedere Dylan dal vivo e non tramite un computer, potrò riabbracciare Allison e rivedere Hayes. Metto le cuffie e faccio partire una canzone a caso, mentre l'aereo decolla.

Sono le 18:30 precise e l'aereo è appena atterrato, scendo, prendo le mie due valige e cerco tra la folla Dylan, qualcuno mi abbraccia da dietro facendomi spaventare, mi volto e vedo Dylan che mi sorride, lo abbraccio forte "mi sei mancata" mi dice, mi scende una lacrima di gioia "anche tu" dico con la voce tremolante, quando finalmente ci stacchiamo dall'abbraccio mi accorgo della presenza della zia Grace e dello zio Simon, "mi siete mancati tantissimo" dico abbracciandoli "anche tu ci sei mancata" dice la zia Grace con le lacrime, ora mi accorgo che ha i capelli più corti e una cicatrice sulla fronte "e quella?" chiedo indicandola "oh niente tranquilla ora andiamo a casa sarai stanca" dice, prendo le valige e ci avviamo verso l'automobile.

"La tua stanza è libera ovviamente" dice la zia aprendo la porta di casa, entro, ammiro di nuovo quella casa, mi è mancata tantissimo, quanti ricordi belli e brutti in questa casa, corro verso la mia camera, apro la porta, la stanza è illuminata dalla luce del tramonto, poggio le valige a terra e mi butto sul letto, sul mio letto di nuovo, mi è mancato tantissimo.

Ore 20:30

"Spero che la cena ti piaccia" dice la zia indicandomi un piattone di salsicce e patatine, io annuisco, e inizio subito a mangiare "domani si ritorna a scuola sei contenta?" mi chiede "si contentissima" dico mentre ingoio un boccone, "bene quindi appena finito di cenare vai dritta a letto, e i libri nuovi sono sulla scrivania" dice lo zio, io annuisco.

Appena finita la cena saluto gli zii e corro in camera. Come avevano detto i libri sono sulla scrivania , prendo il mio zaino e lo riempio, non ho sonno quindi mi metto a scegliere i vestiti per domani, scelgo un jeans nero strappato sulle ginocchia e una t-shirt nera con la scritta 'Haloa' presa alle Hawaii, e le mie adidas nere, fa caldo qui a Los Angeles poiché siamo agli inizi di Settembre, quindi decido di portarmi dietro una camicia a scacchi rossa.

"Il mio piccolo sogno proibito" |•HAYES GRIER•|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora